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Le boudin
Il titolo del famoso inno di marcia della Legione Straniera ha sempre causato molta confusione: il "boudin" è probabilmente quella tenda arrotolata portata sullo zaino del Legionario, o piu gastronomicamente una grossa salsiccia...
L'origine della musica è altrettanto oscura; potrebbe essere stata tratta da una melodia di Rameau; o un tema prestato da una canzone del 67° R.I. nel 1862; oppure una melodia in uso sui campi di battaglia del 1840 e reintegrate dagli ordini di Napoleone III. Ciò che è certo, è che poco prima della partenza del Reggimento Straniero per il Messico, il maestro Wilhem basò la sua composizione su questa oscura traccia. Per quanto riguarda il testo, l'immaginazione dei Legionari deve aver dato alla canzone parecchie diverse interpretazioni nel tempo. Quello attuale risale probabilmente al 1870, quando il re dei Belgi ordinò ai suoi sudditi di non combattere in Francia, e quando molti Alsaziani e Loreni si arruolarono nella Legione.
Non si saluta militarmente durante l'esecuzione del Boudin.
La cadenza di questa marcia è di 88 passi al minuto, che è il caratteristico passo della Legione. Mentre tutti i reparti di fanteria dell'esercito francese sfilano alla cadenzza di 120 passi al minuto, la Legione Straniera, fedele alle sue origini, conserva ancora oggi il ritmo lento del Reggimento di "Hohenlohe": 88 passi al minuto. Questa caratteristica obbliga la Legione a sfilare per ultima nelle parate militari.
testo:
Refrain
Tiens, voilà du boudin, voilà du boudin, voilà du boudin
Pour les Alsaciens, les Suisses et les Lorrains,
Pour les Belges, y en a plus, Pour les Belges, y en a plus,
Ce sont des tireurs au cul. (bis)
1e sonnerie
Nous sommes des dégourdis,
Nous sommes des lascars
Des types pas ordinaires.
Nous avons souvent notre cafard,
Nous sommes des légionnaires.
1er couplet
Au Tonkin, la Légion immortelle
À Tuyen-Quang illustra notre drapeau,
Héros de Camerone et frères modèles
Dormez en paix dans vos tombeaux.
2e sonnerie
Nos anciens ont su mourir.
Pour la gloire de la Légion.
Nous saurons bien tous périr
Suivant la tradition.
2e couplet
Au cours de nos campagnes lointaines,
Affrontant la fièvre et le feu,
Oublions avec nos peines,
La mort qui nous oublie si peu