Visualizzazione Stampabile
-
Allegati: 1
Molotov di El Alamein
Mi sono imbattuto sul web in questa interessante immagine di un soldato neo-zelandese ad El Alamein (1942)
che mostra orgoglioso due bombe 'molotov' confezionate dai paracadutisti della Folgore,recuperate nelle postazioni
italiane. Si notano due bombe a mano 'Breda' che fungono da accenditori. Le bottiglie, che sembrano di birra
nazionale, probabilmente contenevano una miscela di benzina. Una di queste, era in grado di incendiare un
carro armato o un qualunque altro mezzo nemico.:roll::roll::roll::roll::roll: PaoloM
Allegato 201133
-
Normalmente la miscela era benzina e nafta 50/50 (la cosidetta miscela italiana da lanciafiamme), quando c'era diponibilità.
Con una ci si faceva poco, le regole d'ingaggio prevedevano la messa a segno di almeno 4-6 bottiglie su aree ben precise, per avere un minimo di efficacia, meglio se di più.
-
bella questa!! ma la Breda non esplodeva come una BAM?
-
Certo! A maggior ragione! Era piu' sicura del canovaccio imbevuto di benzina che doveva essere acceso. PaoloM
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Paolo Marzetti
Certo! A maggior ragione! Era piu' sicura del canovaccio imbevuto di benzina che doveva essere acceso. PaoloM
ah ok quindi oltre l'effetto molotov vi era anche la deflagrazione dell'ordigno.
-
Ciao a tutti.Io purtroppo non riesco a vedere la foto, capita anche a qualcuno di voi?
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
stahlelm16
Ciao a tutti.Io purtroppo non riesco a vedere la foto, capita anche a qualcuno di voi?
credo possa essere un tuo problema, io la vedo correttamente sia sul pc, tablet e telefono.
-
Anche io la vedo correttamente
-
Bellissima foto.
Mi son sempre chiesto come fossero assemblate.
Credo però che il loro effetto fosse più psicologico che reale e che non producessero reali danni ai carri colpiti.
In caserma nel lontano 1983 ascoltai la testimonianza di uno degli ultimi reduci (custodisco gelosamente un libro con la sua dedica) che mi raccontò che per fermare un solo carro furono necessari 16 colpi di 47/32 e qualche bottiglietta certo non poteva fare molto.
Un altro discorso sono i carristi che vedendosi assaltare dai parà e credendo di andare a fuoco, probabilmente cedevano e scappavano.
-
Allegati: 2
Citazione:
Originariamente Scritto da
Diaz
Bellissima foto.
Mi son sempre chiesto come fossero assemblate.
Credo però che il loro effetto fosse più psicologico che reale e che non producessero reali danni ai carri colpiti.
In caserma nel lontano 1983 ascoltai la testimonianza di uno degli ultimi reduci (custodisco gelosamente un libro con la sua dedica) che mi raccontò che per fermare un solo carro furono necessari 16 colpi di 47/32 e qualche bottiglietta certo non poteva fare molto.
Un altro discorso sono i carristi che vedendosi assaltare dai parà e credendo di andare a fuoco, probabilmente cedevano e scappavano.
...credo invece che le cose siano davvero diverse...
Le bombe incendiarie venivano assemblate sul campo con quello che era disponibile ma le stesse erano un complemento necessario alle misere armi controcarro che le nostre truppe potevano opporre allo strapotere Alleato.
L'effetto era quello di cercare di incendiare o di rendere temporaneamente inutilizzabile il mezzo cingolato o corazzato ( e ricordo che erano tutti a benzina, quindi l'equipaggio aveva davvero cattivi pensieri, se sul loro cofano motore finiva una di quelle misere bombe incendiarie!) questo in genere accadeva dopo diversi colpi di 47/32 o di Fucilone anticarro Solothurn o di qualsiasi cosa riuscisse a rompere i cingoli...infine nuclei di cacciacarri si infiltravano e incendiavano i mezzi fermi, per impedire loro di sparare comunque sui centri di fuoco amici e per impossessarsi delle razioni alimentari e ogni altro materiale utile che ogni mezzo portava al seguito.
In particolare questa tecnica dette notevoli risultati ad El Alamein ma anche prima, dove i paracadutisti ma in particolare i Guastatori del Genio, comandati da Paolo Caccia Dominioni fecero letteralmente strage di carri, come a Bel Hamed a fine novembre del 1941, impiegando anche cassette di legno con esplosivo, comandate a distanza che distruggevano i cingoli dei mezzi, bloccando gli attacchi.
Rimane famosa la raffigurazione del Guastatore d'Africa dello stesso Dominioni, dove sullo sfondo si vedeva lo Sherman che bruciava...poi riproposta anche nella figura del paracadutista, soldati che combatterono fianco a fianco...che lui raffiguro' ampiamente nei suoi splendidi disegni.
Propongo una variante piu' sconosciuta della bottiglia incendiaria, legata ad un candelotto incendiario.
Nel suo libro, scritto con Bechi Luserna, Dominioni, ebbe modo di descrivere e elogiare per questa tecnica non solo Guastatori e Paracadutisti ma anche Fanti, Artiglieri, Bersaglieri e quanti si trovarono a combattere senza armi adeguate, sulla linea del fuoco.
Ciao Francesco