Maleme (Creta) Cimitero militare tedesco, Blocco 2 -Tomba 956, Johann Becker 10.11.1923-12.09.1943 così recita la sua lapide ...un destino il suo tragicamente legato a quello di altri nella complessa trama di fili che regolano la vita..
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Maleme (Creta) Cimitero militare tedesco, Blocco 2 -Tomba 956, Johann Becker 10.11.1923-12.09.1943 così recita la sua lapide ...un destino il suo tragicamente legato a quello di altri nella complessa trama di fili che regolano la vita..
.. il suo libretto, eccolo! è stato rilasciato ad Hanau il 30 Maggio 1941;converrete anche voi che è molto semplice e facile da leggere; questo però è il libretto di un soldato che è stato un “inconsapevole attore” della tragica storia nascosta tra le sue povere righe.
Johann (Wilhelm) Becker, era nato il10.11.1923 a Windecken-Hanau/Cassel, era un cittadino tedesco di religione protestante , celibe, di professione tipografo. Il padre Johannes (manovale edile) si era sposato con Margaret (Wolz da nubile).
Aveva frequentato le scuole elementari e all’età di 18 anni era stato chiamato alle armi come soggetto all’obbligo di Leva.
Il 30 Maggio 1941 è dichiarato temporaneamente inabile, viene quindi rinviato fino al 30.11.1941 e valutato idoneo al Servizio del lavoro nell’esercito.
Il 6 Febbraio 1942 viene rivisto e giudicato idoneo al combattimento.
Il 17 Aprile 1942 viene inviato alla 4.Kp. del “Pz. Jager Ers. Abtl. 9” di Gelnhausen; il 22 dello stesso mese è giudicato nuovamente idoneo al combattimento.
Una settimana dopo presta il suo giuramento.
Durante il suo servizio viene addestrato all’uso del K 98, del Pak. da 3,7cm. e da 5 cm e della l.M.G.34.
È promosso Gefreiter
Il 26 Maggio 1942 viene sottoposto ad una visita; vengono diagnosticate malattie del naso e cardiache ma è giudicato idoneo al suo impiego in area tropicale.
Rivisto il 24 Settembre 1942 vengono diagnosticate solo malattie del naso ed è nuovamente valutato idoneo al combattimento in area tropicale.
Il 25 Settembre 1942, viene subito trasferito al “Grenadier Regiment 65” e destinato alla “Sicurezza di Creta” in seno alla “22. Luflande”.
Qui rimarrà fino alla sua morte incrociando il suo destino con quello di molte altre persone…….
Ano Viannos, 65 Km. a Sud-est di Heraklion. Un pittoresco villaggio, con vecchie case, platani, fontane in pietra; costruito ad anfiteatro su tre colline, sulle pendici del monte Dikta ed esteso dal piccolo altopiano di Omalos fino alla costa del Mar libico. Nella zona sono caratteristiche le profonde gole scavate da torrenti e ricoperte di abbondante vegetazione.
Ecco il villaggio come si presentava in quel lontano 6 Giugno 1943 quando Ottahal Karl, corrispondente di guerra tedesco, scattò queste foto.
..fino a quel momento nulla poteva far pensare a cosa sarebbe successo di lì a poco.
Dopo la battaglia di Creta nel 1941Viannos faceva parte della zona di occupazione italiana. Fino alla fine del 1942 gli italiani non avevano quasi nessuna presenza nella zona e questo favorì la nascita e lo sviluppo dei gruppi di resistenza. Tra questi la più grossa banda di partigiani di Creta guidati da un certo Manolis Bandouvas conosciuto come “Pantouwas” che operava nell’area di Viannos. Agli inizi del 1943 l’attività di guerriglia di questi gruppi e il sentore di possibili piani alleati per invadere Creta spinsero gli italiani ad iniziare la costruzione di opere difensive sulla costa e ad attivare guarnigioni nella regione. I tedeschi che già dal 1942 avevano stanziato forze in alcuni villaggi costieri, crearono nel Maggio 1943 un piccolo avamposto con tre uomini a Kato Simi, un piccolo villaggio distante pochi chilometri da Viannos. Curiosamente questi tre soldati oltre a prestare la sorveglianza della zona erano incaricati di curare la raccolta delle patate per le truppe di occupazione.
E’ il 1943 gli alleati avevano invaso la Sicilia, era seguito l’annuncio dell’armistizio italiano dell’8 Settembre e le notizie di una imminente operazione alleata su Creta che già circolavano sembrano sempre più veritiere .. è in questo clima che Bandouvas decise di ordinare un “attacco” contro l'avamposto tedesco a Kato Simi.
Fu così che il 10 Settembre i partigiani uccisero due dei tedeschi presenti a Kato Simi e gettarono i loro corpi in uno dei crepacci presenti nella zona per nasconderli..
In merito a questa azione fonti inglesi diranno successivamente che Bandouvas agì senza consultarsi nel presupposto che le sue azioni lo avrebbero fatto diventare un eroe nazionale dopo l’invasione degli alleati.
Bandouvas a sua volta affermò di aver impartito l’ordine ai suoi uomini secondo disposizioni ricevute dal Cairo ma le sue dichiarazioni vennero poi contraddette da due agenti del SOE "Patrick Leigh Fermor e Thomas James Dunbabin".
Un'altra teoria suggerì che Bandouvas venne spinto all’azione cadendo ingenuamente in una trappola tesa dagli stessi inglesi che, preparandosi per il dopoguerra, avrebbero voluto vedere annientate le unità locali filo comuniste che stavano diventando sempre più popolari.
C’è da dire che la resistenza cretese aveva ricevuto l’appoggio inglese fintanto che aveva avuto la sua importanza strategica per la campagna del Nord-Africa. Al termine di questa, l’attività inglese si incentrò sul piano della politica in Grecia cercando di minare il movimento di sinistra della resistenza. Fu proprio l’agente britannico Patrick Leight Fermor una delle pedine determinanti nella divisione della resistenza cretese favorendo nel 1943 la creazione di un movimento alternativo finanziato dagli inglesi. In sostanza l’omicidio dei due soldati tedeschi sarebbe stato effettuato proprio su suggerimento di agenti britannici che avevano sperato che il bagno di sangue conseguente alle rappresaglie tedesche avrebbe assestato un duro colpo al movimento di sinistra.
..ma torniamo alla nostra storia
Poco dopo la loro morte, i corpi dei due soldati tedeschi di stanza in Kato Simi vennero scoperti e le notizie dell'accaduto vennero inviate al Comando tedesco che ordinò ad una compagnia di passare al villaggio per indagare sull’accaduto.
Bandouvas resosi conto nel frattempo delle possibili conseguenze per il paese a causa della sua azione decise allora di difenderlo. Aspettò i tedeschi e organizzò loro un agguato con 40 dei suoi uomini in una valle vicino all'ingresso di Kato Simi.
Quando il 12 Settembre, arrivarono, fra essi c’era sicuramente Johann che venne colpito a morte. L’annotazione sul suo libretto parla chiaro. Kato Simi probabilmente faceva capo alla municipalità di Viannos (Wianos).
Johann e i suoi commilitoni vennero attaccati e colpiti dal fuoco incrociato dei partigiani appostati più in alto. Nonostante la sorpresa iniziale, i tedeschi dopo una feroce battaglia che durò fino al tardo pomeriggio iniziato riuscirono però a ritirarsi. Le notizie provenienti da diverse fonti stimarono che fra loro ci furono tra 40 e 200 caduti considerando che molti furono feriti e 12 furono catturati vivi. Bandouvas che perse un solo uomo, si ritirò sulle montagne e fuggì poi in Egitto da dove ritornò poco prima della ritirata dei tedeschi da Heraklion.
Avuta notizia di quanto successo il Generale Comandante di Heraklion Friedrich-Wilhelm Müller ordinò al “Grenadier Regiment 65” di distruggere Viannos e di provvedere all’esecuzione di tutti i maschi oltre i sedici anni di età così come tutti quelli arrestati in campagna e sulle colline, indipendentemente dal sesso o età.
Le disposizioni prese alla lettera verranno messe in atto a partire dal 13 Settembre. Separati in piccoli gruppi, le forze del “Grenadier Regiment 65” circondarono la zona, penetrando contemporaneamente da varie direzioni.
All'inizio, la gente del posto venne rassicurata dicendo che non avevano brutte intenzioni e questo convinse molti degli uomini che erano fuggiti sulle montagne a tornare alle loro case. Fu il 14 Settembre che cominciarono le esecuzioni di massa indiscriminate, sparatorie improvvisate, arresti, torture, saccheggi, incendi dolosi e vandalismi. La popolazione locale fu trattata con crudeltà spaventosa e la mente mi porta inevitabilmente a ricordare “Marzabotto”: si racconta di donne incinte con il ventre squarciato, di membra amputate, di bambini feriti con le baionette o bruciati vivi. Anche qui i bambini, le persone disabili e anziani non sfuggirono alla rabbia della distruzione che continuò nel corso dei successivi due giorni costando la vita a 820 persone. Dopo il massacro l'area fu dichiarata zona proibita.
di seguito un paio di foto della repressione...
Dopo la guerra sono stati posti cippi in diversi villaggi; questo è il monumento per commemorare i caduti delle rappresaglie del 1943 che è stato eretto nel villaggio di Amiras vicino a Viannos.
Il Generale Müller successivamente catturato dall’Armata Rossa nella Prussia orientale e poi estradato in Grecia, venne accusato di crimini di guerra; condannato a morte il 9 Dicembre 1946 venne fucilato il 20 Maggio 1947.
Nessun altro pagò.
..osservate il volto sereno di questi bambini e dei loro genitori, .. sicuramente anche voi farete fatica a dimenticare la storia che vi ho voluto raccontare.
Interessante episodio storico, simile a molti atri accaduti e che accadono in ogni guerra
Sempre preciso e affascinante nella descrizione dei tuoi WP.
Complimenti Danilo!
E di quante altre storie simili non si parla e non si è mai parlato? Troppe...
Ti farò un dono, disse Polifemo a Ulisse, ti mangerò per ultimo...
Ciao a tutti,
boh ... mi chiedo come fai a capire tutte ste robe da un WP ???????????!!!!!!????
Bellissimo documento e bellissimo frammento di storia :-)
Ottima ricerca.
Ciao
Michele
Grazie di questo bel resoconto, vado spesso a Creta e sono stato anche nelle zone che hai descritto, l'ho letto con molto interesse.
Bravo.
PaoloZ
Volentieri, appena le trovo.
Ciao Ranville purtroppo non riesco a trovare le foto, chissa in quale hard disc le ho messe.
Ci torno quest'estate e se convinco la famigliola ci rifaccio un giro.
Promesso.
PaoloZ
Ok allora..... ho preso un granchione !!!
Ho ritrovato le foto che sono in un telefono che ho appena aggiustato.
Viannos è nella zona opposta a quella da me visitata.
Ma il cimitero di Malene è nella "mia" zona, avevo fatto confusione con Theriso un paesello nelle gole omonime che ha una storia di resistenza già ai tempi dell'occupazione Ottomana.
ecco qualche immagine del cimitero di Maleme
Allegato 231832
Allegato 231833
Allegato 231834
Allegato 231835
Interessante, complimenti!!! Ciao, Giovanni