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La canzone delle mele
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Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele
vi voglio mostrar!
Nella strada sento già
quella voce che ti fa: Oooooooh!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
Col suo vecchio carrettin
vende frutta quell'omin: Oooooooh!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
La gente intorno vuol comprar
e l'omino seguita a cantar:
Che mele, che mele,
son dolci come il miele,
son toste, son grosse,
son pronte da mangiar.
Chi mangia le mele
va sempre a gonfie vele
son buone, fan bene,
le dita fan succhiar.
Vendo frutta e le banane,
il cocco e l'ananas,
tutta frutta prelibata
che vien da Caracas.
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele
vi voglio mostrar!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele
vi voglio mostrar!
Nella strada sento già
quella voce che ti fa: Oooooooh!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
Col suo vecchio carrettin
vende frutta quell'omin: Oooooooh!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
La gente intorno vuol comprar
e l'omino seguita a cantar:
Che mele, che mele,
son dolci come il miele,
son toste, son grosse,
son pronte da mangiar.
Chi mangia le mele
va sempre a gonfie vele
son buone, fan bene,
le dita fan succhiar.
Vendo frutta e le banane,
il cocco e l'ananas,
tutta frutta prelibata
che vien da Caracas.
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele!
Che mele, che mele, che mele
vi voglio mostrar!
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Questa canzone, popolarissima nei primi anni '40, deriva da uno spettacolo di rivista, genere teatrale allora in voga e divenne tra il '43 ed il '45 canzone di marcia "ufficiosa" del Btg. Arditi Forlì della Rsi.
Il reparto, caratterizzato da assoluto volontarismo, nacque dopo l' armistizio dell' 8 settembre attorno ad un consistente nucleo di piloti e avieri romagnoli che - rimasti senza aeroplani - si adattarono a combattere come fanteria, venendo aggregati stabilmente ad una Divisione della WH.
Oltre a cantarla durante gli spostamenti, gli arditi avevano una singolare abitudine: durante le sfilate marciavano affardellati e perfettamente inquadrati a passo romano finchè, approssimandosi alla tribuna dellle autorità, invece del regolamentare "Attenti a..." ricevevano il comando "Meleee...".
A quel punto tutto il reparto cantava le parole, ripetendo con perfetta sintonia i passi di danza e le sinuose movenze delle ballerine d' avanspettacolo, quasi un flash-mob ante litteram.
Allontanandosi poi, riprendevano il regolare passo romano.
Ciò seminava sgomento e costernazione fra i legnosi generali teutonici, ma era tollerato dal loro divisionario che ben conosceva lo spirito combattivo di quei sanguigni romagnoli.
In combattimento contro gli angloamericani erano infatti equiparati alle migliori truppe tedesche, tanto che ebbero le migliori armi a disposizione (MG 42, Panzerfaust, kar.98 k)...
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bella spiegazione e molto interessante grazie!
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Grazie per questa notizia di cui ci hai fatto partecipe e che non conoscevo minimamente.
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Ne parla Giorgio Pisanò nel suo ULTIMI IN GRIGIOVERDE...