Comunicazioni nella Grande Guerra
Avevo già* postato questo topic qualche tempo fa in altro forum ma, viste le cortesi richieste, cercherò di svilupparlo ulteriormente per gli amici di World War.
La necessità* ed il problema di comunicare durante una battaglia sono sempre stati di estrema rilevanza nella storia di tutte le guerre. Durante la prima guerra mondiale, per gli scenari bellici, le grandi dimensioni delle unità* impiegate in combattimento, la necessità* di dover impartire, ordini che dovevano essere eseguiti in tempi reali,spostamenti di reparti, ritirate od altro, questa esigenza contribuì ad un notevole sviluppo dei sistemi di comunicazione già* all'epoca esistenti ma che ricevettero un impulso tecnologico che solo le guerre, a volte, riescono ad imprimere.
La prima guerra mondiale vide imporsi, accanto ai più vetusti sistemi di segnalazione visiva (quali i lampi di colore o gli apparati fotoluminosi) più moderni sistemi di comunicazione quali la telegrafia, e la telefonia.
L'apparato telegrafico esisteva da molti anni ma l'dea di renderlo da campo e quindi facilemente trasportabile lungo il fronte, fu della Ditta Pio Pion di Milano. Questa ditta produceva già* dalla fine dell'ottocento, e, col passare degli anni in maniera sempre più sofisticata, la cosiddetta "cassetta telegrafica da campo".
Si trattava quindi di una soluzione creata appositamente per l'impiego militare, anche se, molte cassette terminarono la loro gloriosa carriera in uffici postali civil.
Aveva caratteristiche di peso tali da poter essere trasportata in spalla grazie all'impiego di un metallo bianco (una lega) che garantiva durezza, inossidabilità* e leggerezza; non so precisamente quale sia la lega ma credo si tratti di una specie di alpacca non argentata.
Il telegrafo inizialmente impiegato nelle prime linee, anche in postazioni miste telegrafo/telefono, venne sempre più impiegato nelle comunicazioni "ufficiali" tra zona di guerra ed Alti Comandi o tra gli stessi Comandi ed i più alti poteri dello Stato. Molte comunicazioni di caduti furono trasmesse ai familiari attraverso il telegrafo campale in uso al reggimento.
Questa la cassetta telegrafica in posizione chiusa, da trasporto in spalla, con la tracolla in cuoio.
Immagine:
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Il lato apribile, una volta aperto fungeva da piccola base di lavoro:
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Marchi della Dita Pio Pion di Milano:
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Una tavola d'epoca:
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Una bella immagine del 1916 con un soldato del 3° reggimento telegrafisti seduto accanto alla sua cassetta telegrafica:
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Altri 2 telegrafisti orgogliosamente posano lasciando il centro della scena alla cassetta:
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Niente a che vedere, invece, per praticità* e peso, la soluzione da campo telefonica. Il telegrafo convisse inizialmente, accanto al telefono, in postazioni miste Telegrafiche/Telefoniche ma la comunicazione telegrafica, sia per aver dato dimostrazione di scarsa adattabilità* alle moderne esigenze, sia perchè richiedeva personale altamente specializzato (considerando anche l'epoca), lasciò via via sempre più il passo alla telefonia.
Il telefono da campo poteva vantare una notevole praticità* d'uso, compatto leggero, garantiva soprattutto una immediatezza dei contatti che l'altro apparato, per esigenze strutturali, non consentiva.
L'uso del telefono era semplicissimo, si ruotava la manovella laterale che produceva uno squillo dall'altro capo del filo e tramite il pulsante posto sulla cornetta si commutava ascolto/parlata.
Dopo qualche semplice spiegazione anche il soldato meno istruito poteva effettuare una chiamata o rispondere all'apparecchio; inoltre un inferiore costo produttivo dovuto ad una maggiore semplicità* costruttiva ne favorirono una diffusione capillare su tutta la linea del fronte, dalle retrovie alle trincee di primissima linea.
Immagine del telefono da campo (in questo caso il mod.1917) nella sua borsa da trasporto in tela grigia:
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La compatta cassetta in legno realizzata con incastri a coda di rondine:
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La classica cornetta a forma di conchiglia, notate il pulsante di commutazione sul microfono, nella parte bassa:
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In questa eccezionale foto d'epoca una tenda con una soluzione mista telegrafica e telefonica in una postazione in retrovia.
Nella parte superiore si nota un fanale a candela, con vetri rossi, serviva a segnalare la presenza della tenda alle varie staffette portamessaggi.
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E questo il fanale:
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Per concludere un fregio in filo nero da truppa del 3° Reggimento telegrafisti del genio ed una cartolina spedita nel 1917 proprio da questo reparto:
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Inutile concludere dicendo (molto immodestante)che si tratta di oggetti particolarmente rari e piuttosto ambiti (Ciao Celtico [:D])
Saluti a tutti
Dimonio