datata 28 settembre 1915
leggetevi il punto 4 e 5 ....da far accaponare la pelle!!!!! [126 [126
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datata 28 settembre 1915
leggetevi il punto 4 e 5 ....da far accaponare la pelle!!!!! [126 [126
[1495 [1495 [1495 Agghiacciante, severita inumana. [1334
E non sono rimaste parole sulla carta...
le fucilazioni della grande guerra sono un momento di storia molto scomodo e per questo ancora tutto da studiare.
la serverità è comprensibile... se non ci fosse stata la "strategia del terrore" si sarebbero verificati migliaia di casi di diserzione o renitenza. ricordiamo che si era costretti ad andare in guerra... solitamente chi è costretto a far qualcosa lo fa mal volentieri anche quando si tratta di cose banali, figuriamoci rischiare la vita in combattimento.
...comunque considerarla "una salutare giustizia sommaria" ...é veramente da folli vista al giorno d'oggi.... [974
ehhh al giorno d'oggi... al tempo era un pensiero comunemente accettato... ogni evento è figlio del suo tempo...
All'inizio della guerra molti soldati partirono abbastanza volentieri, era una novità inebriante rispetto alla misera vita nelle officine o nei campi.
Fu la durata del conflitto, l'ottusità dei comandi e le condizioni di vita bestiali nelle trincee a spezzare il morale degli uomini e a annichilirne la volontà.
Alle fine del 1917 per tantissimi bastava che la guerra finisse, non importava come.
Troppi ufficiali italiani avevano letto le cronache di Barzini della guerra russo-giapponese, dove i soldati del sol levante vincevano, combattendo e morendo come automi, e tale comportamento pretendevano anche dai loro soldati.
Basta leggersi Lussu, "Un Anno sull'Altopiano" libro crudissimo, visionario e stupendo...senza considerare che la società del tempo era molto, ma molto, classista e un contadino semi o del tutto analfabeta non contava poi tanto, per le classi "superiori" dalle quali provenivano molti dei burocrati militari che scrissero queste norme.
Carne da cannone.
Kleiner giustamente fai riferimento agli ufficiali italiani ma penso fosse pensiero ampiamente condiviso dagli ufficiali di ogni ordine e grado degli Imperi Centrali ( e da tutti gli altri anche) della cui disciplina ferrea andavano molto famosi.
Christian M.
Comanda chi può, obbedisce chi deve.
Comunque si parlava di quella specifica circolare italiana, non ne ho mai viste di altre nazioni così scientemente minacciose.
E nel corso della guerra ce ne saranno altre anche peggiori.
Il "materiale umano" per il comando italiano non valeva nulla, per i comandi degli alleati (Russi a parte) e della triplice era una preziosa risorsa da non sprecare.
Confesso di non avere molti elementi per intervenire con sicurezza sull'argomento però un paio di esempi li vorrei portere anche io: innanzitutto i francesi non mi sembra abbiano dimostrato tutta questa attenzione alle risorse umane, se è vero che le decimazioni da loro furono tutt'altro che sporadiche (il bellissimo "Orizzonti di gloria" anche se è un film non si allontana tanto dalla realtà).
In secondo luogo da parte austriaca porto un esempio di un singolo capitano austriaco che ha comandato la sua Streifkompagnie di Kaiserjager sulle montagne di fronte a casa mia. Nell'inverno del 15 ha avuto la brillante idea di far svernare a 2300 mt in tenda la sua compagnia (lui aveva una bellissima Hutte di cui ho visto le foto), privazioni e disciplina che definere ferrea è riduttivo, finchè un bel giorno 2 suoi soldati scendono a valle con l'intento di andare al comando per protestare.... risultato li fa fermare, riportare in linea e fucilare dai loro compagni. Vi sono testimonianze di Standschutzen dell'Auer che consideravano un pazzo questo ufficiale, che poi dev'essere pure stato promosso a maggiore se ben ricordo.
Con questo NON voglio generalizzare affermando che l'ufficiale medio francese o austriaco non teneva in nessun conto la vita dei suoi sottoposti, ma credo sia ingiusto ritenere che l'ottusità (o la mentalità dettata dai tempi di allora) fosse un marchio di fabbrica italiano.
Per quanto riguarda la circolare faccio i miei complimenti a Coloniale, un documento sicuramente crudo e spietato ma meritevole di essere conservato con cura!
L'ottusità fu una costante di tutti i comandi supremi durante la grande guerra, come la scarsa considerazione della vita dei soldati.
Solamente in Italia però si scrisse testualmente cosa sarebbe successo ai vili e ai pavidi.
Unico e terribile poi il trattamento riservato ai militari che cadevano prigionieri.
Con la stipula della convenzione dell’Aia, all’inizio del secolo scorso, a tutela dei prigionieri venne riconosciuta una serie di diritti, veniva assicurato loro il nutrimento e le cure mediche e era vietato il loro impiego forzato in lavori di interesse militare. Gli ufficiali avevano diritto all’attendente e doveva essere loro corrisposta una indennità in denaro, corrispondente alla paga che ricevevano dal loro governo. Durante la prima guerra mondiale, però, questi accordi in pratica vennero spesso disattesi, anche se non furono mai toccati i limiti estremi raggiunti durante la seconda guerra mondiale. Il prigioniero non era più nessuno, non aveva più diritti, poteva essere derubato e maltrattato senza motivo, non era più un uomo ma solo una merce da esporre alle macchine fotografiche della propaganda, era spesso alla mercé completa del vincitore, una forza lavoro da impiegare senza risparmio.
All’inizio del 1915 i governi di Austria-Ungheria e Germania furono costretti a informare le potenze dell’Intesa, tramite la Svizzera neutrale, che il blocco economico imposto loro dagli avversari provocava già grandi difficoltà nell’assicurare i rifornimenti alimentari ai propri soldati e alla popolazione civile, e che presto sarebbe stato impossibile nutrire le centinaia di migliaia di prigionieri di guerra francesi, britannici e russi. Sempre tramite la Svizzera venne raggiunto quindi un accordo per garantire un rifornimento continuo di viveri e generi di conforto riservato esclusivamente ai prigionieri, sotto il controllo della Croce Rossa Internazionale.
I prigionieri di guerra italiani andarono incontro invece a un destino particolarmente tragico. Il governo italiano e le autorità militari consideravano i prigionieri alla stregua di traditori e quindi non aderirono agli accordi internazionali per i rifornimenti alimentari. Il ministro degli esteri Sidney Sonnino fu il più feroce oppositore a ogni forma di aiuto destinato ai prigionieri. ostacolando in ogni modo anche l’invio di viveri e di generi di conforto raccolti privatamente dalle associazioni dei familiari e dalla Croce Rossa Italiana.
Per questo motivo 100.000 prigionieri italiani su 600.000 morirono letteralmente di fame nei campi di prigionia in Austria-Ungheria e Germania, e molti sopravvissero solamente grazie all’aiuto dei prigionieri delle altre nazionalità. che dividevano fraternamente le loro risorse, anche con gli stessi soldati avversari che dovevano sorvegliarli. La propaganda italiana all’epoca e durante il regime fascista incolpò i crudeli carcerieri e aguzzini austro-ungarici della morte per fame e fatica dei poveri prigionieri italiani, e ancora oggi molti libri riportano come vero questo clamoroso falso storico.
...l'altra faccia della medaglia - o almeno una conseguenza di quanto sopra - erano le pallottole "magiche" del nemico che durante gli assalti, ma anche nell'osservazione dalla trincea, colpirono taluni ufficiali alla schiena....
E i carabinieri sorpresi da soli... aeroplano abbattuto, dicevano i fanti...
Tanta severità e spietatezza deriva dalla forma mentis che veniva plasmata negli ufficiali, fin dai tempi dell'Armata Sarda Piemontese, probabile retaggio della Restaurazione.
Un tempo dove i nobili, tornati al potere dopo la parentesi napoleonica, potevano davvero dire e dimostrare coi fatti al popolo che, come il Marchese del Grillo di Alberto Sordi: "Io so io...e voi nun siete un c...o!!!"
Leggete le punizioni previste in questo Editto di Carlo Felice del 1822 e considerate che la punizione delle "bretelles" (colpi inferti alla schiena a cinghiate) non potevano essere inferiori ai cento (!!!) e non eccedere le mille (!!!), mentre per le vergate il numero minimo era trecento e non più di ottocento...
"Trattamenti" che oggi non sarebbe pensabile riservare neanche al più abbietto dei criminali...
atroce [974
Anche si... [17 [17 [17 [17 [17Citazione:
"Trattamenti" che oggi non sarebbe pensabile riservare neanche al più abbietto dei criminali...
.....Kleiner Pal, il Re dei garantisti!!! [17Citazione:
Originariamente Scritto da kleiner pal
Garantito che non ci riprovano... [17 [17 [17
anche a certi personaggi pubblici allora....non solo ai carcerati [151
Ma quelli in guerra mica ci andrebbero comunque!!!! [974
Siamo figli di una età e di una società che ha finito per viziarci.
Non tanto perchè trovo ingiusto vivere in uno Stato di diritto, degno di questo nome, quanto perchè trovo ingiusto che si sia finiti per ritenere "normale" il benessere che viviamo quotidianamente finendo per non goderne la profonda e fortunata unicità...
La realtà sociale che viviamo, storicamente e geograficamente, costituisce meno di un lampo nelle tenebre.
Una scintilla, direi.
Di certo un privilegio che per secoli è stato neppure sognato e teorizzato dai filosofi più fantasiosi...
Siamo persone fortunate... e tendiamo a dimenticarcene, purtroppo... ma a non molta distanza da noi, temporale e geografica, le cose sono e sono state molto, ma molto diverse...
Da parte mia, nel 2005, ho trasalito nell'imbattermi in campi minati a 40 minuti di volo da Roma e ad ascoltare le storie di guerra di un mio coetaneo di Zara, che aveva negli occhi la medesima tristezza di reduce di mio nonno...
Ragazzi... ringraziamo il Cielo e baciamo per terra... augurandoci che lo stile di vita che i nostri avi hanno conquistato per noi si estenda un giorno al resto dell'umanità...
Ragazzi... ringraziamo il Cielo e baciamo per terra... augurandoci che lo stile di vita che i nostri avi hanno conquistato per noi si estenda un giorno al resto dell'umanità...
mi unisco a questo tuo pensiero nella speranza che per l'insipienza e l'avidità di pochi - e neanche tanto pochi - non si sia noi a unirsi al resto del mondo...
Rawa Ruska
Ti accorgi dell'importanza della pace quando non c'è più...