[ROMA] Bunker alle porte di Roma: la via Pontina

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E STRATEGICO
I bunker si trovano alle porte di Roma lungo la famigerata S.S. 148 Pontina (una delle 10 strade più pericolose d`Italia).

Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...20_Accesso.jpg
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La loro posizione su un basso crinale permetteva il controllo della vallata sottostante e della stessa Pontina vecchia, la via principale di accesso a Roma proveniendo da Anzio e Nettuno (dicono niente questi nomi?). Non ho trovato più la fonte, ma ricordo di aver letto che nella zona reparti Tedeschi ed Italiani utilizzarono questi bunker nel tentativo di ostacolare l`avanzata alleata.

Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...9153346_3d.jpg
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L`accessibilità è buona: ho lasciato la macchina in via Collalti, poi si passa sotto la Pontina nuova e dopo una brevissima passeggiata si arriva alla base della collinetta.Sconsiglio vivamente di fermarsi sulla Pontina!!!

DESCRIZIONE
Sul campo e dalle immagini satellitari ho rilievato solo 3 opere 2 P.C.M. ed 1 bunker monoarma. Tutti e 3 presentano una mimetizzazione parziale del tetto con pietra locale e sono costruite con il solito cemento molto poco armato, questa volta con una proporzione decente tra pietra e cemento (cioè molto cemento e poca pietra contrariamente al solito).

Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...3513_dagiu.jpg
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Entrambe le P.C.M. sono interessanti per motivi diversi una perchè permette di notare la tecnica costruttiva con l`appoggio su un solettone in cemento e pietre locali l`altra perchè molto "rovinata" sul lato frontale, non so se per qualche azione bellica.

Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...3653_Danni.jpg
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Dalle foto su entrambe si notano piccoli fori, non so quanto riconducibili a colpi d`arma da fuoco. Entrambe sono inacessibili, perciò non ho potuto vedere se c`erano supporti per le armi all`interno.

Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...13_Soletta.jpg
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Il bunker è in posizione più elevata e defilata rispetto alle 2 P.C.M. e dovrebbe avere 2 ingressi, ma la vegetazione ed il terreno non mi hanno permesso una identificazione sicura. Era composto da una camera circolare di circa 5 metri di diametro per uno spessore stimato dei muri di circa 1 metro alla quale si accedeva da un locale rettangolare circa 5 x 6.

Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...947_Bunker.jpg
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Chiudo con la piccola scheda riassuntiva:

Località : Tor de Cenci(Roma)
Coordinate GPS:41°46`09.00"N 12°26`30.80"E
Nazionalità : Italia Tipologia: Caposaldo
Periodo storico: II guerra mondiale Stato di conservazione: buono
Accessibilità : buona

Breve descrizione:caposaldo di difesa nel quale sono state identificate 3 opere (2 P.C.M., 1 bunker più porzioni di trincee e camminamenti)


E con questo il buon Sidescanner vi saluta e se ne va a trovare i suoi Vecchietti in Sardegna e a vedere se sono sopravissuti a Sidescannerino e Sidescannerino-ino[ciao2]

Asibiri mellus!

Ne ha presi di colpi....
senza aprirsi a metà*!

ciao

la descrizione dell'azione bellica di cui sono stati testimoni diretti è all'interno di:
EVENTI_CULTURA
post OCCUPAZIONE ALLEATA DI ROMA..ultimo intervento

di colpi ne ha presi in quantità* ma ha tenuto bene..
cmq. se si va più avanti nella valletta denominata fosso malpasso..in poce parole proseguendo sulla sinistra con le spalle alla fortificazione si trovano almeno altri tre di questi bunker..su altrettante collinette..mentre spalle al bunker postato, dall'altra parte della strada pontina, se ne trova un altro di cui è rimasto ad oggi solo parte del basamento in cemento e qualche scalino.
all'interno vi sono basi per mitragliatrici ed erano almeno fino a qualche hanno fa in ottime condizioni internamente..peccato per lo sporco e l'incuria!

ciao
digjo

<font color="blue">Grazie!
Ma quanti appassionati ci sono nella zona di Roma?
Esiste un censimento di questi bunker?</font id="blue">

Il sistema di posti di blocco era incompleto all'armistizio, anche se a ben vedere di fortini ce ne sono...

Torrente Arrone
Ponte Galeria
Casale del Risaro
Osteria Malpasso
Castel di Decima
MOnte dell'Aro
Monte Migliore
Vitinia....
(?)Pomezia(?)

e c'era anche in progetto, nel luglio 1943, una "bretella" difensiva Velletri-Lanuvio-Fosso Acquabona-Ardea-Fosso Nicastro.
[ciao2]

non sono appassionato di bunker..ma vi leggo con piacere.
ho dato il mio contributo relativo alla porzione di storia a cui mi interesso..Anzio/Nettuno..e non solo.

su pomezia non so cosa dirti..io di fortficazioni lì in zona non le ho viste, forse devono essere presenti sulla nettunense..ma ti ripeto non ne conosco.

per quanto riguarda la zona di Ardea..è di per se una fortezza, in quanto presenta una conformazione naturale del tutto particolare..non per niente soprannominata zona degli UADI..a causa di collinette tufacee che sovrastano piccoli avvallamenti di terreno e vallette in una successione pressochè ininterrotta..in inverno sono quasi totalmente acquitrinose e impraticabili per l'attraversamento ad esempio di carri armati..
la riprova di ciò è che di lì non passarono gli anglo americani dopo lo sbarco..ma tutte le azioni anche importanti per raggirare lo scoglio di Campoleone/aprilia si infransero da quel lato!
anche lì non ne ho viste di fortificazioni...ma probabilmente ve ne sono..non so!

ciao
digjo

ovviamente Castel di Decima e Osteria Malpasso fanno parte di quelli già* citati..


ciao
digjo

Incredibile .....ci sono bunker proprio dappertutto! [:P]

Reportage impeccabile!

Digjo grazie delle precisazioni!
Le fonti che ho citato sono una vecchia pubblicazione "i forti di Roma" ed un documento d'archivio.
Se poi si vanno a leggere i libri che parlano della difesa di Roma post armistizio beh...l'elenco dei "posti di blocco" è veramente lunghissimo, ma non credo corrisponda ad altrettanti fortini.

a presto
[ciao2]

E' stato un piacere contribuire..
la "sezione fortificazioni e varie"..è un pilastro in questo Forum

ciao
digjo

Citazione:

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Originariamente Scritto da digjo

E' stato un piacere contribuire..
la "sezione fortificazioni e varie"..è un pilastro in questo Forum

ciao
digjo

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Ultimamente non posso non quotare gli interventi di Dijo.La stanza delle fortificazioni è davvero esemplare,ed ogni topic,anche il più semplice,diventa una bella vetrina di discussione ed apprendimento.Ancora complimenti.

Non è detto che queste opere siano state necessariamente coinvolte solo dai combattimenti con gli alleati sbarcati ad Anzio: Forte Ostiense e Porta San Paolo sono su quella direttrice, poco distanti...

https://it.wikipedia.org/wiki/Forte_Ostiense
http://www.patriaindipendente.it/wp-...i-1024x658.jpg
http://acs.beniculturali.it/commerci...84-300x300.jpg

http://www.poliziadistato.it/statics...logo.jpg?art=1

https://www.roma8settembre1943.it/s/...g?t=1456746015

https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-c...img9003552.jpg

Non solo: poco distante, proprio lungo la direttrice tra Forte Ostiense e Porta San Paolo, c'è il quartiere della Montagnola e Garbatella.
Erano quartieri popolari, nei quali erano stati portate le povere persone che abitavano nella zona di Via Alessandrina, quartiere abbattuto per volontà del Duce, per aprire Via dei Fori Imperiali.
Vi covava la resistenza romana.
Non sorprende, dunque che, a seguito degli eventi dell'8 settembre, molti civili scesero in strada per combattere contro i nazifascisti.
Parliamo di una zona a ridosso anche delle Fosse Ardeatine, che pochi mesi dopo furono teatro dell'eccidio.

Fu appunto in questi luoghi ed in quei giorni che la Divisione “Granatieri di Sardegna”, insieme a carabinieri, cavalieri, carristi, bersaglieri, artiglieri e genieri, aiutati e soccorsi dai civili del luogo, diede vita ad atroci combattimenti contro le truppe tedesche.
La Divisione si trovava schierata nel settore meridionale di Roma su un fronte a semicerchio a cavallo del Tevere: un fronte lungo ventotto chilometri, distinto in due settori e sistemato su 13 caposaldi campali cui si aggiungevano quattordici posti di blocco interni e di sbarramento delle principali rotabili. Al 1° Reggimento Granatieri erano stati affidati i primi sette caposaldi: i primi quattro al I Battaglione sulla riva destra del Tevere, gli altri tre al III Battaglione; mentre il II Battaglione era stato posto di riserva divisionale nel Settore Ovest nella zona tra Abbazia Tre Fontane e Forte Ostiense. Al 2° Reggimento Granatieri erano stati affidati gli altri sei caposaldi.
Nell’area della Montagnola, oltre al Comando del 1° Reggimento Granatieri, ubicato in via Trisulti nella “Casa Rossa” ex-sede locale del Partito Fascista, era schierato, tra il Quadrivio Acqua Acetosa, la Via Laurentina e la Cava di pozzolana, il caposaldo n.6 (comandato dal capitano Pandolfo e comprendente il comando del III Battaglione, Comandato dal Ten. Col Ammassari, e del Gruppo Artiglieria).

A partire dalla notte tra l’8 ed il 9 settembre, tutti i capisaldi furono attaccati dai tedeschi ed ognuno di essi divenne centro di combattimenti ravvicinati e di corpi a corpo. Violenti furono quelli della zona estrema meridionale tra la Via Ostiense e le Capannelle e quelli sulla Via Laurentina. In particolare la lotta fu aspra soprattutto attorno ai capisaldi n.5 (schierato intorno al Ponte della Magliana) e n.6.
Verso le sedici del giorno 9 i paracadutisti germanici fecero sostare dinnanzi a detto caposaldo, in corrispondenza della Via Laurentina, una colonna di oltre cinquecento militari italiani prigionieri, disarmati; un ufficiale germanico intimò la resa del caposaldo, rivelando che in caso di mancata accettazione della resa avrebbe fatto passare per le armi i prigionieri italiani.
Ma la minaccia non sortì l’effetto desiderato, in quanto il valoroso tenente colonnello D’Ambrosio rispose che i granatieri di Sardegna non conoscono la parola resa ed i germanici si ritirarono.
Lo stesso caposaldo n.6 nel pomeriggio vide cadere tra i primi in un furioso corpo a corpo il capitano Vincenzo Pandolfo, alla cui memoria è stata poi concessa la medaglia d’oro.

Era al forte Ostiense, nella cappella dell’Istituto Gaetano Giardino, istituto che ospitava circa quattrocento bambini orfani di guerra e minorati psichici, sotto l’assistenza di trentacinque suore francescane Alcantarine. Nei cortili e nei sotterranei del forte erano attestati ottocento granatieri, il cui comando di reggimento era in via Trisulti nella sede dell’ex fascio locale. Stavano sul piede di guerra, perché nella notte tra l’8 e il 9, al posto di blocco del ponte della Magliana, i tedeschi avevano proditoriamente assalito i nostri e catturato il colonnello Ammassari. Col pretesto di avere via libera per il nord, cercavano di smobilitare i posti di guardia. Scontri a fuoco, e primi granatieri e carabinieri della Magliana e di S. Paolo feriti dal “kamerati, kamerati”. I feriti vennero accolti nelle case della Montagnola e medicati alla meglio, mentre si stringeva un segreto patto tra militari e borghigiani. […] I sergenti correvano dai sotterranei ai cortili, sui ciglioni delle scarpate verso il Tevere, a distribuire soldati e armi, e a dare consegne.
La torre del forte usava anche allora dieci minuti di vantaggio nel segnare il tempo, ma ricordo che aveva da poco dato i tocchi delle sei, quando si udì un fitto e nutrito fuoco di fucileria, e si videro cadere a centinaia foglie e rami degli eucalipti che circondavano l’istituto. I tedeschi erano ormai insediati e armatissimi nel Palazzo della Civiltà Fascista all’EUR (l’attuale Palazzo della Civiltà Italiana), nel Palazzo degli Uffici e sui ripiani della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Alle sette non c’era più un vetro sano. I fucili 91 presero subito a rispondere. Le nostre mitragliatrici parvero ben presto inferiori a quelle tedesche dal fuoco feroce e tagliente. […]

La Bandiera del 1° Granatieri veniva messa in salvo e affidata alla custodia dell’avvocato Ottavio Libotte, ex granatiere. Occupato il forte, la battaglia continuò nei campi della Montagnola, nelle scuole elementari e nelle due piccole roccaforti del palazzo rosso dell’ex fascio, e nella casa di Quirino Roscioni, il fornaio della zona, già mutilato della Grande Guerra. Dai due fortilizi granatieri, guastatori e popolani sostennero un nutrito fuoco e, con alcuni carabinieri attestati nelle case di via Pomposa, sbarrarono il passo della Laurentina ai tedeschi. Fu presso le scuole che cadde eroicamente il giovane sottotenente dei Granatieri Luigi Perna (medaglia d’oro al valor militare). Quando questi cadde, colpito in fronte da un proiettile anticarro, le scuole, padiglioni in legno, erano a fuoco investiti dai lanciafiamme, la cancellata e la rete erano contorte attorno al cadavere, e mi fu vietato per un’ora di accostarmi. Un soldato tedesco, tra le sbarre del cancello, tolse il 91, lo spezzò e lo depose in croce sul caduto. Le truppe tedesche si rovesciarono per la Laurentina giù verso l’Ostiense e Porta S. Paolo.
Quirino Roscioni, il fornaio, che aveva trasformata con soldati e popolani la casa e il forno quale ultima trincea, esaurite le munizioni, procurò ai militari dei vestiti borghesi per metterli in salvo, quindi con la cognata Pasqua D’Angelo attese la sorte che i tedeschi gli avrebbero data. Cacciato di casa, chiese di raggiungere la parrocchia. Gli fu concesso, ma quando si trovava a pochi passi dalla chiesa, una raffica di mitra lo colpiva mortalmente al collo, assieme alla cognata. Allo stesso modo, alle porte della chiesa, vennero uccisi altri sette parrocchiani.


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http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=16604