Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Voglio segnalare un volumetto edito localmente nella mia città*, Cecina prov. Livorno.
Cecina fu, secondo quanto affermano le fonti della 34^ Infantry Division "Red Bull", la più grossa battaglia sul fronte tirrenico, dopo Anzio-Roma.
La battaglia di Cecina-Rosignano generalmente si data dal 24 giugno 1944 (presa di Massa Marittima - GR) al 19 luglio 1944 (presa di Livorno).
Geograficamente si tratta della fascia tirrenica larga circa 20 km, dal mare ai primi contrafforti delle colline grossetane, pisane e livornesi, per una lunghezza complessiva di circa 90 km.
In meno di un mese, in questa relativamente piccola porzione di terreno operò duramente la 34 "Red Bull" americana, e più precisamente il 442 Rgt. "Nisei", il 100° Combat Team "Nisei", il 133° Rgt, il 135° Rgt. e il 168° Rgt. + reparti di supporto Sanitario, Genio, Artiglieria, ecc.
Il supporto carri era fornito dal 752 Tank, rimasto peraltro famoso per aver messo fuori combattimento e catturato, proprio a Cecina, per la prima volta uno dei nuovi Tiger 221, considerati al momento quasi invincibili; la notizia fece il giro delle forze armate Alleate in tutta Europa.
Il fianco destro era tenuto invece dalla 81^ ID e occasionalmente reparti di questa Divisione presero parte alla battaglia.
Di fronte avevano la temibile 16^ Panzergrenadier Reichsfurher SS, la 162^ Feldivision LW, la 162^ Turkmenistan Division oltre a reparti della 1^ e della 4^ FSJ Division, reduci di Cassino, Anzio e via dicendo.
Erano presenti nella zona inoltre reparti della Kriegsmarine, della Polizia Combattente, e altri kampfguppen, spesso formati anche frettolosamente riunendo resti di Unità* più grandi, ma sicuramente molto motivati e determinati.
Geograficamente , anche se un po' a margine, si inserisce in questo contesto la battaglia dell'Isola d'Elba (16-18 giugno), della quale poco si sa ma che costò la vita a oltre 1500 soldati; e fu una assurda carneficina poiché si trattava di una operazione militare praticamente inutile, in quanto una volta presa Piombino, l'Elba sarebbe stat automaticamente tagliata fuori.
Ma motivi di prestigio Francese vollero questa "impresa"; lo sbarco delle Truppe Coloniali Francesi costò quasi 1000 caduti; da parte tedesca si ebbero 700 morti e 2000 prigionieri; dopo la resa tedesca l'isola conobbe la furia dei Nordafricati, lasciati liberi di compiere le note nefandezze.
Dopo di che il CEF prese la direzione Amiata-Siena e si allontanò (per la fortuna dei miei comterranei) dalla costa.
Da ricordare che i "Nisei" della 34^ ebbero in questo contesto il loro battesimo del fuoco, il 26 giugno, a Suvereto in località* Belvedere, un bastione naturale in piena campagna; di fronte avevano le SS, i parà*, i veterani della Sicilia, Cassino e via dicendo. Contro ogni previsione questi ragazzi guardati anche con un certo sospetto, oltre che scetticismo dai vertici USA, sbaragliarono la forte difesa tedesca; quasi 180 i caduti fra le SS, oltre a feriti e prigionieri; una trentina i morti americani.
Il libro in questione si incentra soprattutto sulle vicende della 34^ e sui caduti; ci sono i nomi di tutti, giorno per giorno; questo perché l'autore ha ritrovato degli elenchi dei caduti e con una serie di controlli incrociati, è riuscito a ricostruire le vicende, redigento una sorta di diario di battaglia, giorno per giorno; non disponendo deiu dati delle altre unità* americane e tanto meno dei tedeschi, è andato per approssimazione.
Le conclusioni sono che in meno di un mese su questo fazzoletto di terra, escludendo l'Elba della quale ho già* accennato, gli Alleati ebbero circa 1000 caduti; secondo le stime e i rapporti almeno 1500 furono i tedeschi; circa 1000 i caduti civili, fra partigiani, vittime di bombardamenti e rappresaglie; secondo una attendibile stima, circa 8000 furono i feriti.
Sono numeri impressionanti.
E impressionanete è anche leggere i rapporti quotidiani dei combattimenti, le motivazioni delle numerose medaglie d'oro e riconoscimenti concessi ai combattenti; io leggo nomi di località* che conosco a menadito e sembra di vedere le scene divenute note nei film della Normandia o nei giornalini della Collana Eroica.
Franco Fulceri, l'autore che conosco bene, sostiene che se noi fossimo come i francesi, avremmo qui la nostra piccola Normandia; penso sia vero perché in realtà* neanche i vecchi del luogo si sono mai resi conto bene dell'entità* degli eventi che si svolsero nelle nostre zone; la gente era sfollata, nessuno aveva un'idea globale di ciò che avveniva, l'organizzazione militare provvedeva a "ripulire" i campi di battaglia (qui furono attivi fino agli anni 50 ben due grossi cimiteri, uno a Follonica e uno a Vada).
Insomma una lettura davvero interessante, agile e piena di dati.
Forse ci saranno dei seguiti, magari sulle altre unità* alleate e anche sui tedeschi, Fulceri ha chiesto anche la mia collaborazione; bisognerà* spulciare bene gli archivi comunali dei piccoli paesi delle nostre colline, ma ci sta di trovare notizie interessanti.
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Davvero interessante Piero,e non poco.
Il libro è corredato anche da qualche immagine?
Allegati: 2
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Si ci sono immagini, non moltissime, ma significative.
Ricordo altri due piccoli particolari: il paese di Rosignano, immediatamente a nord di Cecina, è ricordato nei diari della 34^ come Little Cassino.
I soldati alleati ricevettero in quei giorni la visita di Churchill, del Re Edoardo d'Inghilterra, del Cardinalle Spellmann di New York, del generale Clark e di altre autorità*, che aveva lo scopo, oltre a conferire le decorazioni di rito sul campo, a risollevare un po' lo spirito e il morale di queste truppe che si erano trovate di fronte, dopo la passeggiata da Roma in avanti, una resistenza davvero imprevista e imprevedibile.
E doveva ancora arrivare l'autunno e l'invero sulla Gotica.
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Molto interessante, grazie della segnalazione.
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Hai anche la copertina del libro?Piesse hai un mp. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Si , hai descritto un libro interessante e informativo riguardando la nostra storia
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
salve piesse sono una new entry e guardando un po qua un po la nel forum ho trovatoquesta discussione per me molto interessante.Anche da me a Vernio ha combattuto la 34° e ti sarei grato se mi potessi dire dove posso trovare il libro .scusate se non è proprio il posto giusto dove fare queste comunicazioni.G [4
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
ciao, conosco il libro, che è interessante e fatto bene. Solo una precisazione sui Nisei: il battesimo del fuoco in Toscana lo ebbero solo quelli del 2° e 3° battaglione del 442 RCT, quelli del 100° battaglione (che prendeva il posto del 1°) avevano combattutto aggregati all 34^ già* dal Volturno.
Ripeto un aneddoto che avevo già* postato da qualche parte: una ventina di anni fa, vicino a San Vincenzo, conobbi un'anziana signora che ancora non si capacitava di come i giapponesi stessero con gli americani e i russi (presuno si si riferisse ai turcomanni della 162^ divisione, ma magari si ricordava di qualche polacco) stessero coi tedeschi: allora non eravamo stati gli unici, noi italiani, a cambiare alleati! Uno spasso, e non ci fu modo di farle cambiare idea.
Ciao
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Anch'io non avevo visto questo post.
Veramente un bel libro! Finito di leggere ancora prima di essere arrivato a casa.
Grazie Piero. [0008024
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Citazione:
Originariamente Scritto da j.reb
salve piesse sono una new entry e guardando un po qua un po la nel forum ho trovatoquesta discussione per me molto interessante.Anche da me a Vernio ha combattuto la 34° e ti sarei grato se mi potessi dire dove posso trovare il libro .scusate se non è proprio il posto giusto dove fare queste comunicazioni.G [4
Ciao j.reb.
Il libro lo puoi trovare alla Libreria Belforte di Livorno, anche via internet.
La Belforte è anche l'editore di questo libro.
Lo trovi anche su vari negozi online, basta che metti nel motore di ricerca Il prezzo della Liberta oppure Bruno Fulceri che è l'autore.
Io ne avevo un bel po' di copie, una ventina, che mi aveva dato lui stesso, l'amico Bruno, che non so perché in qualche post sopra ho chiamato Franco. Boh....
Io non ne ho più, forse una oltre alla mia, e purtroppo Bruno non potrà più fornirmene e neppure continuare a fare ricerche e pubblicazioni, come avevamo programmato, perché purtroppo lo scorso 15 agosto è deceduto in seguito a complicazioni post operatorie.
Aveva solo 59 anni.
Prendo l'occasione per fargli un saluto......
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Citazione:
Originariamente Scritto da kilroy
ciao, conosco il libro, che è interessante e fatto bene. Solo una precisazione sui Nisei: il battesimo del fuoco in Toscana lo ebbero solo quelli del 2° e 3° battaglione del 442 RCT, quelli del 100° battaglione (che prendeva il posto del 1°) avevano combattutto aggregati all 34^ già* dal Volturno.
sì, vero, lo sapevo ma non ho specificato bene.
Ti ringrazio per la precisazione.
Citazione:
Originariamente Scritto da kilroy
Ripeto un aneddoto che avevo già* postato da qualche parte: una ventina di anni fa, vicino a San Vincenzo, conobbi un'anziana signora che ancora non si capacitava di come i giapponesi stessero con gli americani e i russi (presuno si si riferisse ai turcomanni della 162^ divisione, ma magari si ricordava di qualche polacco) stessero coi tedeschi: allora non eravamo stati gli unici, noi italiani, a cambiare alleati! Uno spasso, e non ci fu modo di farle cambiare idea.
Ciao
Si anch'io ho sentito spesso parlare qui a Cecina dei russi che stavano coi tedeschi; ma quasi sempre chiamati "mongoli", anche mio padre quando racconta di quei tempi, dice spesso i "mongoli" e dice anche che non erano tenuti in grande considerazione da tedeschi "veri"; infatti mentre i tedeschi lui ricorda che giravano armati, questi "mongoli" quando non erano in servizio, erano senza armi, perché secondo i suoi ricordi i tedeschi non si fidavano troppo di loro: tendevano ad ubriacarsi e armati potevano diventare pericolosi, anche nei rapporti con la popolazione; diciamo che gli Ufficiali Germanici ci tenevano all'"ordine pubblico".
Mi racconta spesso, mio padre, che una sera tre di essi entrarono in casa loro, un podere di contadini, mio padre aveva all'epoca 15 anni, vollero dapprima del vino, poi un po' ubriachi, cominciarono a chiedere "le segnorine"; c'erano in casa un paio di ragazze di 18-20 anni, cugine di mio padre, che ovviamente cominciarono ad impaurirsi; tutti erano un po' impauriti, sempre tedeschi erano, ma lo zio Riccardo, ex artigliere della grande guerra, prima provò con le buone, poi si in...zò proprio e, come si dice da noi, li prese per le "trombe del c..o" e li buttò fuori, a pedate fece loro ruzzolare la rampa delle scala.
Non so se avete presente i poderi toscani, con la scala esterna....
Fu aiutato, oltre che dal suo fisico robusto, dal fatto che i tre erano visibilmente alticci e traballanti sulle gambe.
Comunque quando questi, ammaccati in fondo alle scale, se ne andarono ma sbraitando e minacciando per l'indomani terribili rappresaglie "noi domani tornare con camerati...pum....pum..." e via dicendo, tutta la famiglia non è che passò la notte serena, la paura c'era e come....
Ma visto che l'indomani non successe niente, lo zio prese coraggio e per non far vivere i familiari nell'angoscia, tramite conoscenze e amicizie riuscì a sapere qualcosa: non solo i "mongoli" non tornarono coi camerati, ma i tre malcapitati, rientrati all'accampamento in quelle condizioni erano stati rudemente maltrattati dall'ufficiale responsabile, sia per lo stato di ubriachezza che per aver infastidito dei civili senza ragione, e spediti direttamente più a sud, dove allora era la prima linea.
Per la cronaca; la 162 Divisione Turkmenistan, alla quale fu affidato un settore della linea difensiva nella zona di Follonica-Riotorto, sulle prime colline, fu la responsabile della sfondamento alleato, che senz'altro sarebbe riuscito ugualmente, però in quel caso si creò immediatamente una falla centrale che di fatto vanificò la resistenza di reparti ben più agguerriti, che dovettero precipitosamente ripiegare per non trovarsi imbottigliati.
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Citazione:
Originariamente Scritto da piesse
Bruno non potrà* più fornirmene e neppure continuare a fare ricerche e pubblicazioni, come avevamo programmato, perché purtroppo lo scorso 15 agosto è deceduto in seguito a complicazioni post operatorie.
Aveva solo 59 anni.
Prendo l'occasione per fargli un saluto......
Mi dispiace molto. Era ancora giovanissimo. [11
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Piesse, porgo a te le mie condoglianze per la scomparsa di Bruno, anche se tardive.
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Io non conoscevo Bruno ma mi dispiace molto anch'io so cosa significa perdere un grande amico.
Grazie peil suggerimento, a buon rendere.
Gianni.
Re: Il prezzo della libertà - Diario di Guerra 34^ ID USA
Mi aggrego anch'io, anche se tardivamente,al saluto per Bruno. Abbiamo perso un ricercatore che ancora poteva donarci resoconti inediti sulla storia d'Italia ancora sconosciuti. Mi procurerò al più presto il libro,che non conoscevo,poichè i " Red Bull "sono i miei preferiti nelle ricerche storiche...il mio avatar parla chiaro... [00016009