Nuovi distintivi di qualifica

Guardando le immagini di quelli che dovrebbero essere i nuovi distintivi di qualifica (guai a chiamarli "gradi"!) della Polizia di Stato, non sono riuscito a trattenere un sorriso di commiserazione. A parte il discutibile aspetto estetico e la confusione che si viene a creare nel cittadino che si trova di fronte questa “bellezza”, ma, dico io, c’era bisogno di tutto questo proliferare di qualifiche? Abbiamo copiato male gli inglesi, per esempio chiamando sovrintendente il brigadiere, ma ora si esagera.
https://www.uilpolizia.com/revisione...della-polizia/
Se non ho fatto male i conti, siamo a 23 qualifiche, quando gli inglesi ne hanno in tutto una decina
Allegato 266414

Successe già per i VVF anche. Io li trovo orribili.

Secondo me, con queste innovazioni, oltre alla bruttezza esteriore, si sta toccando veramente il ridicolo. Si potrebbe obiettare che al variare del grado (o qualifica) corrisponde un diverso trattamento economico e che questo consente di individuare a colpo d’occhio il superiore gerarchico. Be’, allora, premesso che l’anzianità fa grado, perché non ricorrere a qualcosa di meno invasivo, ma ugualmente distinguibile? Mi riferisco, ad esempio, alle “service stripes” o, più comunemente dette “hash marks”, cioè quelle barrette sulle maniche portate dai militari USA. A parità di grado, più barrette = maggiore anzianità e, conseguentemente, retribuzione superiore. Troppo semplice?
Allegato 266425

Sempre in merito di differenze di retribuzione, si potrebbe seguire l'esempio britannico, dove, oltre agli aumenti all'interno dello stesso grado ( i cosiddetti "steps", o scatti), si avrebbe un aumento ad ogni promozione.
Allegato 266426

bene...(o male) prima hanno snobbato i CC dando i binari ai sovraintendenti(= brigadieri) ora che i CC han cercato di equiparare i loro Maresc.Aiutanti agli Ispettori cosa si inventano? Passiamo i binari agli assistenti (appuntati...) anzi anche ai semplici Agenti ......dei veri geni italici [1530

Il bello (o il brutto, a secondo dei punti di vista) è che gli Alleati ci avevano già indicato un sobrio modello da seguire per la riforma delle forze di polizia. Nel 1945, sciolte TUTTE le forze di polizia esistenti, avevano dato vita ad un’unica forza, la Venezia Giulia Civil Police, articolata in Divisioni e specialità, con uniformi e regolamento di tipo anglosassone. La gerarchia, anche questa concepita e strutturata sul modello tipicamente britannico, aveva finito con il prevedere un “allargamento” che non mortificasse la categoria degli ex-sottufficiali italiani. Ecco così che, oltre ad avervi inserito il grado di caporale, il grado di sergente, fulcro e pilastro delle polizie del Regno Unito, era stato ampliato e suddiviso in tre classi, corrispondenti, più o meno, ai nostri marescialli. Il resto era rimasto praticamente identico al modello d’Oltremanica. Nel '54, tornata Trieste italiana, tutto era stato spazzato via, restaurando il vecchio sistema.

Tutto troppo semplice per un paese che vive di leggi e leggine sempre variate e contrastanti tra loro come il nostro. Basta Rileggere il caro Manzoni nei Promessi SPosi.

Todos Caballeros! Quanto dici è vero, come è vero che il consenso del personale è stato comperato con un piatto di minestra (leggasi modesti incrementi stipendiali e distribuzione di gradi/qualifiche a gogo). L’aumento esponenziale del numero dei gradi, senza che a questo corrisponda un incremento organico, è ridicolo. Tanto per fare un esempio, nel film “Pane amore e…” il comandante dei vigili di Sorrento (De Sica) era un maresciallo maggiore, ora è un…colonnello, come dire, da un plotone di vigili si è passati ad un reggimento!