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Chiaramente coem detto vi sono diversi errori sia nel materiale che nella "scenografia" del flim, ma personalmente ne ho un bel ricordo in quanto è stato la mia "preparazione morale" all'esame orale di maturitaà dopo un giorno di lunghi studi e tanto ghiaccio per una brutta caduta in bici la mattina stessa.
non entro nel merito circa materiali impiegati e "scenografia" non sono competente.....ma per me un gran bel film e un Lee Marvin superbo!!!
Concordo con gotica, un Lee Marvin stupendo!!!!!!!!!!!!
Lo vidi al cinema in prima visione quando uscì nelle sale cinematografiche, eppoi in tv diverse volte. E' vero qualche errore e qualche castroneria c'è (..come peraltro in film ben più blasonati e "oscarizzati"..) ma a mio avviso rimane sempre un gran bel film, da rivedere sempre con piacere!
E' un fim che ho rivisto più volte volentieri...
Bello il finale...
Foto di scena dal film bellico degli anni ’80 “Il grande uno rosso”. Durante i combattimenti in Italia i G.I. agli ordini di Lee Marvin si radunano sotto a un grande murale raffigurante Benito Mussolini. Questa sequenza venne tagliata dalle pellicole proiettate nelle sale cinematografiche italiane (ma è presente nella versione in lingua originale, ho controllato). La cosa è abbastanza inspiegabile dato che si tratta di un film di guerra piuttosto crudo e realistico. La cosa più probabile è che la distribuzione italiana si sia accorta dell’ errore (seguitatemi invece di seguitemi) ed abbia operato il taglio autonomamente, salvo il caso che la nostra sagace censura non vi abbia ravvisato una qualche forma di apologia del fascismo. Comunque è tutto il murale a destare dubbi in quanto si distacca totalmente dai canoni documentati all’ epoca da foto e cinegiornali. Il volto del duce è raffigurato in modo troppo realistico e con ogni evidenza copiato da una foto del tardo periodo bellico 1943/45, durante la Rsi. Concordano con ciò l’ uso della bustina g.v. ma anche la fisionomia evidentemente invecchiata e le guance scavate con un accenno di barba. Le raffigurazioni murali d’ epoca si conformano invece ad un modello “eroico” ben definito e risalente alla metà degli anni 30. Esso aveva i suoi tratti ricorrenti nella testa calzata dall’ elmo metallico (mod. 31 o 33), lo sguardo volitivo e la mascella protesa. La presenza di un tricolore incongruamente privo dello scudo sabaudo e sventolante su uno sfondo nero porta a pensare che la produzione hollywoodiana abbia scopiazzato (male) qualche calendario “Made in Predappio”. D’ altro canto si trattava di una produzione cinematografica con capitali misti e gli esterni vennero girati parte negli Usa e parte in Israele, con il supporto di quelle forze armate.
Nel recensire questa pellicola abbiamo avuto la mano leggera, infatti le castronerie furono tali e tante che ci e' dispiaciuto che un
autore come Fuller, in chiave autobiografica, sia caduto nel qualunquismo, sprecando un titolo, dedicato
all'eroico Grande Uno Rosso.E' proprio vero,nonostante un ottimo Lee Marvin, ...la ciambella non e' venuta
col buco per via di tanti errori della scenografia che ha ricalcato in maniera pietosa le opinioni comuni
sugli italiani (quelli del vino, del mandolino e della tarantella)!PaoloM