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Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Una notizia apparsa sui media locali veronesi oggi riporta il ritrovamento dei resti di alcuni caduti della 2° Guerra Mondiale, effettuato in occasione di un lavoro di scavo per un nuovo parcheggio sotterraneo sul piazzale della Stazione di Porta Nuova.
Oltre ai resti ossei sono stati rinvenuti elementi di equipaggiamento individuale e una pistola semiautomatica contenuta nella sua fondina.
Un mistero come dei caduti siano potuti giacere oltre 65 anni in un luogo frequentatissimo di una città come Verona; al riguardo il quotidiano l'Arena avanza anche delle ipotesi, nell'articolo che qui trascrivo per quando non fosse più disponibile online:
Scavi alla stazione, di tre persone le ossa ritornate alla luce
IL CASO. Il nodo ferroviario di Porta Nuova spesso bombardato dagli alleati nel 1944. I lavori non saranno interrotti. La ruspa ha riportato alla luce tre teschi, bottiglie, stivali e una pistola semiautomatica con fondina. Spunta anche una bomba d'aereo: oggi sopralluogo
Verona. Un cucchiaio. È lui a far suonare il metal detector, nel piazzale di stazione Porta Nuova a soqquadro per il cantiere del parcheggio sotterraneo. Ma gli operai ancora non lo sanno. «L'ennesima scheggia di bomba», pensano invece. In un angolo ne hanno già accumulata una catasta, di queste lamiere sbrindellate, testimoni color ruggine degli ordigni piovuti dai bombardieri alleati tra l'Armistizio e la Liberazione. Il sottosuolo attorno alla stazione è disseminato di frammenti, ma non è questo il problema. L'importante è non trovare una bomba inesplosa. Quella sì che sarebbe una grana. Ferma i lavori, chiama gli artificieri, evacua la zona? È già successo un anno fa. E così, sperando si tratti dell'ennesimo pezzetto e non dell'ordigno tutto intero, il ruspista manovra il braccio meccanico con la massima cautela. Nel gergo del cantiere si dice "sbennare": grattare il terreno con i denti della benna. Giù e giù, fino a un metro sotto il livello dell'asfalto. Ecco, si vede. La ruspa si blocca, gli operai si affacciano stupiti attorno allo scavo. Non è una bomba. Non è nemmeno una scheggia. È un cucchiaio. E poi una vecchia borraccia di vetro, anzi metà: quella col tappo, il resto è andato in frantumi. Una torcia. Una lente rotonda, forse di cannocchiale. Una bottiglia verde con impressa sul vetro la scritta "Ferro-China. Milano": il vecchio liquore Bisleri che si usava anche come ricostituente. Cinture di cuoio. Un rudimentale spazzolino da denti. Stivali neri consunti, ancora calzati. Di quelli di pelle liscia, senza lacci, del tipo in dotazione all'esercito tedesco della Seconda Guerra mondiale. Brandelli sbiaditi di divisa militare. E dentro una fondina infangata, una pistola semiautomatica. Dal ventre di piazzale XXV Aprile, intitolato alla Liberazione dall'occupazione nazifascista, mercoledì pomeriggio sono venuti alla luce gli scheletri di tre soldati col loro piccolo bagaglio di oggetti personali. Sì, soldati: questo appare subito verosimile agli operai del cantiere, e poi all'archeologo che sempre dev'essere chiamato quando dal terreno emergono resti del passato. Anche se i resti, come in questo caso, sono le spoglie di tre persone vissute nella storia recente, e morte probabilmente una settantina d'anni fa, sul finire della seconda guerra mondiale. Sia chiaro: ipotesi tutte da confermare nel corso della prossima settimana, quando gli esperti verranno ad analizzare il ritrovamento, scavando ulteriormente per vedere se gli scheletri abbiano altri commilitoni seppelliti. Le ossa sono scomposte. Tra un caos di femori e tibie ci sono, vicini, tre teschi di cui uno fratturato. Le orbite sono piene di terra. Ma i denti, non si può fare a meno di notarlo, stanno ancora tutti al loro posto, allineati, bianchi. E viene da pensare che si trattasse di gente giovane, molto giovane. Perché sono lì, un metro sottoterra sul lato ovest del piazzale, accanto a ciò che resta dei giardini smantellati dai lavori? E chi (o cosa) li ha uccisi? Il terreno, proprio in quel punto, presenta uno strano colore grigiastro. Forse testimonianza dello scoppio di una bomba. I tre potrebbero essere morti a causa della deflagrazione. O magari quel buco non è che una fossa: una fossa comune dove qualche mano pietosa depose i cadaveri di militari ignoti. Se dell'esercito italiano o tedesco è difficile capirlo. I fragili brandelli di divisa ormai hanno assunto il colore della terra e della muffa: impossibile anche solo intuirne la tinta originaria. Gli alti stivali di cuoio nero, di forma tubolare, senza lacci, con suola e tacco robusti, fanno pensare ai tedeschi. La bottiglia milanese di Ferro-China agli italiani. E agli alleati rimanda lo spazzolino da denti, che solo negli Stati Uniti era già prodotto in massa, tanto da rientrare nell'equipaggiamento militare. Nulla ancora, però, esclude che possa trattarsi di civili colpiti dal bombardamento o di irregolari o di contrabbandieri del mercato nero. Ma la risposta potrebbe arrivare dalla pistola, chiusa in un sacchetto di plastica dalla polizia scientifica, che la esaminerà. Una processione di esperti si recherà, nei prossimi giorni, a far "visita" agli ignoti personaggi. Il ritrovamento, comunque, non bloccherà i lavori di Grandi Stazioni. L'area del ritrovamento, un fazzoletto di terra tre metri per tre all'interno del cantiere di corso Porta Nuova, è stata recintata. E le spoglie ricoperte con un telo bianco. A tarda sera si è saputo che a poca distanza da quei poveri resti è stata trovata una bomba d'aereo. Dopo l'ispezione dei Genieri, che sarà stamani, ne sapremo di più. (Lorenza Costantino)
Leggibile qui:
http://www.larena.it/stories/dalla_home ... alla_luce/
La foto che lo accompagna:
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Altro articolo su questo rinvenimento sull'Arena di oggi:
Ora è caccia alle piastrine dei tre soldati
LA STORIA CHE RITORNA. Recintata la zona dove mercoledì sono stati scoperti i resti degli uomini in divisa durante i lavori nel cantiere della stazione di Porta Nuova. Incaricato un pool di archeologi per dare un nome ai militari, morti in un bombardamento della Seconda guerra mondiale
Verona. Tre persone. Tre storie ancora avvolte nel mistero. E tre famiglie ad aspettare un ritorno che non avvenne mai. Perché di certo quei soldati che giacciono in piazzale XXV Aprile, dei quali rimangono solamente le ossa e pochi oggetti personali, avevano dei genitori. Forse delle fidanzate o mogli. Forse anche dei figli. L'enigma sulla loro identità potrebbe svelarsi la settimana prossima, quando un team di archeologi scaverà ulteriormente attorno agli scheletri, nella piccola area recintata all'interno del cantiere di stazione Porta Nuova. Dalla terra potrebbe riemergere, chissà, la piastrina con nome, cognome e matricola che ogni militare doveva portare con sé. E allora, dopo settant'anni, i parenti o i discendenti di quei tre soldati (o due? o uno e due civili?) saprebbero la verità. I loro cari sono morti lì, probabilmente uccisi in uno dei tanti bombardamenti sul principale scalo ferroviario di Verona tra l'autunno del 1943 e l'aprile del 1945, a pochi passi dai binari sui quali forse speravano di fuggire. Il ritrovamento delle spoglie è avvenuto mercoledì pomeriggio, nel corso dei lavori per la realizzazione del parcheggio interrato tra il palazzo della stazione di Porta Nuova e il Tempio Votivo. Gli operai stavano portando avanti la minuziosa ispezione del piazzale con il metal detector, necessaria a rilevare l'eventuale presenza di ordigni bellici inesplosi. Una prima bomba, infatti, era saltata fuori nel novembre del 2011; una seconda è stata rinvenuta giovedì e dovrà essere prelevata e fatta brillare dagli artificieri. All'estremo ovest del cantiere, vicino ai giardinetti sconquassati dai lavori, il sensore ha suonato. Si pensava all'ennesima scheggia di bomba: ce ne sono a migliaia nel sottosuolo attorno alla stazione. Invece, scavando per un metro sotto il livello dell'asfalto, gli operai hanno capito che si trattava di posate ormai arrugginite. Parte dell'equipaggiamento di tre soldati. Poi, una borraccia con tappo a vite, una torcia, una bottiglia del vecchio liquore Ferro-China. E stivali neri, di cuoio liscio, senza lacci: il reperto meglio conservato, che rimanda alle calzature di qualità in dotazione all'esercito tedesco della seconda guerra mondiale. Sicuramente tedeschi ce n'erano molti, a controllare stazione Porta Nuova, perché il movimento ferroviario era di fondamentale importanza. Nel sepolcro estemporaneo, accanto agli scheletri, è stata trovata anche una pistola. Un elemento importante per ottenere qualche dettaglio in più su chi la possedeva. La polizia scientifica l'ha prelevata, chiusa in una busta di plastica, e portata nei propri laboratori. Lo scopo, trattandosi di un'arma, era di escluderne la possibile pericolosità. Ma l'arnese è assai malridotto, praticamente incollato alla custodia infangata in cui era inserito. «Stabilito che la pistola è innocua, l'abbiamo lasciata nella sua fondina. Maneggiarla ulteriormente avrebbe significato distruggere il reperto, che invece sarà ceduto a un ente in grado di esaminarlo sotto il profilo storico», spiegano dalla Questura. Per ora, si sa solo che si tratta di un modello semiautomatico. La fondina presenta lo spazio per il caricatore di scorta. Però sembra da escludere si tratti di una pistola tedesca: una Luger o una Mauser dalla caratteristica canna lunga. La sagoma è tozza, assomiglia piuttosto a una Beretta. Il luogo del ritrovamento è transennato, un telo bianco ora ricopre le spoglie dei tre corpi, della cui storia forse si scriverà nei prossimi giorni l'ultimo capitolo. (Lorenza Costantino)
leggibile qui:
http://www.larena.it/stories/dalla_home ... e_soldati/
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Incredibile... almeno adesso quei corpi avranno degna sepoltura e non sono più dei dispersi anche se ormai sono passati 70 anni e i familiari che tanto avevano dato per cercarli ora probabilmente non ci sono più o sono in avanzata età...
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
E' davvero incredibile che vengano fuori resti di caduti da luoghi così strani!
Almeno potranno riposare in un posto degno del loro stato...
Anche sulla Gotica la scorsa settimana hanno recuperato un paio di tedeschi...
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Anche sulla Gotica la scorsa settimana hanno recuperato un paio di tedeschi...[/quote]
ancora Passo della Raticosa?
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
LA berretta 34 non esclude che possano essere tedeschi..la usavano volentieri!
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Ragionando sulla presenza di un'arma si potrebbe ipotizzare che si tratti di caduti durante un bombardamento, magari sepolti da successive esplosioni.
Se fossero caduti in un combattimeto od in un'esecuzione sicuramente quell'arma non sarebbe rimasta li.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Aggiungo le immagini tratte dal giornale L'Arena di venerdì 11.
Questa mattina al bar con gli amici ho dato un'occhiata veloce al giornale e se non mi ricordo male mi pare di aver letto che ipotizzano sia una PPK Walther.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
ppk no.
per me è una CZ27 (questa è la mia)
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Direi che non ci sono molti dubbi... immagine dalla rete
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Sempre su questo ritrovamento, dalla stessa fonte, il quotidiano l'Arena, un'intervista a un reduce partigiano, ci si sbizzarrisce in altre ipotesi ancora:
L´ex partigiano: «I tedeschi erano sempre quelli meglio equipaggiati»
sabato 12 gennaio 2013 CRONACA, pagina 9
A quindici anni imparò a maneggiare un fucile. Essere ragazzo durante la seconda guerra mondiale significa dover crescere in fretta. Troppo giovane per la divisa militare, per fortuna. Ma non per i panni di partigiano, che vestì con convinzione tra il 1944 e il 1945, nelle file della brigata Pierobon, poi brigata Verona. Insomma Raul Adami, presidente dell´associazione scaligera dei partigiani (Anpi) con svariate medaglie al valor militare, la guerra la conosce bene. «La stazione di Porta Nuova non era posto per partigiani», esordisce. «Noi eravamo impegnati in azioni di disturbo contro i nazifascisti, dal taglio dei fili delle comunicazioni ai sabotaggi dinamitardi, e poi riparavamo in Lessinia». E i soldati com´erano? «Oh, i tedeschi erano i meglio equipaggiati. Ognuno di loro aveva in dotazione uno zaino leggero, non come quelli degli italiani che pesavano più di trenta chili. Dentro, tenevano una razione di pane nero ai cereali, nutriente. In più, pastiglie di destrosio, energizzanti, e di canfora, disinfettanti. Tutti prodotti che noi ci sognavamo. Nello zaino tenevano anche una cassettina per l´igiene personale, con lamette da barba, spazzolino, dentifricio...».
Ma le truppe tedesche avevano un altro punto di forza. «Le calzature. Gliele invidiavamo tutti. Stivali di cuoio senza lacci, impermeabili, a metà polpaccio per i soldati semplici e fino al ginocchio per gli ufficiali. Il tacco era dotato del cosiddetto ferro di cavallo, un´aggiunta metallica di cui era munita anche la punta, per evitare l´usura delle suole».
Potrebbe trattarsi degli stivali ritrovati in piazzale XXV Aprile? «Può essere», risponde Raul Adami, «ma potrebbe darsi che le spoglie appartengano a qualcuno che aveva sfilato gli stivali a un tedesco caduto sul campo. Quelle erano calzature molto ambite». Tre scheletri rinvenuti nello stesso punto: magari una fossa comune. «No, lo escluderei», commenta l´ex partigiano. «Impossibile che i morti fossero sepolti a Porta Nuova. Piuttosto a Forte Procolo, dove fu fucilato Ciano. Ma la maggior parte dei cadaveri veniva portata al cimitero».L.CO.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
E, sempre dalla stessa fonte, oggi compare un articolo in cui un esperto avrebbe identificato la semiautomatica, basandosi peraltro solo sulla foto della fondina... (sarà davvero così?)
LA STORIA CHE RITORNA. Proseguono gli accertamenti dopo il rinvenimento di corpi e armi nel piazzale della stazione. Parla il perito balistico Alberto Riccadonna
La pistola in stazione è di marca tedesca
Lorenza Costantino
L´esperto: «È una Sauer 38H che nella Seconda guerra era in dotazione ai militari che non erano in prima linea, come gli ufficiali e i piloti d´aereo»
domenica 13 gennaio 2013 CRONACA, pagina 14
Alcuni dei reperti, tra cui ossa e teschi, rinvenuti durante i lavori di sistemazione del piazzale ...
È una ricerca da fare a tentoni, almeno fino a quando dal terreno smosso non riaffiorerà qualche indizio in più. Nel frattempo, tuttavia, si aggiunge un nuovo, importante tassello al mosaico che cela l´identità delle spoglie rinvenute nel piazzale di stazione porta nuova, all´interno del cantiere per il futuro parcheggio sotterraneo. Appare sempre più probabile la nazionalità tedesca dei tre uomini di cui oggi rimangono solamente gli scheletri scomposti e pochi oggetti personali. Sappiamo che uno di loro possedeva una piccola pistola semi-automatica. Parliamo di uno solo, intanto, perché vicino ai resti non sono state rinvenute armi eccetto questa. Forse le altre due persone ne erano sprovviste, come può darsi che dai prossimi scavi spuntino fuori ulteriori strumenti bellici.
Comunque, è stata la polizia scientifica ad accorgersi per prima della pistola ancora inserita nella fondina, durante il sopralluogo avvenuto subito dopo il ritrovamento. Chiusa in una busta di plastica, l´arma è stata portata in questura e analizzata. Più per verificarne l´eventuale pericolosità, a dire il vero, che per stabilirne l´età e la provenienza. «Pistola e custodia risultano quasi fuse insieme, e il tutto risulta assai malridotto, oltre che innocuo», ha fatto sapere poi la scientifica, inoltrando la foto del reperto da cui visibilmente si staccano svariati frammenti. «Non la maneggiamo ulteriormente per non rischiare di danneggiare dettagli che a un esperto di armi storiche potrebbero tornare utili». Detto fatto. Alberto Riccadonna di Mantova, uno dei massimi periti balistici nazionali (lavorò ai casi Unabomber e Sandri-Spaccarotella) esamina attentamente la foto dell´arma ritrovata e decreta: «Si tratta di una Sauer 38H, dove "H" sta per "Hanh Selbstspannung». Parol tedesco per indicare che il cane della pistola, cioè il meccanismo che aziona lo sparo, si arma da solo e non sporge all´esterno. Ecco la ragione della forma piccola e compatta di questo modello, prodotto dalla Germania nazista dal 1938 fino alla fine della guerra, negli stabilimenti della Sauer, nella città di Suhl».
La sentenza dell´esperto si basa sull´osservazione della fondina, poiché il contenuto non può essere ancora estratto, ma solo intuito in base alla sagoma della custodia. Eppure «mi ci gioco lo stipendio», sorride sicuro Alberto Riccadonna. «Durante l´ultimo conflitto mondiale la Wehrmacht disponeva di una grande varietà di armi da fuoco lunghe e corte, e tra queste ultime la Luger P08. Ma nessuna simile alla Sauer». E chi ne disponeva? «Non trattandosi di un´arma di grosso calibro, era fornita soprattutto ai militari che non stavano in prima linea. Era comune, per esempio, tra ufficiali e piloti d´aereo. Attenzione però. Soprattutto sul finire della guerra, i soldati si impossessavano spesso delle armi dei nemici».
La foto che accompagna l'articolo:
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Torniamo un attimo indietro, sull'Arena di venerdì scorso 11 gennaio c'era anche l'intervista che trascrivo di seguito. Alcune affermazioni le trovo piuttosto contraddittorie.
LO STORICO. Maurizio Zangarini: Porta Nuova è stata colpita più volte «Bersaglio strategico per le bombe alleate»
«Dopo l´8 settembre lì c´erano molte truppe tedesche»
Furono le incursioni dei bombardieri alleati a ridurre in macerie, tra gli ultimi mesi del 1943 e la Liberazione, diverse zone di Verona in corrispondenza degli snodi ferroviari ritenuti strategici: non solo la stazione Porta Nuova, dove i convogli transitavano ma nella quale non venivano allestiti. Tra i bersagli principali della pioggia di bombe ci furono anche i binari tra le Golosine e Santa Lucia, l´Officina riparazioni di Porta Vescovo, il ponte di Parona.
«Questo complesso ferroviario costituiva il raccordo militare e alimentare di tutto il centro-nord. Tenerlo sotto controllo era fondamentale per avere la meglio sul nemico», spiega Maurizio Zangarini, presidente dell´Istituto per la storia della Resistenza e dell´età contemporanea. «Ma a quel tempo, come del resto anche oggi, i bombardamenti non erano affatto chirurgici, e a farne le spese furono anche molti civili».
Una pagina del geografo e giornalista veronese Eugenio Turri, allora bambino, descrive i terribili momenti vissuti dai cittadini dell´epoca all´arrivo degli aerei alleati: «Si udiva un rombo lontano che faceva vibrare i vetri delle finestre e tintinnare gli oggetti sul comò. Di colpo la vita si ridestava, aveva come un sussulto. Il panico raggiungeva il picco con le donne che piangevano e le vecchie che recitavano il rosario. Gli aerei americani portavano paura sulle contrade, l´apocalisse?».
Si può ipotizzare che i tre scheletri appartengano ad alcuni soldati che furono essi stessi vittime dei bombardamenti, nonostante ancora non se ne conosca la nazionalità. «Dopo l´8 settembre, sappiamo che a Porta Nuova e nei giardini antistanti si concentrarono truppe tedesche, anche se non ci è giunta testimonianza di scontri armati in loco. Lo scalo ferroviario», prosegue Zangarini, «era inoltre una base partigiana. Il capostazione Pio Brunner, nome di battaglia "Brio", comunicava agli alleati tutto ciò che passava a bordo dei treni: uomini, armi, alimenti. Gli stessi bombardamenti erano concordati dall´aeronautica Raf con gli italiani badogliani della Rye, la missione militare che spesso però aveva da ridire con gli alleati, perché le bombe non cadevano esattamente dove si era stabilito a causa di errori».
Ma se prima di ogni incursione aerea le sirene inducevano a mettersi al riparo, com´è possibile che alcune persone si trovassero in un luogo così pericoloso come il piazzale della stazione? «È vero che la maggior parte delle persone correva al riparo», risponde Zangarini, «tuttavia alcune categorie si arrischiavano a uscire proprio nell´ora del bombardamento: l´unico lasso di tempo in cui muoversi di nascosto. Tra questi, per esempio, vi erano i partigiani o coloro che trafficavano nel mercato nero. Inoltre, non sappiamo se nei pressi della stazione vi fosse un riparo, un rifugio antiaereo. I resti ritrovati in piazzale XXV Aprile forse appartengono a qualcuno che voleva partire, ma fu colto di sorpresa dalle bombe».L.CO.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
L'immagine della fondina già postata scansionata da Cocis, qui in una risoluzione leggermente più definita:
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Come avevo già detto ricordando male avevo sbagliato circa il modello della pistola, infatti è giusta quella riportata dal giornale ed indicata da Festungsartillerie.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
...non sono un esperto, ma la sagoma posteriore che si intravede nella fondina ricorda molto la parte tra la sicura e la zigrinatura della Sauer della foto rispetto alla CZ che mi sembra più stondata.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Altro articolo pubblicato ieri sull'Arena di Verona. Nei prossimi giorni si dovrebbe scavare ulteriormente intorno ai resti nella speranza di trovare qualche elemento per un'identificazione almeno della nazionalità. Se fossero Tedeschi troverebbero sepoltura a Costermano.
PORTA NUOVA IERI E OGGI. Lavori fermi nel piazzale antistante lo scalo ferroviario in attesa che venga allontanato l´ordigno e risolto il «giallo» degli scheletri umani
Stazione, il cantiere fermato dalla Storia - Lorenza Costantino
Domenica prossima sarà rimossa la bomba della seconda guerra mondiale, poi riprenderanno gli accertamenti sui resti dei tre militari
mercoledì 16 gennaio 2013 CRONACA, pagina 13
Lavori fermi, in questi giorni, nel piazzale di stazione Porta Nuova. Dopo i recenti ritrovamenti - i resti di tre soldati e una bomba della seconda guerra mondiale - si attivano le procedure per prelevare gli uni e gli altri dal cantiere, consentendo poi la ripresa dei lavori.
Ieri mattina s´è tenuta in prefettura una riunione per decidere quando asportare l´ordigno bellico scoperto sul lato est del piazzale. Si tratta di una bomba da 250 libbre di fabbricazione statunitense scoppiata solo per metà, quindi ancora potenzialmente pericolosa a causa dei diversi chili d´esplosivo rimasti all´interno dell´involucro metallico.
Le operazioni per la messa in sicurezza e il trasporto dell´ordigno sono state fissate per domenica 20 gennaio alle 7, con conclusione entro le 8, segnala una nota della prefettura. Non sono previste evacuazioni di persone, né blocco della circolazione ferroviaria. Verrà delimitata un´area di sicurezza del raggio di 50 metri, nella quale sarà interdetto - a cura della polizia locale - il transito dei pedoni e veicolare; la stazione ferroviaria rimane comunque raggiungibile in quanto l´attività di bonifica non avrà alcun effetto sulla circolazione ferroviaria.
Le operazioni tecniche finalizzate all´eliminazione dell´ordigno saranno attuate dal personale militare del Comando 8° Reparto Genio Guastatori «Folgore» guidati dal capitano Giuseppe La Ianca. La bomba sarà trasferita in luogo sicuro, all´aeroporto di Boscomantico, dove arriverà alle 8.15 e sarà fatta brillare entro le 11 della stessa giornata.
Sul lato ovest del piazzale, invece, sono state rinvenute le spoglie di tre soldati, probabilmente tedeschi, circondate da alcuni oggetti personali: stivali di cuoio nero, una borraccia, uno spazzolino da denti, una bottiglia di liquore Ferrochina. Il reperto più interessante è una piccola pistola semiautomatica, attualmente custodita dalla polizia scientifica e in attesa di essere ceduta a un ente storico-culturale.
Da una prima analisi del perito balistico Alberto Riccadonna pare si tratti di un´arma tedesca, una Sauer 38H. Ipotesi ancora da confermare, perché al momento la pistola non può essere estratta dalla fondina senza rischiare che il reperto si danneggi o vada addirittura distrutto.
Dunque, dopo che la bomba sarà tolta dal cantiere, riportando la sicurezza sul luogo, si potranno cominciare gli scavi archeologici attorno ai resti dei tre militari, nel tentativo di trovare qualche altro indizio che possa svelarne l´identità. Il massimo sarebbe rintracciare la piastrina identificativa con nome, cognome e matricola che ogni soldato doveva portare con sé.
In questo caso, e se fosse confermata la nazionalità tedesca, i resti dei tre uomini troverebbero definitiva dimora nel Deutscher Soldatenfriedhof di Costermano, ovvero il cimitero per soldati tedeschi morti su suolo italiano.
Mauro Agostinetto, amministratore della struttura, spiega di non aver ricevuto finora alcuna richiesta per l´accoglimento delle spoglie scoperte nel piazzale di stazione Porta Nuova.
E aggiunge: «Col passare degli anni, i ritrovamenti si fanno sempre più rari. Si pensi che furono 120mila i soldati tedeschi caduti in Italia, e le spoglie di 116mila sono già state raccolte. Il nostro cimitero, cui compete tutto il nord del Paese, ne ospita 22.025. L´ultima sepoltura è avvenuta nel 2008. Si tratta del tenente Kurt Niederhagen, aviatore della Luftwaffe, abbattuto nel 1944 nei cieli di Venezia, e i cui resti furono rinvenuti a Concordia Sagittaria».
Quali criteri devono essere rispettati perché le salme vengano sepolte nel Deutscher Soldatenfriedhof di Costermano? «Occorre accertare la loro nazionalità. Non necessariamente con nome e cognome: qui trovano sepoltura anche i militi ignoti».
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Se sperano di trovare una piastrina tedesca con cognome e nome ne hanno da scavare........
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Un piccolo aggiornamento e un grande riconoscimento a due associazioni, purtroppo non sono potuto essere di partita..... In bocca al lupo e buon lavoro....
http://www.larena.it/stories/dalla_home ... sti_umani/
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Citazione:
Originariamente Scritto da Gotic Line Alarico
Il servizio di stasera sul canale televisivo locale "Telearena" ha confermato la presenza dei resti di almeno 6 persone.
E pare sia stata trovata anche una piastrina.
Ciao
Michele
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Altro articolo oggi sul quotidiano l'Arena, che trascrivo per quando non sarà più disponibile online.
Un bel riconoscimento per il Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po di Felonica, Mantova e la Gotica Toscana (Scarperia, Firenze): finalmente si comincia a capire che le associazioni private di appassionati e reenactors spesso sono più competenti degli espertoni ministeriali accademici delle varie sovraintendenze...
Un appello ai forumisti affiliati a queste associazioni: appena sapete qualcosa su questo mistero fatevi sentire, la vostra testimonianza sarà di inestimabile valore rispetto alle congetture giornalistiche.
Erano sei, morti sotto una pioggia di bombe
SVELATO IL MISTERO DI PORTA NUOVA. Ora gli esperti si occuperanno del restauro dei reperti più interessanti, capaci di raccontare altri dettagli. Si pensa a una mostra. Si tratta di tre soldati tedeschi, come indicano le piastrine, una giovane italiana, forse una sposa, e due civili. Lasciati nel cratere creato dall'ordigno
Verona. Erano persone diverse. Per origine, lingua, storia personale. Ma la guerra incrociò i loro destini, e nel modo peggiore: con la morte sotto le bombe, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, in una fredda giornata tra il '44 e il '45. I tre tedeschi, soldati di truppa. La giovane donna italiana, forse una sposina. E gli altri due civili: probabilmente italiani anch'essi, di cui forse una seconda donna, a giudicare dall'ossatura minuta. Sei corpi ammucchiati insieme in un'unica fossa che, con tutta probabilità, era il cratere lasciato da uno dei tanti ordigni alleati sganciati sopra lo snodo ferroviario. Li hanno trovati dopo 70 anni, scavando in piazzale XXV Aprile, nel cantiere per il parcheggio di fronte alla stazione. Fusi insieme, quasi, in un caos di ossa scomposte, con gli effetti personali erosi dal tempo e dalla terra. E ora quelle sei storie, quelle persone di cui ancora non si conosce il nome, riemergono dall'oblio con i loro oggetti di tutti i giorni. La fede al dito, le scarpe, la divisa o il soprabito, il rossetto nella borsetta, lo spazzolino da denti e la gavetta nello zaino militare. Ma l'operazione della memoria non finisce così, dopo due giorni di scavi ininterrotti, tra ieri e lunedì, ad opera di due associazioni storiche incaricate dalla Procura. Alle stesse associazioni, il Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po (Felonica, Mantova) e la Gotica Toscana (Scarperia, Firenze), ora è demandato il restauro dei reperti più significativi prelevati in piazzale XXV Aprile. Simone Guidorzi, direttore e curatore del Museo di Felonica, e Filippo Spadi, segretario della Gotica Toscana, aiutati da una decina di volontari, hanno allineato gli oggetti ancora infangati su un panno bianco, mentre le ossa sono già state riposte in cassette. «La nostra attenzione si concentrerà su alcune cose che più di altre potranno svelare la storia dei defunti», spiegano. «Per esempio la piastrina identificativa di uno dei tre militari tedeschi», spiegano, indicando la sottile targhetta metallica, la cui superficie è illeggibile, ma chiaramente percorsa da un tratteggio che rendeva possibile spezzarla in due. Se il soldato periva sul campo di battaglia, metà piastrina veniva sotterrata con lui, l'altra metà inviata all'esercito. «Questo era il modo per certificare il “conteggio” dei caduti», spiegano i due esperti. Ma la targhetta del soldato di piazzale XXV Aprile è ancora intera: «Segno che non morì in combattimento, ma in una circostanza imprevista». E i resti umani? «È indubbio che i tre militari siano tedeschi. L'equipaggiamento ce lo conferma. Quindi è probabile che trovino sepoltura nel cimitero per soldati tedeschi di Costermano. Con qualche informazione in più, che potrebbe emergere dal restauro dei reperti, e con l'aiuto del Consolato, forse verremo a capo anche della loro identità. E si potrebbero, chissà, rintracciare anche i discendenti: non sarebbe la prima volta», aggiungono Guidorzi e Spadi. «Alle spoglie dei civili, per le quali è più difficile risalire ai nomi, dovrà pensare il Comune». I reperti, con il nulla osta della Procura, saranno portati via temporaneamente dalle due associazioni per essere lavati, ripristinati e analizzati. Facile che, alla fine, entrino a far parte della collezione dei musei di Felonica e Scarperia. «Ma è presto per deciderlo. Non escludiamo la possibilità di fare una mostra a Verona». Lorenza Costantino
http://www.larena.it/stories/dalla_home ... a_di_bombe
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Ecco qui di seguito la relazione stilata la sera del primo giorno di lavoro, Martedì 22 Gennaio 2013, ed inviata alla Procura della Repubblica di Verona.
Ci tengo a postare quanto segue in quanto priva di "interpretazioni e fantasie giornalistiche".
Simone
"Breve relazione del giorno 22 Gennaio
A seguito dello scavo effettuato in data 22 Gennaio è emerso quanto segue.
Le sepolture sono risultate contaminate in almeno due passate occasioni: recentemente durante i lavori di scavo necessari per la costruzione del nuovo parcheggio e grazie ai quali è stato reso noto il sito, ma anche antecedentemente durante la costruzione di una condotta fognaria che ne risultava tangente. Per questo motivo i reperti sono emersi mescolati e quindi di difficile separazione e attribuzione ai singoli individui.
Risulta certa la presenza dei resti mortali di tre individui maschi adulti, con ogni probabilità militari; di uno di questi è stato rinvenuto un piastrino di riconoscimento germanico oltre a numerosi oggetti riconducibili alle forze armate tedesche.
È anche certa la presenza di resti mortali di una donna corredati da frammenti di indumenti e accessori civili. Questa è con ogni probabilità italiana.
I resti delle divise e degli indumenti recuperati sono generalmente in lana o in panno, quindi farebbero presupporre per una data di decesso compresa tra il periodo autunnale e quello primaverile (1944-1945).
Oltre ai resti ossei umani sono emerse ossa sottili e cave tipiche dei volatili, presumibilmente due polli.
Lo scavo odierno ha interessato un’area ancora molto circoscritta e superficiale rispetto allo sbancamento già operato nel cantiere (in realtà il rinvenimento risulta profondo circa un metro e mezzo rispetto alla pavimentazione in asfalto del parcheggio preesistente).
La tessitura della matrice del terreno permeabile ha favorito la circolazione dei fluidi interstiziali portando la completa decomposizione dei tessuti molli favorita dall’ambiente aerobico. La pavimentazione in asfalto costruita in un secondo tempo ha invece preservato il sito dalla percolazione dell’acqua piovana rallentando le decomposizioni successive.
Il sopravvento dell’oscurità ha imposto l’interruzione dei lavori di recupero e il deposito dei materiali rinvenuti all’interno di un locale del cantiere (operazione avvenuta sotto la supervisione dei Carabinieri e del personale del Cimitero militare tedesco di Costermano).
In fede
Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po (Felonica - MN) e Gotica Toscana Onlus (Scarperia - FI)"
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Ecco qui di seguito la relazione del secondo giorno di lavoro, Mercoledì 23 Gennaio 2013, conclusiva del lavoro e sempre inviata alla Procura della Repubblica di Verona.
Simone
"Breve relazione del giorno 23 Gennaio
A seguito della prosecuzione dello scavo effettuato in data 22 Gennaio si comunica il termine dei lavori comprensivi dell’esame dell’area primaria e dell’area secondaria.
Da una prima sommaria analisi dei resti umani rinvenuti risultano sepolti nella fossa comune almeno 6 corpi incompleti; si suppone la presenza di almeno una donna, unitamente ad almeno 3 militari di indubbia nazionalità tedesca. Tali affermazioni sono avvalorate dal ritrovamento di numerosi oggetti personali e di equipaggiamento ancora da analizzare in modalità definitiva (fedi nuziali, stivali militari, bottoni da uniforme, stoviglie, borraccia, spazzolini da denti, cinturone, piastino di riconoscimento militare, monete tedesche, ecc.. per quanto concerne la presenza dei militari tedeschi; fede nuziale, rossetti, calze, calzature da donna, cappotto civile da donna, specchietto, ecc… per quanto concerne l’eventuale presenza di una donna). Sono inoltre stati rinvenuti all’interno della fossa i resti di una valigia e resti di almeno due volatili, presumibilmente polli.
Poiché la sepoltura è stata contaminata in passato si suggerisce l’affidamento di tutti i resti umani rinvenuti all’autorità competente (Polizia Mortuaria) per la separazione dei resti maschili e femminili ed altre indagini possibili all’identificazione.
Per quanto riguarda il materiale di equipaggiamento e gli effetti personali si suggerisce la custodia temporanea allo scrivente museo, il quale produrrà una catalogazione ed identificazione, anche in virtù del pessimo stato di conservazione che impone una rapida analisi.
Al termine dei due procedimenti qui sopra suggeriti i resti umani e di materiali riconducibili a militari tedeschi saranno consegnati al personale del Cimitero militare tedesco di Costermano, invece i resti umani e di materiale femminile saranno consegnati al Comune di Verona.
In fede
Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po (Felonica - MN) e Gotica Toscana Onlus (Scarperia - FI)"
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Articolo apparso sul Corriere della Sera del 24 Gennaio
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Qualche considerazione personale in ordine sparso su questa vicenda:
- questo ritrovamento sembra avere un'alone di mistero intorno a sè, essendo che questi poveracci, militari e civili, sono andati incontro al loro destino finendo la loro esistenza con ogni probabilità nel bel mezzo di un bombardamento aereo, uno degli innumerevoli che colpirono Verona nel biennio 1944-45, in quello che era allora come oggi l'ampio piazzale davanti alla stazione ferroviaria principale della città, crocevia di traffico importantissimo, e proprio per questo fatto così tanto oggetto delle attenzioni nemiche.
Una morte atroce e stupidamente beffarda allo stesso tempo.
Chi si interessa un po' di storia in generale, pur non essendo esperto su questo periodo come me, è magari portato a pensare paradossalmente che, nonostante tutto, i bombardamenti fossero gestiti da parte di chi li subiva in un modo, per così dire, "ordinato": nelle città, c'erano i centri di avvistamento, in teoria suonavano con un certo preavviso gli allarmi, si correva ai rifugi che pur con tutte le loro carenze coprivano bene o male tutti i punti della città. Poi ovviamente in realtà questi rifugi erano perlopiù le cantine delle case, e se colpite direttamente da una bomba non avevano speranze di resistere. Ma si pensa appunto che più o meno tutti avessero modo di arrivare a rifugiarsi: questi evidentemente, per qualche motivo, non ci sono riusciti. Viaggiavano forse su un treno da poco fermatosi in stazione?
- Possibile che, magari buttatisi a terra per ripararsi, siano stati sepolti da una massa di terra spostata dalle deflagrazioni, e quindi finito il bombardamento nessuno si sia accorto di loro. I militari tedeschi saranno stati dichiarati dispersi. Oggi ci saranno pure delle liste da consultare, sia per militari e civili. Relativamente a questi ultimi, non saranno stati pubblicati appelli sui giornali, all'epoca?
- E' strano che per i 3 militari sia stata rinvenuta solo una semiautomatica come unica arma. Gli altri 2 erano in giro completamente disarmati, cosiderato il periodo? Nemmeno la baionetta al fianco, anche fossero stati militari di truppa dotati del solo Kar. 98? Possibile ovviamente che le altre armi siano state sbalzate via, sepolte altrove o successivamente rinvenute.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Citazione:
Originariamente Scritto da Festungsartillerie
Qualche considerazione personale in ordine sparso su questa vicenda:
- Possibile che, magari buttatisi a terra per ripararsi, siano stati sepolti da una massa di terra spostata dalle deflagrazioni, e quindi finito il bombardamento nessuno si sia accorto di loro. I militari tedeschi saranno stati dichiarati dispersi. Oggi ci saranno pure delle liste da consultare, sia per militari e civili. Relativamente a questi ultimi, non saranno stati pubblicati appelli sui giornali, all'epoca?
Il sito scavato è sicuramente relativo ad una sepoltura, ovviamente temporanea ed effettuata non da militari tedeschi. Questo per il luogo, per come sono stati ritrovati i resti umani e perchè il piastrino è risultato completo e non spezzato in due parti.
Ora si sta lavorando sull'anello d'oro (compare il codice del fabbricante) e sul piastrino (già restaurato e perfettamente decifrabile). Quest'ultimo dovrebbe portare al nome del militare (sempre che tale documentazione non sia andata persa nell'incendio del Deutsche Dienststelle o WASt di Berlino) e quindi alla data in cui è risultato disperso. Da questa data si ricercheranno eventuali commilitoni dichiarati dispersi con lui e si ricercheranno civili dispersi in occasione di bombardamenti a Verona.
Citazione:
Originariamente Scritto da Festungsartillerie
Qualche considerazione personale in ordine sparso su questa vicenda:
- E' strano che per i 3 militari sia stata rinvenuta solo una semiautomatica come unica arma. Gli altri 2 erano in giro completamente disarmati, cosiderato il periodo? Nemmeno la baionetta al fianco, anche fossero stati militari di truppa dotati del solo Kar. 98? Possibile ovviamente che le altre armi siano state sbalzate via, sepolte altrove o successivamente rinvenute.
Dobbiamo tenere conto che si trattava di retrovie, quindi ci sta che fossero armati poco o addirittura disarmati (pensiamo al personale impiegato in uffici o nella logisica in generale).
Simone
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Non deve stupire il fatto che molti soldati girassero disarmati.
Come ha spiegato Simone, era una prassi abbastanza diffusa, specialmente nelle retovie.
Ho conosciuto personalmente un reduce tedesco che, di stanza a Rolo tra il 1944/1945, frequentò per tantissimi anni il paese, nel dopoguerra. Mi ripetè spesso che aveva al fianco la fondina per la pistola, ma che la stessa era desolatamente vuota.
Era ben voluto da tutti, tanto che una notte di nebbia, mentre si recava in stazione (era addetto alle comunicazioni) venne fatto cadere in bicicletta dai partigiani (...lo volevano disarmare...) ma accortisi che era Pietro (si chiamava Peter) si scusarono con lui e lo aiutarono a risalire sulla bici. Ovviamente nn lo disarmarono in quanto la pistola nn l'aveva!!!
Andò pero peggio a due motociclisti tedeschi il 26 febbraio 1945, anche quelli vennero fermati per disarmarli ma la loro fondina era vuota. Gli presero le due motociclette.....ma nn ebbero la stessa fortuna di Pietro.
Ma a parte questo, ho letto davvero con molto interesse la storia legata al ritrovamento di questi resti, speriamo si riesca a risalire, per quanto possibile, alla loro indentità e a distanza di tanti anni dare loro una degna sepoltura.
Noi anni fa riesumammo i resti di due soldati tedeschi, sepolti nelle nostre campagne (...e tanti ancora ce ne sono...). Tramite la Prefettura fu informato il Consolato tedesco, la cosa andò per le lunghe e alla fine li tumulammo nel nostro cimitero, dove riposano assieme ai nostri morti.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Le indagini ed il restauro sui reperti rinvenuti nel corso dello scavo stanno proseguendo.
Sarà fondamentale, più d'ogni altro elemento, la risposta in merito alla spedizione a Kassel in Germania del piastrino militare di riconoscimento. Da questo si desumerà, oltre al reparto ed al nominativo del militare tedesco, la data nella quale venne dato per disperso e quindi la contestualizzazione dell'evento e il via alla ricerca, ardua, sui dispersi civili.
Simone
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
A seguito dell'assegnazione da parte della Questura di Verona e dell'inizio del restauro del reperto, dalla fondina è uscita una FN Model 1922...
I restauri proseguono.
Simone
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Grazie di tenerci informati, sulla pistola tutte le previsioni erano sbagliate, niente Sig Sauer nè Walther quindi, ma una pistola belga. Speriamo si arrivi all'identificazione dei caduti.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Concordo...grazie per i tuoi utili aggiornamenti, un saluto.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Aggiornamento, tratto da un articolo dell'Arena di Verona:
Simone Guidorzi, direttore del Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po di Felonica, in provincia di Mantova, destreggiandosi tra chi gli scatta foto e chi gli chiede informazioni sui veicoli d'epoca, ci aggiorna sul recente ritrovamento dei resti di sei persone morte sotto un bombardamento, tra cui tre militari tedeschi, durante gli scavi in piazzale XXV Aprile, effettuati con l'aiuto dei volontari mantovani e di quelli guidati da Filippo Spadi, segretario della Gotica Toscana a cui fa riferimento Centro di documentazione storica di Scarperia, in provincia di Firenze. «Con l'unica piastrina di riconoscimento trovata riusciremo a capire la data del bombardamento», spiega Guidorzi facendo riferimento alla targhetta quasi illeggibile rinvenuta sui resti, «grazie a una comparazione di date che stiamo rintracciando negli archivi tedeschi. L'operazione non è semplice perchè in questo momento l'ufficio competente in Germania è impegnato nel riconoscimento di numerosi corpi di militari ritrovati nelle fosse comuni nell'ex Unione Sovietica. Là hanno un problema di permessi in scadenza e stanno cercando di recuperare il più possibile. Noi siamo in coda con le pratiche ma prima o poi contiamo di arrivare a capire almeno chi fosse uno di quei soldati per arrivare all'identità degli altri commilitoni. Poi i resti saranno sepolti nel cimitero tedesco a Costermano». Tra gli altri reperti sono stati recuperati un anello d'oro con inciso il simbolo di un fascio fascista, riconducibile agli anni '30, realizzato a Milano, e un anello di ferro e rame, il cosiddetto oro alla patria, dato a chi consegnava la propria fede nuziale per le spese di guerra. Anche questi oggetti sono sotto esame per tentare di risalire all'identità di chi li portava.
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Re: Scoperta resti caduti 2 g.m. a Verona
Citazione:
Originariamente Scritto da Festungsartillerie
Aggiornamento, tratto da un articolo dell'Arena di Verona:
Simone Guidorzi, direttore del Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po di Felonica, in provincia di Mantova, destreggiandosi tra chi gli scatta foto e chi gli chiede informazioni sui veicoli d'epoca, ci aggiorna sul recente ritrovamento dei resti di sei persone morte sotto un bombardamento, tra cui tre militari tedeschi, durante gli scavi in piazzale XXV Aprile, effettuati con l'aiuto dei volontari mantovani e di quelli guidati da Filippo Spadi, segretario della Gotica Toscana a cui fa riferimento Centro di documentazione storica di Scarperia, in provincia di Firenze. «Con l'unica piastrina di riconoscimento trovata riusciremo a capire la data del bombardamento», spiega Guidorzi facendo riferimento alla targhetta quasi illeggibile rinvenuta sui resti, «grazie a una comparazione di date che stiamo rintracciando negli archivi tedeschi. L'operazione non è semplice perchè in questo momento l'ufficio competente in Germania è impegnato nel riconoscimento di numerosi corpi di militari ritrovati nelle fosse comuni nell'ex Unione Sovietica. Là hanno un problema di permessi in scadenza e stanno cercando di recuperare il più possibile. Noi siamo in coda con le pratiche ma prima o poi contiamo di arrivare a capire almeno chi fosse uno di quei soldati per arrivare all'identità degli altri commilitoni. Poi i resti saranno sepolti nel cimitero tedesco a Costermano». Tra gli altri reperti sono stati recuperati un anello d'oro con inciso il simbolo di un fascio fascista, riconducibile agli anni '30, realizzato a Milano, e un anello di ferro e rame, il cosiddetto oro alla patria, dato a chi consegnava la propria fede nuziale per le spese di guerra. Anche questi oggetti sono sotto esame per tentare di risalire all'identità di chi li portava.
Ciao,speriamo che riescano a risalire all' identità sià dei soldati tedeschi che dei civili [257 ! Grazie per l'aggiornamento! [257
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Ieri è apparso un altro articolo sul quotidiano di Verona L'Arena, lo posto integralmente per quando non fosse più disponibile online:
Nuove ipotesi sui resti dei tre soldati tedeschi
SCAVO E STORIA. Lo studio condotto dal centro «Gotica Toscana» sta analizzando divise e effetti rinvenuti. Difficile l'identificazione dei tre civili, tra cui una donna. I corpi ritrovati durante lo scavo per i lavori in stazione sarebbero di militari addetti alla ferrovia sorpresi da un raid aereo alleato
Morirono in una fredda giornata di guerra, tra i 1944 e il 1945, sepolti dallo scoppio di una bomba. Sono tornati alla luce quasi settant'anni dopo, lo scorso gennaio. Ed era di nuovo inverno. Li hanno estratti dalla terra umida con addosso ancora i cappotti, le divise e gli stivali di cuoio. Come se il tempo, dopo la deflagrazione che li uccise, per loro si fosse bloccato. Dei tre soldati tedeschi, i cui resti sono stati rinvenuti nel ventre di piazzale XXV Aprile davanti alla stazione di Porta Nuova, oggi si sa qualcosa in più. «Erano probabilmente militari addetti al servizio ferroviario per la movimentazione dei materiali bellici. Facevano capo al comando dei trasporti delle truppe tedesche, che aveva sede all'Educandato statale Agli Angeli, a neanche un chilometro di distanza dallo scalo», spiega Filippo Spadi, segretario del centro di documentazione e ricerche storiche «Gotica Toscana». A quest'associazione è stato demandato il restauro e lo studio dei reperti veronesi. Gli oggetti più interessanti sono ora conservati nel museo della seconda guerra mondiale di Felonica (Mantova), il quale fa parte del circuito museale «North Appeninnes Po Valley Park» (Napvp), a sua volta organizzatore della rievocazione «La Colonna della libertà», transitata da Verona lo scorso aprile. Proprio in ragione del loro compito, i tre soldati si trovavano a poca distanza dai binari, quando vennero sorpresi da un raid aereo degli Alleati. Ironia della sorte: nel cortile dell'Educandato, nella primavera del 1944, il comando tedesco aveva avviato la costruzione di un bunker di cemento armato a prova di missile, tuttora intatto. Ma i militari tedeschi non morirono soli, perché le loro ossa sono state trovate mescolate a quelle di almeno altre tre persone: civili, a giudicare dai brandelli di vestiti. Una era una giovane donna, con un cappottino elegante, le scarpe col tacco, una fede d'oro al dito, e il rossetto ancora custodito nella borsetta. Forse non arriveremo mai a sapere chi erano quei sei sfortunati: gli effetti personali sono troppo erosi dal tempo. E anche l'anello della donna non riporta nomi all'interno, solo il timbro di un orafo milanese. Esiste tuttavia una speranza, ed è appesa a un reperto soltanto: la piastrina di riconoscimento che uno dei militari portava al collo. Quel piccolo ovale metallico, che al momento del rinvenimento risultava quasi illeggibile, potrebbe rivelare l'identità del suo proprietario. E con un po' di fortuna, rintracciando il nominativo nel registro dei dispersi, sarebbe possibile risalire pure al giorno esatto del bombardamento. Spadi prosegue: «Abbiamo pulito la targhetta per far riaffiorare la serie di lettere e numeri che vi è incisa sopra. Ci sono voluti diversi giorni di lavoro, a causa del cattivo stato di conservazione. Poi, l'abbiamo spedita in Germania, a Kassel, dove si trova il Servizio per le onoranze ai caduti germanici. Si tratta dell'ente preposto alla decodifica delle piastrine, essendo in possesso di tutti i vecchi registri della Wehrmacht». Un primo passo verso la soluzione del mistero. Ma occorrono mesi, di solito, per incrociare il codice con il nome e il cognome del proprietario. Nel frattempo, si pensa di allestire a Verona una mostra degli altri reperti: i resti delle uniformi, cui potrebbero essere affiancate riproduzioni fedeli dell'intera divisa, e poi gli zaini, le borracce, le gavette, i pennini, la pistola ritrovati nel piazzale della stazione. «Potremmo completare il tutto con una rassegna di foto storiche», conclude Spadi. «Proprio in questi giorni, un veterano americano ci ha inviato belle immagini della Verona di allora, dove lui si trovava in servizio». L.CO.
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Tra sepolture temporanee, bombardamenti indiscriminati e vendette postbelliche non si può aver mai la certezza di cos' abbiamo sotto i piedi...
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grazie dell'integrazione Festungsartillerie
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Festungsartillerie
...Nel frattempo, si pensa di allestire a Verona una mostra degli altri reperti: i resti delle uniformi, cui potrebbero essere affiancate riproduzioni fedeli dell'intera divisa, e poi gli zaini, le borracce, le gavette, i pennini, la pistola ritrovati nel piazzale della stazione....
Speriamo di si, sarebbe una bella iniziativa :)
Avevo seguito con interesse la vicenda fin dall'inizio e, comunque si concluda, faccio i miei più sinceri complimenti alla Gotica Toscana e all'associazione museo di Felonica per il lavoro svolto.
Cordialità
brus
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Come nuovo utente, riprendo questa vecchissima discussione ( dato che sto navigando per conoscere meglio la struttura e le informazioni presenti nei vari argomenti trattati) per chiedere se fossero emersi nuovi eventuali elementi per il riconoscimento dei caduti, nel contempo mi associo ai complimenti alla Gotica Toscana e all'Associazione Museo di Felonica.