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Articoletto
Visto che l'ho scritto tanto vale pubblicarlo anche qui, alla peggio qualcuno mi manderà* a quel paese! [0008024
Mi è stato richiesto dal Presidende della Sezione TSN di Firenze per un settimanale sportivo nel quale abbiamo preso una mezza pagina in "affitto" per un'anno...
STORIA DELLE ARMI DEL TIRO A SEGNO DI FIRENZE
Le gare di tiro a segno sono nate con l`uomo. La prima pietra, usata per procurarsi il cibo con la caccia, è stata anche la prima "arma sportiva" che ha dato luogo a sfide fra i migliori cacciatori della tribù. Durante i millenni ed i secoli trascorsi da quel lontano giorno l`ingegno umano è sempre stato impegnato nel migliorare e sviluppare i propri attrezzi da lancio o comunque da caccia in modo da avere più cibo e più sicurezza, a vantaggio del proprio gruppo e della propria discendenza.
Sfidarsi in gare di tiro è dunque un`istinto innato ed è un modo per far valere nella comunità* il proprio valore e le proprie potenzialità* allenando occhio, cervello, autocontrollo e il fisico in vista di occasioni di vitale importanza. Con questa logica, unita a motivazioni di ordine politico e sociale, venne costituito e costruito il Tiro a Segno di Firenze nell`anno 1859.
Anno critico per la storia fiorentina e toscana perché vede la dipartita del Granduca Leopoldo II di Lorena (confidenzialmente chiamato Canapone) e la formazione di un governo provvisorio in vista dell`unione col Regno di Sardegna.
Gli armamenti dell`epoca vertevano principalmente su armi ad avancarica e solo in casi sporadici, si potevano ammirare le prime armi a retrocarica, generalmente pistole a spillo, novità* del momento. e relativi a persone facoltose Di questo periodo si conservano ancora due splendidi fucili ad avancarica realizzati appositamente per il tiro al bersaglio. (foto 1)
[attachment=8:a2p55vtz]foto 1.JPG[/attachment:a2p55vtz]
Nel 1870 venne introdotta come arma di ordinanza per le truppe italiane il Fucile Vetterli mod 1870 a cartuccia metallica e serbatoio interno da cinque colpi che faceva entrare il nostro paese nel nòvero delle nazioni europee al passo con le tecnologie armiere dell`epoca. Questa arma entrò in dotazione anche al nostro poligono e veniva impiegata oltre che dai militari anche dai civili che lo frequentavano. In quel periodo, le norme che regolavano il possesso di armi non erano restrittive come ai nostri giorni e chi ne aveva necessità*.....voglia.....intenzione..... poteva acquistare più facilmente un fucile, anche un modello militare; alcuni poi si rivolgevano a prestigiosi armieri che elaboravano le armi standard per realizzare modelli esclusivi da impiegare sui campi di tiro. Questi pezzi erano particolarmente curati e precisi, spesso impreziositi da scudetti in argento con le iniziali del proprietario. (foto 2)
[attachment=7:a2p55vtz]foto 2.JPG[/attachment:a2p55vtz]
Ancora in questa epoca il tiro al bersaglio è eseguito essenzialmente con armi lunghe e non rimangono testimonianze di stand dedicati alle pistole, avancarica o retrocarica che fossero.
Alla fine dell`800 l`evoluzione degli armamenti portò alla nascita del fucile Carcano in calibro 6.5mm più preciso e maneggevole del precedente calibro 10.4mm che venne relegato a compiti di seconda linea. Anche la nostra Sezione si adeguò a questo importante cambiamento ed arrivarono i nuovi modelli di fucile con tutte le attrezzature per la loro manutenzione e cura. (foto 3)
[attachment=6:a2p55vtz]foto 3.JPG[/attachment:a2p55vtz]
Inizia in questo periodo la ricerca di cartucce ed armi dedicate al tiro al bersaglio che fossero meno costose nell`uso e meno stressanti per il tiratore. La piccola cartuccia da sala in calibro 6 Flobert a percussione anulare venne prima rinforzata per diventare il 22 Short ed infine giunse a maturità* nel 1887 grazie ad un fabbricante di armi americano che realizzò il 22 Long Rifle, una delle cartucce più diffuse al mondo ed il calibro da tiro a segno per eccellenza ancora oggi.
I primi fucili che apparvero sulle linee di tiro in questo nuovo calibro erano derivati da armi camerate per cartucce molto più robuste ed i meccanismi relativi erano estremamente massicci e forti, anche se ingentiliti da elaborate rifiniture e decorazioni artistiche. Di questa tipologia sono rimasti alcuni esemplari con sistema di chiusura Henry-Martini a blocco oscillante o cadente. (foto 4)
[attachment=5:a2p55vtz]foto 4.JPG[/attachment:a2p55vtz]
Agli inizi del ‘900 anche per le armi corte si iniziano a sviluppare modelli specifici per il tiro ed a diffondersi nei poligoni allora esistenti. Nella maggioranza dei casi sono armi derivate da modelli tradizionali nelle quali il disegno è stato rivisto per privilegiare la precisione a scapito dell`ingombro e della velocità* di fuoco, generalmente revolver. L`avvento della cartuccia cal. 22 a percussione anulare però si fa sentire anche in questo settore ed iniziano i primi studi da parte di armaioli specializzati per la realizzazione di pistole da tiro monocolpo in piccolo calibro. Alcuni di questi piccoli capolavori di ingegno e tecnologia sono ancora presenti nella nostra raccolta a testimonianza della vitalità* nel settore sportivo. (foto 5)
[attachment=4:a2p55vtz]foto 5.jpg[/attachment:a2p55vtz]
Da questo momento inizia a svilupparsi la ricerca della massima precisione nel tiro al bersaglio ed i frequentatori del Tiro a Segno aumentano esponenzialmente fino al periodo che precede la seconda Guerra Mondiale. Le gare di tiro che i nostri atleti affrontano sono numerosissime ed i risultati di tutto prestigio, come testimoniano i numerosi attestati di vittoria ancora appesi sulle pareti dei nostri saloni. Appare un nuovo fuciletto per l`impiego alle corte distanze (30 metri) realizzato dalle officine Beretta riciclando i vecchi fucili Vetterli con nuove canne in calibro 22 LR e che diviene l`arma lunga più diffusa in tutta Italia per questo tipo di sport. Nonostante gli anni ancora qualche esemplare fa bella figura nelle vetrine dell`armeria del TSN.
Il periodo bellico cala un triste velo sulla nostra attività* ed il passaggio del fronte incide pesantemente sia sulla struttura che sulle attrezzature ed impianti del Tiro a Segno.
Tutto quello che è possibile occultare è nascosto sia agli occhi delle armate germaniche che di quelle alleate mentre per il resto il destino decreta requisizione e distruzione.
Il riavvio dell`attività* è difficoltoso e duro, le armi recuperate per il tiro al bersaglio sono poche e malridotte, il lavoro stenta a ripartire in tutta la nazione e la Beretta appena ricostruita si offre di revisionare i fucili salvati con una modica spesa. I fuciletti Vetterli diventano la base di partenza per la rinata attività* sportiva. Riparte la ricerca e la realizzazione di strumenti per l`attività* sportiva e vedono la luce nelle industrie armiere europee progetti dedicati al tiro che molto si allontanano dalle classiche armi da difesa e caccia. Questa tipologia rimane fuori dall`attività* agonistica sorpassata in precisione e sofisticatezza dalle nuove "leve" da gara. Le carabinette vengono sostituite dai modelli progettati ex-novo dalle officine Beretta e dall`estero giungono pistole semiautomatiche in piccolo calibro destinate a scrivere la storia del tiro nel mondo. (foto 6)
[attachment=3:a2p55vtz]foto 6.jpg[/attachment:a2p55vtz]
Nascono nuove specialità* e negli anni sessanta inizia la sua ascesa l`attività* con armi ad aria compressa. I modelli realizzati sono un perfetto esempio dello stile e della tecnologia presenti all`epoca. (foto 7)
[attachment=2:a2p55vtz]foto 7-1.JPG[/attachment:a2p55vtz]
Anche le armi lunghe seguono la loro evoluzione e cavalcando il calibro 22 rimfire al limite dei regolamenti sviluppati per l`agonismo diventano fucili monocolpo pesanti e precisissimi. Le canne realizzate fra la fine degli anni sessanta e l`inizio degli ottanta vantano una resistenza ed una precisione invidiabili e molti tiratori ricercano ancora pezzi dell`epoca per ritrovare una cura ed una resistenza d`altri tempi. Molte delle carabine rimaste continuano ad oggi a fornire successi ai nostri allievi, fornite di nuove calciature e sistemi di mira.
Successivamente all`ultimo decennio del 900 le innovazioni tecnologiche portano ad un continuo rinnovarsi delle armi e degli accessori fornendo all`appassionato ed all`atleta una scelta fin troppo vasta ed esuberante. I paesi europei che guardano con occhio compiaciuto i ragazzi che si impegnano nella disciplina del Tiro incentivano le industrie e lo sviluppo nel settore costringendo i tiratori italiani a rivolgersi all`estero per mantenersi al passo con i tempi. Gli imprenditori nostrani che intraprendono questa difficile via si contano sulle dita di una mano e nonostante ciò la qualità* che raggiungono li porta ai vertici della popolarità* nel settore delle armi corte. Con orgoglio possiamo affermare che le squadre di Firenze nelle specialità* di pistola usano nella quasi totalità* armi italiane con notevole successo!
Per le carabine và* scomparendo l`uso del legno nella realizzazione della calciatura ed i modelli attuali sembrano più delle macchine da Formula 1 che dei fucili... e sono altrettanto delicate!
Le immagini parlano da sole: foto 8 – in alto carabina ad aria, in basso carabina cal. 22LR.
[attachment=1:a2p55vtz]foto 8.jpg[/attachment:a2p55vtz]
Con queste armi si concludono centocinquanta anni di evoluzione ma anche di rivoluzione tecnica che hanno portato i tiratori dalla polvere nera dell`avancarica agli strumenti sportivi ultraprecisi ed ipertecnologici. Tutto questo non è scritto sulle pagine di un libro ma racchiuso dentro eleganti vetrine nei locali dell`armeria del Tiro a Segno. Solo chi ha le giuste conoscenze è in grado di decifrarne il messaggio, solo gli armieri del poligono sono in grado di farlo e si tramandano questi valori di generazione in generazione... e comunque solo chi, anche per curiosità* visita La Sezione di Tiro a Segno ne può percepire la storia, il fascino e al tempo stesso avvertire la voglia di conoscere qualcosa di più di questo mondo tanto particolare.
Le armi sono cambiate in modo radicale, le specialità* di tiro sono aumentate nel corso del tempo, una cosa è rimasta immutata : la sfida che l'uomo fa con se stesso ogni volta che si cimenta in questa disciplina. ma questa è un`altra storia.
L`Armiere
Riccardo Fabbri
[attachment=0:a2p55vtz]foto 9-1.JPG[/attachment:a2p55vtz]
Le due carabine in fondo all'articolo sono mia, non avevo di meglio sottomano... [0008024
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Re: Articoletto
Nulla di cui vergognarsi, anzi. Lo trovo scritto bene e comprensibile per tutti casa che credo fosse il tuo intento.
Spero che i due mostricini sparino bene per quanto sono brutti, se no sono cavoli. [0008024 [0008024
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Re: Articoletto
Citazione:
Originariamente Scritto da Centerfire
Le due carabine in fondo all'articolo sono mia, non avevo di meglio sottomano... [0008024
Forse dipenderà* dal fatto che mi fermo al 1945 e non frequentando alcun tiro a segno non ho mai visto niente del genere, però sarei curioso di sapere da quale astronave le hai recuperate.
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Re: Articoletto
complimenti armaiolo riccardo.
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Re: Articoletto
Citazione:
Originariamente Scritto da kanister
Forse dipenderà* dal fatto che mi fermo al 1945 e non frequentando alcun tiro a segno non ho mai visto niente del genere, però sarei curioso di sapere da quale astronave le hai recuperate.
Questa è la realtà* del Tiro a Segno oggi...
Le armi corte impiegano a volte scatti elettronici e le armi lunghe usano casse composte in lega leggera ed inserti in legno per assicurare la massima ergonomicità*.
Certo, c'è stato un pò di "trauma" nel passaggio dal legno al metallo dovuto al fatto que quest'ultimo "suona" in modo differente e le armi vanno "accordate" a modino agendo sulla còppia di serraggio delle viti alla meccanica e sulle solette in materiale sintetico usate come bedding.
Una volta fatto questo e trovato il "mangime" giusto inseriscono dieci colpi in un solo foro. Se guardate il mio avatar sono 10 colpi sul bersaglio di aria compressa, sparati nella canonica posizione "in piedi".
E' puù difficile trovare un buon tiratore che una buona arma... Le tecnologie sono cambiate enormemente e così la mentalità* nel realizzare un attrezzo sportivo da impiegare sulle linee di tiro. Come successo in altri campi, tipo le auto, adesso le armi non sono più costruite per durare ma per eccéllere, a scapito della resistenza.
Laddòve prima si utilizzavano acciai al carbonio per le canne che erano cos' difficili da realizzare con molti scarti e pochissime superlative oggi si usano acciai al piombo, facilissimi da lavorare e con risultati strepitosi al costo di una durata di pochi anni agonistici... Tanto i nuovi modelli vengono fuori e tutto viene rinnovato (con spese non indifferenti!).
Sulle armi lunghe spesso la meccanica è di una marca, la cassa di un'altra, mirino e diottra sono cose a sé, così come i vari calcioli che vengono impiegati. Ad esempio quella in cal. 22 che ho acquistato nel 2007 senza accessori extramarca costava all'epoca circa 3.500 euro. Se vuoi una diottra micrometrica metti in conto altri 400/500 euro, un'iride regolabile con filtri polarizzatori per la stessa sono 130/150 euro, un calciolo regolabile extra da utilizzare per la posizione in piedi sono 200/300 euro, un set di contrappesi per cambiare il bilanciamento và* sui 150 euro, un mirino a diametro registrabile sono 80 euro...
Alla fine di tutto hai si un'arma strepitosa ma se sotto non ci metti un tiratore allenato a dovere i risultati sono comunque scarsi! [icon_246
Tenete conto poi che il proliferare di regolazioni e viti ha fatto diventare estemamente difficile trovare i settaggi per le te posizioni (terra - piedi - ginocchio) ed occorre un'aiuto esterno per controllare l'assetto e bloccare a volte le viti. Oltre al fatto che occorre segnarsi tutto per rimettere gli assetti voluti durante la gara. La carabina deve "calzare" indosso come un guanto, senza darti fastidio o sbilanciarti in ognuna delle tre specialità*.
Voi fate le domande ed io rispondo! [257