Allegati: 1
Re: Non ho capito un tubo...
ciao è un porta bombe da mortaio americano!
Re: Non ho capito un tubo...
Citazione:
Originariamente Scritto da cerco e trovo
ciao è un porta bombe da mortaio americano!
quelli da te postati sono inglesi, rispettivamente per bombe da mortaio da 4.2 in ( 107mm) e 3 in (76mm).
l'oggetto da identificare ha un diametro di 40 mm non credo sia possibile infilarcele........ [17
niente a che vedere con cio che hai indicato
Re: Non ho capito un tubo...
Grazie per le indicazioni ma non credo siano contenitori per bombe da mortaio, effettivamente le dimensioni sono troppo piccole. [137
Mi ero dimenticato di dire che non ho trovato tracce di scritte nè in vernice nè incise e le postazioni erano italo-tedesche.
Nella mia beata ignoranza la butto lì: potrebbero essere contenitori per illuminanti o candelotti di esplosivo?
[00016009
Re: Non ho capito un tubo...
scusa per l'errore [11 [11 [11
non ti so aiutare
Allegati: 2
Re: Non ho capito un tubo...
Ciao a tutti, il tubo in questione sembra proprio essere quello per gli inneschi per le cariche da demolizione inglesi in fulmicotone umido da 1 libbra in cui mi sono imbattuto anni fa a Faenza e che ho fotografato...
[attachment=1:lgw27f23]guncotton.jpg[/attachment:lgw27f23]
Quella è la carica. L'innesco (in fulmicotone secco) ha forma tronco conica, di diametro adeguato, di circa 4 cm, ha un colore beige e un foro al centro per l'inserimento della capsula detonante. Ne ho avuti per mano alcuni per lavoro ma sfortunatamente non ho potuto fotografarli.
Posso però postare questa foto di come sarebbe il contenitore postato con le sue etichette:[attachment=0:lgw27f23]Guncotton_tin.JPG[/attachment:lgw27f23]
Re: Non ho capito un tubo...
Grazie Teller67,
la tua indicazione, che non conoscevo, mi fa pensare che potessero essere proprio contenitori per oggetti simili (ho dimenticato di dire che ovviamente erano vuoti).
Tuttavia, osservando con più attenzione, direi che anche se la costruzione è pressoché la stessa, le dimensioni non mi sembrano le stesse, almeno a vedere dal rapporto diametro lunghezza, e il tappo è sì a vite ma mi sembra più lungo e parte zigrinato. Mi rendo ora conto che ho inserito una foto che non permettono una comprensione completa [916 ; appena possibile provvederò a inserire ulteriori foto (cercando di farle decenti...).
Grazie! [264
[00016009
Re: Non ho capito un tubo...
Ottimo Stecol, proprio quelli intendevo. Poi se Vulcano ha un contenitore per qualcos'altro... [47
Comunque è quello il materiale.
Ciao
Re: Non ho capito un tubo...
Interessante la disà*nima venuto fuori da quel tubo!
Le cariche erano "umide" in gergo tecnico o veramente gocciolavano acqua per essere trasportate in sicurezza? [137
Poi ci inserivano quello "secco" a mò di turà*cciolo e nel foro il detonatore! [264
Se la tecnica era consolidata nulla toglie che fosse impiegata da tutti gli schieramenti con produzioni nazionali e questo giustificherebbe le differenze di contenitore... [257
Re: Non ho capito un tubo...
Mi sono posto anch'io la domanda: perchè la carica di fulmicotone umido e l'innesco di fulmicotone secco? Le risposte potrebbero essere diverse. Probabilmente il fulmicotone umido poteva costare meno in termini di produzione o anche essere più stabile nei trasporti (meno sensibile agli urti). Di contro, per poterlo impiegare c'era bisogno di un innesco più potente, che lo facesse veramente "partecipare", completamente e non parzialmente. Ed ecco che, volendo impiegare lo stesso tipo di esplosivo sarebbero ricorsi al fulmicotone secco, probabilmente, anzi quasi sicuramente, più potente.
Nell'impiego dei detonatori questa successione è nota (per chi è del mestiere). Nella catena detonante, come per esempio quella di molte spolette, l'innesco deve essere gioco forza formato da un esplosivo più potente (anche se in quantità* inferiore) a quello della carica principale, pena la non sufficiente capacità* di farla esplodere tutta.
Purtroppo però per i britannici, questo sistema non doveva essere molto comodo, visto che praticamente tutti gli eserciti già* al tempo disponevano di cariche di demolizione formate già* all'origine dalla carica principale e la "carica di rinforzo", rappresentata nel caso specifico da quella cartuccetta. Bastava applicare il detonatore e il gioco era fatto. Loro invece dovevano stare li a montare letteralmente il puzzle per farlo venire. A mio avviso scomodo, specie da impiegare in zona d'operazioni e magari sotto il fuoco nemico. [188
La carica che ho fotografato veniva da una cassa rinvenuta un po' di anni fa sotto il ponte di v. Fratelli Rosselli a Faenza (RA), sul fiume Lamone. Ce n'era una cassa intera, ma neanche un innesco. Poi c'erano altri ordigni quasi sicuramente messi alla base delle pile al tempo della guerra per minare il ponte, poi risparmiato.
Ciao