Selezione dei Ragazzi e il movimento neocolonialista in Italia

Nel 1950 l’ Italia ottenne dalle Nazioni Unite il mandato fiduciario per l’ amministrazione coloniale della Somalia, inteso a portare quel territorio alla completa indipendenza entro dieci anni. Contemporaneamente però, si sviluppò nel nostro paese una corrente sotterranea che potremmo definire “colonialismo di ritorno” mirante a sostenere il prolungamento “sine die” la nostra presenza o l’ annessione definitiva della colonia al territorio metropolitano, come era allora l’ Algeria francese. L’ ipotesi trovava consensi non solo nella destra politica (M.S.I.) e fra i vecchi coloni rimpatriati forzatamente durante e dopo la 2^ guerra mondiale ma anche in certi settori della Democrazia Cristiana e della chiesa cattolica, nonché nella Confindustria protezionista e monopolista, che sperava di trovare un nuovo mercato per i prodotti italiani di bassa qualità, non più competitivi rispetto a quelli occidentali. Non deve dunque stupire che la casa editrice Fratelli Fabbri stampasse in quel periodo un giornaletto quindicinale intitolato “Selezione dei Ragazzi” che mirava apertamente a propagandare il colonialismo il ritorno italiano in Africa. Tale periodico diretto da un sacerdote, si differenziava da altre pubblicazioni cattoliche per l’ infanzia per la presenza in ogni numero della biografia di un grande condottiero, esploratore o missionario italiano. Cosa ancor più singolare vi si narravano, opportunamente ridotti per i bambini delle scuole elementari, episodi di eroismo italiano, ambientati durante la guerra d’ Abissinia e la 2^ guerra mondiale. Il giornaletto in questione era finanziato segretamente dall’ ufficio stampa dell’ A.F.I.S. che aveva tutto l’ interesse alla rinascita di un movimento neo-colonialista, specie fra le giovani generazioni. La speranza di restare nell’ ultimo lembo delle vecchie colonie prefasciste venne frustrata dall’ ostilità delle grandi potenze e dal crescente malumore tra i militanti indipendentisti del Partito dei Giovani Somali, così l’ Italia dovette accontentarsi di una penetrazione economico/politica per via indiretta, sostenendovi sino alla caduta di Siad Barre governanti a noi non ostili. Più di recente, in epoca di consociativismo democristiani e socialisti si erano spartiti i paesi sottosviluppati per zone d’ influenza all’ interno delle quali era possibile lucrare su commercio e aiuti umanitari e la Somalia era diventata un protettorato del P.S.I. craxiano. Curiosamente “Selezione dei Ragazzi” continuò le pubblicazioni almeno fino al 1962, stavolta puntando il dito contro l’ “inciviltà” delle nuove nazioni africane decolonizzate (malgoverno, carestie, guerre civili, massacri di coloni e missionari).
Come esempio accludo due delle storie pubblicate nell’ annata 1960. Esaminando le illustrazioni si noterà che i disegnatori, non conoscendo l’ iconografia prebellica delle nostre truppe coloniali, vestono gli ascari con le divise kaki del Corpo di Sicurezza della Somalia, dotandoli dei gibernaggi di tipo inglese in uso nell’ Esercito Italiano. Altro particolare non indifferente nel clima politico di allora è che, se l’ assenza di fregi dai caschi degli ufficiali italiani era motivata dalla necessità di non mostrare emblemi sabaudi in tempo di repubblica, nulla impediva però di raffigurare gli stessi ufficiali in camicia nera. Ma d’ altro canto proprio in quell’ anno il governo Tambroni mirava apertamente a “sdoganare” il M.S.I. integrandolo tra le forze di maggioranza in nome dell’ anticomunismo…

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