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Saida. Un campo di prigionia francese in Algeria. 1943-1946
La caserma della Legione Straniera di Saida (Algeria), sotto la nuova denominazione di “Campo per prigionieri di guerra n° 6” ospitò dal 16 giugno 1943 un gran numero di militari italiani arresisi in Tunisia nel mese maggio e provenienti in massima parte dal campo di raccolta temporaneo di Pont du Fahs. Ceduti surrettiziamente dai vincitori angloamericani alla giurisdizione delle autorità francesi, raggiunsero con penose marce forzate sotto la sorveglianza di truppe di colore l’ interno della regione, sino alla località di destinazione ove furono tenuti prigionieri per più di tre anni. Si trattava di circa 1150 ufficiali di cui due generali (il Generale di Divisione conte Fernando Gelich, comandante della “Superga” e il Generale di Brigata Arturo Benigni, anch’ egli appartenente alla stessa GG.UU.), sei colonnelli (S. Agnello, G. Barone, L. Incisa di Camerana, G. Dispensa, D. Gabrielli – della Regia Aeronautica – e T. Lequio d’ Assaba), sessantaquattro tra tenenti colonnelli e maggiori, ed il restante numero ufficiali subalterni, con prevalenza dei sottotenenti che erano cinquecentocinquanta. Vi erano poi in forza circa 220 fra sottufficiali e militari di truppa, adibiti ai servizi vari del campo. La caserma, cinta da alte mura munite di reticolati era costituita da tre vasti edifici, disposti ad “U”. C’ erano poi la palazzina del Comando di campo francese, le cucine, gli alloggiamenti dei soldati di guardia e del personale di servizio algerino. Il vasto cortile interno era interrotto a tre quarti da alti sbarramenti di filo spinato, al centro dei quali c’ era una apertura sbarrata da cavalli di frisia e vigilata da sentinelle in apposite garitte di legno. Ciò per limitare al massimo i contatti e il passaggio di notizie tra i prigionieri alloggiati nei vari settori del campo.
