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Oggi 8 settembre...
Oggi, anniversario dell' 8 settembre 1943, annuncio dell' armistizio con gli angloamericani e secondo autorevoli storici fine del concetto condiviso di Patria. E' stato per anni una ferita dolorosa o un tabù da rimuovere, certo un evento apocalttico e unico per 40 milioni di italiani che lo vissero. Dov'erano a quella "memorabil data" vostro padre o i vostri parenti e che ricordo ve ne hanno tramandato (se lo hanno fatto) ?
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L'8 Settembre 1943 mio padre era in Sardegna con la Nembo. Quel giorno i paracadutisti italiani ed i tedeschi stavano giocando a carte tutti insieme.All'annuncio, ripetuto piu' volte, ognuno si ritiro' nei propri accantonamenti.I paracadutisti triplicarono le guardie armate.I tedeschi,nei giorni seguenti se ne andarono proseguendo per la Corsica con armi e bagagli, senza incidenti. Alcuni italiani li seguirono com'è noto e gli incidenti ci furono poi. PaoloM
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Mio padrino, granatiere di Sardegna del 1° Reggimento, era a Roma zona Magliana, a fare il suo dovere di Soldato e di Italiano...ed a scrivere, coi suoi vent'anni, una pagina di Storia della nostra patria.
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Mio padre aveva solo 10 anni ed era in paese a giocare come ogni bambino. Mio zio invece era in un caserma in Umbria/Lazio e fu fatto prigioniero dai tedeschi e poi mandato a sistermare le fortificazioni della zona dietro il fronte di Cassino. Vi rimase a lungo e poi riusci a scappare presso una famiglia del posto che lo nascose e rientrare al suo paese fortunosamente.
Ovviamente sono solo fati riferiti,perchè le persone sono morte da anni e non hanno mai avuto tanta voglia di parlarne.
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Andiamo con ordine:
mio padre 151° Brigata Sassari dopo sei mesi di osp.militare (ferito da tre pallottole sul fronte Greco-Albanese) era il convalescenza (altri 6 mesi)
un fratello era prigioniero degli Inglesi in SudAfrica catturato nei pressi di Tobruk, un altro "riposava" sul fondo del Adriatico nel sommergibile affondato
e l'ultimo finanziere in Slovenia...
di mia madre: uno zio se l'e vista brutta a Cefalonia (è morto l'anno scorso a 100 anni)
l'altro è stato catturato a Udine ed è morto pochi mesi dopo nel marzo 44 in campo di concentramento in Germania...
rimangono una sorella di mio padre che era suora e l'ultimo fratello di mia madre che a 11 anni rimase cieco per lo scoppio di un piccolo ordigno
nel 1917 sotto l'occupazione Austriaca del Cadore...
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Interessante leggere queste storie dei vostri parenti, grazie, è cosi che si capiscono gli avvenimenti più profondamente.
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Mio padre era in Yugoslavia nell'ospedale da campo 187 di Gracac e mi raccontava che gli ufficiali, prima di fuggire, l'avessero chiuso nel centralino. Dopo solo un compagno lo liberò e arrivò a Roma a piedi dopo essersi liberato della divisa.
Arrivato a Roma pesava 37 Kg.
Luciano
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Citazione:
Originariamente Scritto da
lucianoluc
Mio padre era in Yugoslavia nell'ospedale da campo 187 di Gracac e mi raccontava che gli ufficiali, prima di fuggire, l'avessero chiuso nel centralino. Dopo solo un compagno lo liberò e arrivò a Roma a piedi dopo essersi liberato della divisa.
Arrivato a Roma pesava 37 Kg.
Luciano
porca vacca che robe
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Seppur in ritardo.....
- mio padre si trovava in Sardegna, nella Divisione Calabria, dopo l'annuncio dell'armistizio i suoi superiori si trovarono del tutto incapaci di affrontare la situazione. Non andò meglio nei giorni successivi dove si limitarono "ad accompagnare" i tedeschi al porto di Palau, dove li attaccarono solamente quando ormai si erano imbarcati quasi tutti!!
- mio suocero Alfeo, rientrato dall'Africa per malattia, venne catturato nella sua caserma di Trento, dove gli ufficiali li avevano obbligati a rimanere chiusi dentro in attesa di....non si sa cosa!!
- mio zio Tolmino, carrista nell'Ariete II in teoria avrebbe voluto e potuto affrontare i tedeschi che si volevano impadronire prima dei punti nevralgici intorno a Roma, e poi dell'intera città. Invece furono spostati il 9 a Tivoli e qualche carro venne impiegato alla spicciolata, diventando facile preda degli anticarro tedeschi. Consegnati tutti i carri nuovi fiammanti, rimase nella capitale circa 10 giorni, poi i tedeschi cominciarono a farsi prepotenti e cattivi....e lui se la svignò in treno, arrivando fino a casa!!
Paolo circa gli incidenti si verificarono già in Sardegna: il povero Tenente Colonello Bechi Luserna, che tante volte aveva rischiato la sua vita in Africa, su ucciso proprio dai suoi stessi paracadutisti della Nembo che poi si unirono ai tedeschi in ritirata. Una triste fine per un eroico soldato!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Hetzer
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Paolo circa gli incidenti si verificarono già in Sardegna: il povero Tenente Colonello Bechi Luserna, che tante volte aveva rischiato la sua vita in Africa, su ucciso proprio dai suoi stessi paracadutisti della Nembo che poi si unirono ai tedeschi in ritirata. Una triste fine per un eroico soldato!
Purtroppo e' come dici tu.Probabilmente fu un incidente dovuto all'eccitazione del momento e non e' chiaro il meccanismo dell'omicidio che probabilmente fu colposo e non premeditato.Pensa che erano dello stesso reggimento di papa'(184°).Brutta storia...!PaoloM