Copricapi delle ausiliarie britanniche del WRAF in forza al RFC nel 1918

1, 2 e 3 portano sulla manica sx. della giubba la sigla del corpo di appartenenza e un distintivo composto da due ali spiegate, entrambi gli attributi sono sicuramente assenti dalla giubba di 5 e sul trench-coat di 4.
1, 3 e 5 indossano un copricapo a visiera a metà tra il berretto da campo e la cuffietta, concepito apposta per potervi infilare le lunghe ed elaborate acconciature dell’epoca e caricato di un fregio ricamato.
2 indossa un cappellino rotondo a falda stretta ispirato alla moda femminile del periodo e caricato di un fregio metallico di ridotte dimensioni.
4 indossa addirittura un cappello a visiera kaki da uomo, modificato eliminando il cerchio rigido interno e spingendone all’indietro la calotta. Il distintivo è nascosto da un riflesso ma probabilmente si tratta di quello metallico di piccole dimensioni portato anche da 2.
L’uso fuori ordinanza di eliminare il cerchio di irrigidimento rendendo floscia la calotta dei cappelli rigidi nasceva dalla necessità dei piloti militari di poter infilare il copricapo regolamentare in tasca o nel cinturone una volta indossato il casco da volo in cuoio. Col tempo la necessità divenne un vezzo e nelle aviazioni militari anglosassoni maggiore era l’anzianità al fronte e l’abilità di un pilota, più il suo cappello era volontariamente stazzonato, a volte addirittura saltandoci sopra. A titolo di esempio posto la foto di un capitano pilota dell’ R.F.C. britannico in forza come istruttore alla base di Waddington nel 1918, il cui cappello a visiera ha visibilmente la calotta floscia ma non troppo, in quanto l’ufficiale prestava servizio in un reparto scuola.