Il primo ferro non si scorda mai...
Mi commuove vedere le foto delle esposizioni di brandelli di ferro contorto postate dai forumisti metallari, che dimostrano il loro desiderio di conoscenza.
Mi ricordano i miei inizi, quando ogni ferro trovato sul monte era una novità e una domanda, e non c’erano ne' libri ne' forum su cui informarsi, solamente qualche ragazzo più esperto, o sedicente tale, o i vecchi recuperanti, che però non ti davano neppure ascolto.
Loro avevano recuperato per fame, la loro esperienza era maturata pericolosamente sul campo, rischiando la vita, non era stato un divertimento per ragazzi.
Avevano perso amici e conoscenti, morti per portare a casa la minestra, di certe cose non volevano proprio parlare.
Poi ho iniziato a selezionare i ritrovamenti, un chiodo piegato era solo un chiodo piegato, una scheggia di granata era solo una scheggia, e restavano sul campo.
Portavo a casa solamente quei reperti che potevano essere significativi, ma ho ancora delle cassette di reperti ignoti, che tali resteranno per sempre.
Voglio perciò dare un consiglio agli amici metallari, procuratevi più documentazione cartacea possibile, comprate libri sull’argomento, adesso che sono disponibili, e cercate nelle biblioteche pubbliche i manuali dell'epoca, aiuta tantissimo.
Re: Il primo ferro non si scorda mai...
parole sante .... quelle di KP .... avessimo avuto ai nostri tempi la documentazione che oggi è disponibile (libri, riviste, forum, fiere specializzate, internet). Ricordo ancora l'emozione quando uscì il libro di Paolo Marzetti alias Marpo sulle uniformi ed equipaggiamenti italiani e A-U della PGM .... o quando trovai il volumetto della casa editrice inglese Almark di J. Lucas sull'esercito austro-ungarico .... poi è stato un crescendo ... nuove case editrici sono nate con il pregevole scopo di far conoscere la Grande Guerra e gli strumenti utilizzati dai belligeranti. Oltre ad Albertelli, vorrei ricordare Gaspari editore di Udine, Gino Rossato di Valdagno, Verlag Militaria di Vienna (dei gioielli!!!!), Itinera Progetti di Bassano, ma ancor prima Mursia (soprattutto per la memorialistica), la Schiffer (non la modella ...), le edizioni della Società Storica della Guerra Bianca, quelle dell'associazione culturale "Isonzo", le edizioni Saisera, la Osprey ... e potrei andare avanti per un bel pò.
Se penso ad oggi riprovo le stesse sensazioni quando giro per la montagna con mio figlio che vuole portarsi a casa ogni singola cartuccia o scheggia o bottone che trova .... il risultato è che accanto alle mie cassette della frutta piene di gavette arrugginite e schegge se ne è aggiunta un'altra in solaio. Come quando ero piccolo, anche mio figlio ama fantasticare sulla storia (presunta) di ogni piccolo oggetto ritrovato ... anche il più insignificante. Inutile dire quanto la cosa mi renda felice e speranzoso che possa continuare la passione di una vita intera.
Un caro saluto a tutti i forumisti ... Tonle