Allegati: 1
La marcia contro la Vandea
Volevo segnalare questo nuovo libro di Vincenzo Podda, sui reparti antipartigiani della RSI
RAP, RAU, CARS, CoGu. Che cosa si nascondeva dietro a queste sigle apparentemente astruse? Chi furono gli artefici dell'organizzazione della lotta antiribellistica nei cruenti e tragici anni di Salò? Quale fu il vero ruolo dei tedeschi e quale quello del maresciallo Graziani? Basata in gran parte su una documentazione inedita, ecco la storia mai raccontata di una delle pagine meno note e più controverse della guerra civile 1943 - 1945: quella dei reparti antipartigiani dell'esercito della RSI.
Brossura 15 x 21 pagg. 331 + pagg. 16 di immagini b/n e pagg. 8 a colori
Stampato nel 2012 da Editrice Lo Scarabeo
Alfa
Re: La marcia contro la Vandea
Ma.... documenti o la solita "giustificazione" dei carnefici?
RR
Re: La marcia contro la Vandea
Come mai il titolo ricorda la Rivoluzione Francese?
Re: La marcia contro la Vandea
forse scrivere "lotta antiribellistica" dopo tanti anni non aiuta molto il dialogo storiografico su un periodo ancora pieno di luci e ombre (da entrambe le parti ... mi sembra inutile sottolinearlo) ... a meno che la citazione sia volontaria perchè riprende qualche testo o delibera coeva ... nel qual caso forse andava virgolettato. Poi non comprendo ... perchè citare la lotta contro la Vandea? Se ricordo bene i Vandeani erano controrivoluzionari cattolici che si erano strenuamente opposti alla vento rivoluzionario repubblicano francese .... o sbaglio? Cosa c'entra la Vandea con i partigiani? Qualcuno me lo sa cortesemente spiegare?
Tonle
Re: La marcia contro la Vandea
Citazione:
Originariamente Scritto da sven hassel
Come mai il titolo ricorda la Rivoluzione Francese?
ach ... scusa Sven .... ti ho letto dopo ... e vedo che le nostre perplessità sono comuni
Re: La marcia contro la Vandea
Il titolo si rifà ad una frase di Pavolini durante un discorso alle BB.NN. tenutosi dopo la scadenza della famosa "Amnistia del Duce" che prometteva l' immunità e il perdono ai partigiani (soprattutto renitenti alla leva) che fossero tornati a casa. Pavolini, incitando i suoi reparti a combattere il ribellismo nell' ambito dei grandi rastrellamenti in programma nelle zone controllate dai partigiani disse: "Questa sarà la nostra marcia contro la Vandea", facendo un paragone diretto con le atrocità commesse dai rivoluzionari francesi contro i vandeani giustificate col fatto che diversamente la Repubblica Francese avrebbe potuto soccombere davanti alla restaurazione filomonarchica - così sarebbe accaduto anche alla RSI. Tenete presente che i partigiani, pur in maggioranza di sinistra erano spesso definiti dalla pubblicistica di Salò monarco-badogliani...
Re: La marcia contro la Vandea
Citazione:
Originariamente Scritto da Il Cav.
Il titolo si rifà ad una frase di Pavolini durante un discorso alle BB.NN. tenutosi dopo la scadenza della famosa "Amnistia del Duce" che prometteva l' immunità e il perdono ai partigiani (soprattutto renitenti alla leva) che fossero tornati a casa. Pavolini, incitando i suoi reparti a combattere il ribellismo nell' ambito dei grandi rastrellamenti in programma nelle zone controllate dai partigiani disse: "Questa sarà la nostra marcia contro la Vandea", facendo un paragone diretto con le atrocità commesse dai rivoluzionari francesi contro i vandeani giustificate col fatto che diversamente la Repubblica Francese avrebbe potuto soccombere davanti alla restaurazione filomonarchica - così sarebbe accaduto anche alla RSI. Tenete presente che i partigiani, pur in maggioranza di sinistra erano spesso definiti dalla pubblicistica di Salò monarco-badogliani...
grazie Il Cav. per la risposta, adesso, nella complessità delle idee, è più chiaro. Ciao, tonle
Re: La marcia contro la Vandea
Citazione:
Originariamente Scritto da tonle
forse scrivere "lotta antiribellistica" dopo tanti anni non aiuta molto il dialogo storiografico su un periodo ancora pieno di luci e ombre (da entrambe le parti ... mi sembra inutile sottolinearlo) ... a meno che la citazione sia volontaria perchè riprende qualche testo o delibera coeva ... nel qual caso forse andava virgolettato. Poi non comprendo ... perchè citare la lotta contro la Vandea? Se ricordo bene i Vandeani erano controrivoluzionari cattolici che si erano strenuamente opposti alla vento rivoluzionario repubblicano francese .... o sbaglio? Cosa c'entra la Vandea con i partigiani? Qualcuno me lo sa cortesemente spiegare?
Tonle
Eh, la strada per il "dialogo storiografico" l'è lunga... tra "antiribelli" (come da te giustamente citato) e "giustificazioni" dei "carnefici" (come qualche post sopra)...
In effetti, il titolo sembra fatto apposta per negare ogni pretesa scientifica del testo (mi perdonino gli amici della Ritter/Scarabeo, editori del libro)... un libro sui Reparti Antipartigiani (il primo, credo) delle FFAA della RSI avrebbe meritato un titolo senza l'aulica citazione di Pavolini (che sembra fatta apposta per prestare il fianco a critiche "storiografiche" da parte antifa) e il "Salò" ( - brrrrr! - che sarebbe giusto stigmatizzare non solo per l'inesattezza formale - "Repubblica di Salò" infatti è un errore sostanziale, oltre a essere un termine che, per vulgata, è usato solitamente in opere dal sapore pasoliniano più che in quelle meno faziose).
Il termine corretto, al posto di "antiribelli" e che darebbe - a vantaggio degli autori e editori, tra l'altro - ben altro impatto al libro sarebbe "CONTROGUERRIGLIA" (COIN, Counter Insurgency) e al posto di "ribelli" (termine accettabile nel LESSICO STORICO MILITARMENTE CORRENTE solo se inserito nel solo contesto di una citazione da fonti dell'epoca), può andare "partigiani" (specie se si scrive di Guerra in Italia, 1943-1945) o in certi casi anche "forze irregolari", ma già questa definizione può essere opinabile.
Re: La marcia contro la Vandea
quando però leggo queste discussioni .... chissà perchè ma sono un pò più fiducioso sul fatto che forse si stia cominciando a fare piccoli strappi nel velo dell' incomprensione (per usare un eufemismo) che ha regnato fino a poco tempo fa. Del resto ci voleva un giornalista come Pansa (o uno storico come Vivarelli) per riaprire la discussione su quegli anni terribili e dare finalmente la voce ai cosiddetti "vinti".
P.S anch'io ho sempre detestato il termine di Repubblica di Salò per non parlare di "repubblichini" .... veramente odioso e irrispettoso di chi, volente o no, si è ritrovato dall'altra parte della barricata.
Un saluto a tutti, tonle
Re: La marcia contro la Vandea
Ok, vedo che in questo forum - diversamente da altri che non nomino - si riesce a discutere ed interrogarsi sul più grande e finora irrisolto trauma collettivo della storia d' Italia mantenendo se non il rispetto di opinioni diverse dalle proprie, almeno un tasso di civiltà insolitamente elevato. Non sarà molto, ma è già qualcosa! [264 Grazie a tutti comunque la pensiate, ci sono fin troppe occasioni fuori da questa piccola oasi per fare abuso di Malox... [icon_246
Quanto al termine Salò, non mi riferivo certo alle elucubrazioni erotiche di PPP [974, ma è incontestabile che il termine, sia pur nato per fini propagandistico/dispregiativi, è entrato nell' uso comune e non è senza motivazioni! Ricordate la foto del barone Shinrokuro Hidaka che il 4 nov. 43 porta la corona del governo nipponico sul monumento ai caduti della cittadina lacustre, essendo il monumento al Milite Ignoto di Roma "al momento indisponibile"? [249
Re: La marcia contro la Vandea
:-D figurati, il mio "pasoliniano" era riferito in generale... Sul Salò, infatti stigmatizzavo l'uso in opere "storiche", colloquialmente ci può stare.
Re: La marcia contro la Vandea
Per ricollegarmi a quanto affermava IlCav., quando si è sinceramente interessati a un dibattito storiografico, penso che il dialogo sia sempre possibile ed auspicabile, anche e soprattutto tra vedute diverse. Sfortunatamente troppo spesso, e in particolare nel mondo accademico, tutto viene stravolto in strumentalizzazione politico/partitica.
Re: La marcia contro la Vandea
Citazione:
Originariamente Scritto da tonle
quando però leggo queste discussioni .... chissà perchè ma sono un pò più fiducioso sul fatto che forse si stia cominciando a fare piccoli strappi nel velo dell' incomprensione (per usare un eufemismo) che ha regnato fino a poco tempo fa. Del resto ci voleva un giornalista come Pansa (o uno storico come Vivarelli) per riaprire la discussione su quegli anni terribili e dare finalmente la voce ai cosiddetti "vinti".
Paradossalmente - immagino che tu non lo sappia - citi le eccezioni che confermano la regola. Pansa, che non è solo un giornalista ma è stato a lungo anche uno storico della resistenza, viene da una certa posizione politica e grazie a quella sua lunga militanza non hanno potuto "contestarlo" in maniera credibile (perchè a farlo lo hanno fatto) accusandolo di nostalgismo e "revisionismo" (come fosse una parolaccia). Lui stesso ha scritto senza Giorgio Pisanò non avrebbe mai potuto scrivere i suoi ultimi libri (quelli chiamiamoli anti-vulgata intendo). Ma a Pisanò non è mai stata concessa la visibilità che pur avrebbe strameritato a suo tempo (sempre per i soliti motivi di fazione).
Se poi ti riferisci a Roberto Vivarellli (ex giovanissimo volontario delle BBNN), bisogna avere il coraggio di dire che (lo dico come dato di fatto) non ha mai raggiunto la visibilità e notorietà del fratello Piero, noto regista e sceneggiatorre militante del PCI, anche se già combattente della Xa (esperienza che non ha mai rinnegato e a cui ha dedicato anche q.che documentario, se ricordo bene).
Basti dire che lo stesso Renzo de Felice è nato, prima di diventare storico del Fascismo, come storico del Giacobinismo in Italia ed è stato a lungo militante del PSIUP.
Sintetizzo quello che voglio dire: sei proprio sicuro che noi (noi pubblico) avremmo mai avuto un Pansa e un de Felice per dire, se essi fossero nati completamente estranei a un certo estabilishment culturale e avessero iniziato i loro studi storiografici direttamente dal fascismo?????
Secondo me NO...
Re: La marcia contro la Vandea
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Citazione:
Originariamente Scritto da tonle
quando però leggo queste discussioni .... chissà perchè ma sono un pò più fiducioso sul fatto che forse si stia cominciando a fare piccoli strappi nel velo dell' incomprensione (per usare un eufemismo) che ha regnato fino a poco tempo fa. Del resto ci voleva un giornalista come Pansa (o uno storico come Vivarelli) per riaprire la discussione su quegli anni terribili e dare finalmente la voce ai cosiddetti "vinti".
Paradossalmente - immagino che tu non lo sappia - citi le eccezioni che confermano la regola. Pansa, che non è solo un giornalista ma è stato a lungo anche uno storico della resistenza, viene da una certa posizione politica e grazie a quella sua lunga militanza non hanno potuto "contestarlo" in maniera credibile (perchè a farlo lo hanno fatto) accusandolo di nostalgismo e "revisionismo" (come fosse una parolaccia). Lui stesso ha scritto senza Giorgio Pisanò non avrebbe mai potuto scrivere i suoi ultimi libri (quelli chiamiamoli anti-vulgata intendo). Ma a Pisanò non è mai stata concessa la visibilità che pur avrebbe strameritato a suo tempo (sempre per i soliti motivi di fazione).
Se poi ti riferisci a Roberto Vivarellli (ex giovanissimo volontario delle BBNN), bisogna avere il coraggio di dire che (lo dico come dato di fatto) non ha mai raggiunto la visibilità e notorietà del fratello Piero, noto regista e sceneggiatorre militante del PCI, anche se già combattente della Xa (esperienza che non ha mai rinnegato e a cui ha dedicato anche q.che documentario, se ricordo bene).
Basti dire che lo stesso Renzo de Felice è nato, prima di diventare storico del Fascismo, come storico del Giacobinismo in Italia ed è stato a lungo militante del PSIUP.
Sintetizzo quello che voglio dire: sei proprio sicuro che noi (noi pubblico) avremmo mai avuto un Pansa e un de Felice per dire, se essi fossero nati completamente estranei a un certo estabilishment culturale e avessero iniziato i loro studi storiografici direttamente dal fascismo?????
Secondo me NO...
caro Vexillifer, non ti quoto ... ti straquoto! Pansa iniziò a scrivere il suo primo libro sulla resistenza partendo da una sua tesi di laurea, poi scrisse "Il gladio e l'alloro" per Mondadori e ancora non aveva iniziato quello che potremmo definire il suo nuovo "percorso". Il fatto che tutti gli autori citati facessero parte di una certa parte politica è innegabile ma è altrettanto vero che, anche se molto in ritardo, vada loro riconosciuto qualche merito. Ho citato apposta le uniche eccezioni che confermano la regola , ben conscio che solo in quanto appartenenti a una certa fazione hanno scatenato il putiferio che tutti conosciamo. Pisanò, come tanti altri scrittori "militanti" (solo per citarne uno che ho avuto l'onore di conoscere: Mazzantini) non sono mai stati considerati dalla storiografia ufficiale ... e questo è un dato di fatto purtroppo. Ma questo non deve portare a demerito dell'opera svolta negli ultimi anni dagli storici e giornalisti/memorialisti già citati. In poche parole: "meglio tardi che mai" ... l'importante è che se ne parli ... da quanti anni è stata istituita la "giornata delle foibe"? Vogliamo parlarne? Fino a poco tempo fa i politici facevano a gara a farsi fotografare davanti alla foiba di Basovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992 ... ma prima? Nel mio libro di storia del liceo la storia delle foibe non era neanche citata, in quello che userà a scuola mio figlio si .... questo mi sembra solo un bene e un segno che le cose(forse) stanno cambiando. Cordialità, Tonle
Re: La marcia contro la Vandea
Citazione:
Originariamente Scritto da tonle
Ma questo non deve portare a demerito dell'opera svolta negli ultimi anni dagli storici e giornalisti/memorialisti già citati. In poche parole: "meglio tardi che mai" ... l'importante è che se ne parli ... da quanti anni è stata istituita la "giornata delle foibe"? Vogliamo parlarne? Fino a poco tempo fa i politici facevano a gara a farsi fotografare davanti alla foiba di Basovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992 ... ma prima? Nel mio libro di storia del liceo la storia delle foibe non era neanche citata, in quello che userà a scuola mio figlio si .... questo mi sembra solo un bene e un segno che le cose(forse) stanno cambiando. Cordialità, Tonle
Pienamente d'accordo con te, lungi da me l'idea di portare a demerito, per carità, anzi! Semplicemente facevo una riflessione. Benissimo anche la giornata delle foibe o anche il 27 gennaio, ma bisognerebbe fare un ulteriore salto in avanti, cioè evitare che queste giornate della memoria si trasformino in clavi da abbattere ideologicamente contro gli avversari politici. Insomma non servono se il loro uso è solo strumentale.
Sul forum ilCovo abbiamo anche pubblicato una lettera aperta di uno studioso giuliano-dalmata, nostro membro, proprio su questo tema.
Re: La marcia contro la Vandea
diciamo, parafrasando un noto motto del Ventennio, che il campo da seminare è lungo ma l'aratro ha iniziato a tracciare il solco! Un caro saluto, tonle
P.S ricordiamoci che in Italia anche i personaggi dei fumetti sono stati recentemente utilizzati come protagonisti di spot elettorali e una famosa casa editrice nostrana ha dovuto pure pubblicare una diffida sul suo sito internet! Questo, mi sembra, la dice tutta
Re: La marcia contro la Vandea
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Citazione:
Originariamente Scritto da tonle
Ma questo non deve portare a demerito dell'opera svolta negli ultimi anni dagli storici e giornalisti/memorialisti già citati. In poche parole: "meglio tardi che mai" ... l'importante è che se ne parli ... da quanti anni è stata istituita la "giornata delle foibe"? Vogliamo parlarne? Fino a poco tempo fa i politici facevano a gara a farsi fotografare davanti alla foiba di Basovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992 ... ma prima? Nel mio libro di storia del liceo la storia delle foibe non era neanche citata, in quello che userà a scuola mio figlio si .... questo mi sembra solo un bene e un segno che le cose(forse) stanno cambiando. Cordialità, Tonle
Pienamente d'accordo con te, lungi da me l'idea di portare a demerito, per carità, anzi! Semplicemente facevo una riflessione. Benissimo anche la giornata delle foibe o anche il 27 gennaio, ma bisognerebbe fare un ulteriore salto in avanti, cioè evitare che queste giornate della memoria si trasformino in clavi da abbattere ideologicamente contro gli avversari politici. Insomma non servono se il loro uso è solo strumentale.
Sul forum ilCovo abbiamo anche pubblicato una lettera aperta di uno studioso giuliano-dalmata, nostro membro, proprio su questo tema.
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Tanto per cominciare, il fatto che non abbiamo una Arlington, o per restare in europa, una Valle De Los Caidos, dove i caduti possano riposare fianco a fianco secondo la lapalissiana constatazione che la morte affratella tutti al di la degli odii e delle fazioni è il miglior esempio di quanto siano di retroguardia gli alti lai di certo "culturame". Se c' era arrivato in illo tempore il Principe di Bisanzio, Flavio Focas Comneno/ Fournier Antonio De Curtis - in arte Totò, quanti secoli serviranno ai "gendarmi della memoria" per capire che la morte è una livella? [11
Re: La marcia contro la Vandea
oh, dopo l'iniziale nervoso, finalmente ho trovato un po' di malox in questo topic!
Noto con piacere che ci sono persone intelligenti, curiose e con la mente libera dalle verità preconfezionate che hanno ancora la voglia e il coraggio per cercare le informazioni su cui trarre libere conclusioni.
La frase "Ma.... documenti o la solita "giustificazione" dei carnefici?" riassume da sola quanto siano forti e radicati i preconcetti ad un confronto obiettivo e sereno. So bene che la propria visione della vita, le posizioni ideali e altri fattori personali rendono impossibile un'analisi asettica, ma almeno riconoscere la realtà dei fatti, specie confrontandoli con gli ex-post, non dovrebbe lasciare adito a dubbi di sorta. Le risposte più che esaustive alla boutade sono frutto di una cultura non comune (leggi "conforme") di cui purtroppo godono solo i soggetti di cui sopra, questi interventi non hanno bisogno di ulteriori commenti e approvazioni. Vorrei solo aggiungere che se i vincitori fossero onesti, sostituirebbero la parola "liberazione" con "cambio di regime", visto che i liberatori non se ne sono più andati, anzi ci trascinano militarmente in progetti funzionali alla loro strategia a noi totalmente estranea, e qui mi fermo altrimenti ci sarebbe da consumare la tastiera. Inoltre non credo alla democrazia, condizione a cui non ambisco e che considero uno specchio per le allodole, mentre ai regimi riconosco l'onestà di proclamarsi tali.
Condivido pienamente l'affermazione di vexillifer sulle giornate della memoria, vere e presunte, credo siano uno strumento per condannare l'una e l'altra parte in nome dell'unica forma politica che si è imposta.
PS: per quanto riguarda la "solita giustificazione", vorrei sapere dove si trova quell'idilliaco luogo in cui è così frequente la visione dei fatti da parte dei vinti, il mondo che frequento io mi bombarda quotidianamente da sempre con tutti i mezzi della solita propaganda a senso unico, quello dei vincitori........alla faccia della democrazia e della libertà.......