Allegati: 1
Rapporto combattimento aereo
Tra le cose che ho nella mia raccolta a cui più tengo, tra quelle che ritengo più emozionanti, al primo posto senza dubbio ci sono i rapporti di combattimento di un nostro valoroso pilota , il tenente Alberto Camandone da Pinerolo, classe 1892, in forza dal 5 novembre 1917 all'82^ Squadriglia da Caccia, formazione che montava gli Hanriot Hd.1.
Il nostro pilota ebbe tra gli altri come compagni d'ala gli Assi Flaminio Avet, Gaetano Aliperta e Alessandro Resch; fu suo commilitone anche il grande Arturo Ferrarin, "il Moro", che legherà il suo nome all'incredibile Raid Aereo Roma-Tokio, effettuato con uno SVA nel marzo del 1919.
Camandone non divenne Asso a sua volta perchè non richiese mai l'omologazione di almeno due abbattimenti di aerei nerocrociati che erano praticamente certi;
pertanto il suo palmares si fermò a quattro vittorie e quindi, per un soffio, non assurse alla memoria storica che perpetua i nomi degli Assi mondiali dell'Aviazione Militare.
Tuttavia, il suo valore e la sua perizia di pilota e cacciatore gli valsero ben due MAVM e due Croci al Merito di Guerra, facendone il pilota più decorato di quella gloriosa squadriglia.
La 82^ Squadriglia , tra gli altri suoi episodi bellici, fu protagonista della battaglia d'Istrana, 26 dicembre 1917, quando il nostro campo è oggetto di un massiccio attacco messo in atto da velivoli tedeschi che intendono vendicare l’azione del giorno precedente portata a compimento da piloti inglesi del R.F.C. che, violando la tacita tregua natalizia, avevano colpito un campo d’aviazione germanico.
Dalla linea di volo italiana, primi a levarsi verso il nemico sono gli Hanriot HD di Camandone, Panero ed Urso, mentre il resto della squadriglia ha i velivoli pesantemente danneggiati al suolo e parte dei piloti deve desistere.
Il bilancio, contrariamente a quanto si erano prefissati i nemici, è a loro grandemente sfavorevole: si tratta di una pesantissima batosta inflitta dai nostri valenti piloti che abbattono ben 11 caccia avversari.
Ho avuto la fortuna di entrare in possesso di molti dei documenti del tenente Camandone, tra i quali appunto, alcuni dei rapporti dei combattimenti aerei sostenuti.
Questi documenti dovevano obbligatoriamente essere redatti dal pilota non appena presa terra a termine della missione, ai fini di relazionare i comandi superiori sulle attività svolte dai nostri e dal nemico.
Proprio il fatto che questi fogli di carta siano stati redatti quanto il pilota aveva appena vissuto sulla sua pelle un'azione di guerra è, per me, il valore aggiunto di questi rarissimi documenti.
Ne condivido qui uno, relativo al combattimento che il pilota piemontese sostenne il 29 luglio 1918 in una delle molteplici scorte ai nostri Caproni.
Il tenente Camandone scarica 170 colpi delle sue mitragliatrici sull'Aviatik D.1 138.98 (indicato dl pilota attaccante come D.III) del Feldwebel Josef Peiger della Flik 72, che non ha scampo e trova la morte precipitando a poche centinaia di metri dalla riva a Nord-Ovest del lago di Santa Croce.
Le fasi del combattimento sono vividamente descritte nella relazione del valoroso pilota italiano e confermate dalla testimonianza oculare del ten. Arturo Ferrarin, che sottoscrive il rapporto del collega:
Allegato 185390
questo è il testo:
29 luglio
Ten. Camandone Alberto
Ora di partenza ore 6
Ora di atterraggio 8.5’
Colpi sparati 170
Tipo di apparecchio nemico attaccato D3
Ora quota e località dell’inizio del combattimento.
Dalle ore 7.30 alle 7.40 alla quota di m. 4.300 a N.O. del lago di Santa Croce.
Modalità dell’attacco. Nemico attaccato di fronte e poi di coda.
Urto constatato. Visto precipitare a N.O. del lago di Santa Croce a circa un Km.
Punto preciso di caduta dell’aereo nemico. Abbattuto sulla sponda N.O. del Lago di Santa Croce a circa 1 km dalla sponda.
Altri apparecchi veduti partecipare al combattimento. Ho visto quando mi dirigevo alla quota di 1.700 m. verso il Montello una pattuglia di 3 Spad sopra Vittorio che credo abbiano visto il combattimento.
Note complementari. Quando i Ca stavano bombardando il campo della Comina, scorsi in distanza quasi alla mia quota un app. nemico che continuò a girare senza inconvenienti. Ultimato il bombardamento mi trattenni per proteggere l’ultimo Ca durante il ritorno. In questo momento vidi l’apparecchio volgersi verso di me. Con un dietro-front gli puntai incontro e dopo brevi istanti mi trovai nuovamente di fronte.
Mi sparava e allora con due o tre strattonate guadagnai su di lui quota e riuscii a mettermi in coda ed a sparare. Cercò di allontanarmi con forti picchiate e cabrate, ma continuai a fargli raffiche, finchè alla quota di m. 3000 lo vidi come abbandonato, dirigendosi irregolarmente verso il lago di Santa Croce. Ebbi l’impressione che cadesse in acqua, circa oltrepasso di un km la sponda N.O. e si abbattè presso un gruppo d’alberi. Abbassandomi a circa 1700 m. vidi fumo salire dall’apparecchio ma non fiamme. Mentre mi volgevo verso il Montello scorsi una pattuglia di Spad e dovetti cambiar rotta e far rientro in Feltre per l’intenso tiro anti aereo nei pressi di Vittorio
Il sottoscritto dichiara di aver assistito ad un combattimento tra un Hd ed un apparecchio nemico seguito a non molta distanza dall’Hd. Scendevo picchiatissimo senza direzione. Data la notevole distanza non potrei precisare il punto della caduta.
Tenente Ferrarin