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Gli anni della Resistenza nella Valpolcevera vengono immortalati in questa pellicola, datata 1951 e rigorosamente in bianco e nero, dalla regia di Carlo Lizzani, che racconta un autentico episodio del “dopo-otto-settembre” tramite i volti di Gina Lollobrigida e Andrea Checchi. Il film venne finanziato da un gruppo di operai (con azioni del valore di 500 lire l’una) che fondarono la “Cooperazione Spettatori Produttori Cinematografici”, volti a dar voce a quei film coraggiosi scartati dall’industria cinematografica privata; ricordando la prima di Achtung! Banditi! , Lizzani racconta: «Genova volle il suo film, e i fondatori della cooperativa furono d´accordo a scegliere come tema della prima opera cinematografica finanziata direttamente dagli spettatori la Resistenza, che proprio a Genova aveva avuto momenti e figure indimenticabili». La storia, infatti, è ambientata sulle alture dell’Appennino ligure, dove un gruppo di partigiani capitanati dal “Biondo” (Bruno Berellini), deve impossessarsi di un carico d’armi nascosto in una fabbrica di Pontedecimo, aiutando gli operai loro complici a sabotare lo smontaggio dei macchinari imposto dai tedeschi. Emblematica la scena d’inizio in cui il gruppo abbatte il cartello con su scritto: “Achtung! Banditen”, termine con il quale i nazisti indicavano i partigiani. Celebrazione della Resistenza ed esaltazione della lotta di liberazione, il film narra un racconto che fa sentire a casa, sfruttando al meglio le potenzialità figurative della periferia genovese industriale all’ombra del Passo delle Tre Croci, dove i volti e le voci d’insieme si riconoscono in quel tram n. 926 Pontedecimo/P. M. Barabino e nelle alture di Campomorone, o nel desiderio della Lollobrigida che sogna ad occhi aperti: «Quando la guerra sarà finita, voglio andare a Portofino, addormentarmi sulla spiaggia e non pensare più a niente». Una storia scottante per l’epoca di produzione, fresca di racconti in prima persona; una storia che accarezza l’accentuarsi del neorealismo cinematografico in Italia, volto a dar voce a un popolo che diventa protagonista e artefice del proprio destino. Tra gli attori, unico genovese, un giovanissimo Giuliano Montaldo (nel ruolo del commissario Lorenzo), che otterrà maggiori successi in futuro dietro la macchina da presa, grazie alla celebre trilogia del potere con “Gott mit uns”, “Sacco e Vanzetti”, “Giordano Bruno” .
Di Roberta Saettone da http://www.viveregenova.comune.genova.i ... anditiquot
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