Originariamente Scritto da
Klaus
Altrove ne abbiamo parlato, ma si è dovuta chiudere la discussione.
Quello che avrei voluto dire prima che venisse chiusa è che la severità disumana, in guerra, spesso è l'unica soluzione possibile, di fronte a rischi inaccettabili...
Intendo dire: gli ordini non si discutono, si obbedisce e basta.
A costo della vita.
Anche se manifestamente ingiusti o sbagliati, perchè l'alternativa potrebbe essere peggiore.
Chi non obbedisce, chi protesta, mette in pericolo l'intero paese.
Non salutare un generale in rivista può essere una goliardata, che suscita ilarità e scherno, in tempo di pace e in caserma e può essere punito anche solo con due settimane di cella di rigore.
La medesima condotta, tenuta in una stazione ferroviaria, affollata di soldati esasperati, stanchi, impauriti, a ridosso del fronte, può portare ad un ammutinamento, alla rivolta e alla caduta di un fronte...
In definitiva, da un gesto di insubordinazione si può perdere una guerra: è il tipico batter d'ali di farfalla a Tokio che provoca una tempesta in Messico...
E non è un'esagerazione: Giovan Battista Perasso, detto "Balilla", era solo un bimbo, ma fece scatenare una rivolta di popolo, lanciando un sasso in direzione delle truppe di occupazione...
In tempo di pace... bastava un buffetto... una sgridata...
Basta un nonnulla per perdere un fronte, fare aprire un varco...
Se il nemico, poi, ne approfitta... un gesto di disobbedienza può costarne migliaia e migliaia, di vittime.
I romani non erano fessi: se hanno ideato una pena tanto severa come la decimazione un motivo c'era...
Ciascun legionario aveva il compito di distruggere tutto ciò che aveva di fronte, in una parte di mondo larga 60 centimetri, con la certezza matematica che i legionari accanto a lui facessero lo stesso e che il legionario che gli stava dietro, in caso fosse stato ferito, esausto, morto, lo sostituisse senza esitare un secondo.
Per questo motivo le truppe scelte erano in terza fila, per sorreggere le prime due e sostituirle, in caso di problemi.
Se la cosa non avesse funzionato... sarebbe bastato una sciocchezza, una codardia non coperta dai compagni, per far cadere una intera coorte e per fare rischiare l'esito della battaglia...
Non si può consentire che soldati valorosi muoiano per colpa dei codardi o degli insubordinati....
Più volte, nel corpo a corpo, gli autori latini narrano come, da un'esitazione, da un errore apparentemente innocuo, si è passati dalla quasi vittoria alla carneficina inarrestabile...
e ciò che fa impressione è che una volta innescata la reazione a catena... nulla salvava la legione intera...
Accadde a Canne, al Trasimeno e a Teutoburgo...
Dunque... la leggendaria severità di Generali come Andrea Graziani può aver salvato l'Italia o contribuito a farlo.
Non sta a me giudicare...
Ma... cento anni dopo quella severità ingiusta ed esagerata, sebbene doverosa ed imposta dalle circostanze... troverei opportuno che le istituzioni dicessero: "abbiamo dovuto esagerare, per motivi superiori, di ordine pubblico, di forza maggiore: chiediamo scusa alle vittime che sono capitate, spesso per caso, sotto il maglio di una forza che non poteva essere meno severa, non per colpa loro, ma per dovere di Stato"...
Insomma... si deve dire che sono morti non per loro colpa individuale, soggettiva, personale, ma per dovere collettivo.
Tutto qui.
Solo così siamo una squadra, una grande famiglia e non un insieme di singoli allo sbaraglio.
Solo così ha senso sacrificarsi per il bene comune.