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I Fornelli da Campo Tedeschi a benzina e a combustibile solido
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Nel variegato panorama dei fornelli da campo tedeschi, un posto di primordine spetta decisamente all’Esbit - “Erich Schumm Brennstoff in Tablettenform” .
Il titolare Erich Schumm, inventore con più di mille brevetti all’attivo e imprenditore, nacque il 9 novembre del 1907 a Stoccarda e morì a 72 anni il 7 Settembre del 1979 a Althütte-Sechselberg .
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Dopo un periodo iniziale di formazione personale e professionale come dipendente presso altre aziende, Erich Schumm nel 1933 fondò a Württemberg-Stoccarda la propria azienda.
Tre anni dopo, nel 1936, sviluppò il famoso combustibile solido in compresse, consistente principalmente in Esametilentetramina (HMTA) , dei cubetti bianchi che bruciano in modo affidabile, con una fiamma di color azzurrognolo con velature arancio, garantendo una temperatura alta e una lunga durata.
Assieme le compresse di combustibile solido vi fu parallelamente anche la produzione di appositi e vari tipi di fornellini “Kochgestell”, il mercato di questi prodotti ebbe un notevole successo e raggiunse come esportazione ben oltre settanta paesi.
In origine, come molte cose, le compresse di combustibile solido Esbit furono indicizzate al mercato civile, ad esempio per dei giocattoli per alimentare i modelli di motore a vapore o più semplicemente per il campeggio.
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Con il riarmo della Germania e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale i fornellini (in special modo il Modell 9) e le compresse di combustile solido divennero una quanto mai apprezzata dotazione “non ufficiale ma quasi” del soldato tedesco, da portare nel Tornister o nel Brotbeutel, utili per scaldare il rancio dentro la gavetta o qualche barattolo di zuppa, ma anche per far bollire l'acqua per sterilizzare le sringhe ad esempio.
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Nel 1943 l’azienda di Erich Schumm a Württemberg-Stoccarda venne distrutta durante un bombardamento aereo, quindi la produzione della Erich Schumm fu trasferita e continuò a Murrhardt.
Uno dei fornellini utilizzati è questo Esbit Kochgestell realizzato in lega di alluminio e composto da cinque parti.
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Una foto d'epoca ne attesta l'uso nei primissimi periodi, comunque non oltre il 1940.
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Ora è il turno del ben più noto Esbit Kochgestell Modell 9 prodotto a Stuttgart-Württemberg.
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Un Esbit Kochgestell Modell 9 ancora imballato.
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E ora un Esbit Kochgestell Modell 9 prodotto dopo il 1943 nella nuova fabbrica di Murrhardt .
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Le famose compresse di combustibile solido.
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Un Esbit Kochgestell che fa discutere, alcuni lo indicizzano come anni 30 prebellico, altri come post-bellico.
La verità che quelli post-bellici sono marcati "Made in W.Germany" , questo invece è un "Made in Germany" con DRP.
Personalmente ancora devo vedere una foto d'epoca che ne attesta l'uso, nel dubbio lo tengo da parte.
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Passiamo dunque ai fornelletti da campo a benzina.
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Diversi furono i modelli di fornelli da campo a benzina utilizzati dal Soldato Tedesco, tra i vari modelli i più noti sono lo Juwel 33 e l’Arara 37 .
In genere il loro utilizzo viene attribuito ai reparti Gebirgsjäger , il che fondamentalmente è vero, altresì non mancano foto che ne documentano un utilizzo da parte di un pò di tutti.
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Sia lo Juwel 33 che l’Arara 37 sono alimentati a benzina e sono simili nella forma, come del resto lo sono anche altri modelli prodotti da e in altri paesi.
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Lo Juwel 33 era prodotto dall‘azienda Gustav Barthel di Dresda che ebbe un ruolo principe nel settore dei fornelli, lanterne, saldatori, torce e stufe.
In attività fin dai primi anni del 1900 fu uno dei pionieri per quanto concerne la realizzazione dei fornelli portatili.
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Dello Juwel 33 possiamo trovarne diverse versioni, una di queste è il modello pre-bellico, avente i coperchi con incastro a vite e il corpo del fornello è in ottone.
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Il modello del periodo bellico è lo Juwel 33U ed è individuabile per i coperchi con i passantini e trattenuti chiusi con una particolare cinghietta, i coperchi possono avere le scritte in rilievo come essere completamente lisci, così come il cilindro esterno che può avere le due bombature di rinforzo lungo la circonferenza o essere piano.
Il corpo del fornello è in ottone (ve ne sono anche in metallo zincato) e riporta la marcatura del Chemisch-Technische Reichsanstalt , ossia CTR seguita dal numero 5 che individua questo particolare modello.
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Dettaglio della particolare cinghietta di chiusura, che non è facile trovare, spesso sostituita da un normale riemen in cuoio.
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Lo Juwel 33 ha in dotazione un piccolo imbuto metallico per riempire il serbatoio e una scatolina metallica contenente istruzioni ed accessori per ricambio pezzi e per la pulizia, oltre naturalmente la chiave per aprire/chiudere e regolare il flusso del combustibile.
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Il foglio di istruzioni presente.
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Ritorniamo allo Juwel 33U .
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La marcatura CTR 5 del Chemisch-Technische Reichsanstalt , istituito nel 1920 a seguito della conversione di un reparto di prova militare (Militärversuchsamt), il CTR fu di fatto un istituto sotto il controllo del Ministero dell'Interno Nazionale, il Reichsinnenministerium.
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Dettaglio del logo e nome per esteso del fabbricante.
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Dettaglio del bruciatore, cuore del sistema, dove dall'ugello centrale veniva immessa la benzina nebulizzata, dalle feritoie laterali entrava l'ossigeno che si mescolava alla benzina nebulizzata sotto la piattaforma superiore e con l'ausilio dell'innesco (un fiammifero) generava la fiamma di un particolare colore blu ad indicarne la perfetta combustione.
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Altra particolarità la possiamo trovare sul fondo del serbatoio.
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Troviamo marcato il Waffenamt WaA 870 la lettera H che indica Heer e la data 1941 .
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E' il turno ora all'Arara 37 , meno noto dello Juwel 33 , ma proprio in virtù di ciò, collezionisticamente più ambito.
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L'Arara 37 non ha varianti, vi è solo questo modello.
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Non vi sono scatole per gli accessori, la chiavetta è anellata al coperchio superiore e i pochi accessori sono mantenuti nel corpo del fornelletto.
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Il fornelletto ha il corpo serbatoio in ferro verniciato, lo stelo in ottone e il bruciatore in lega ferrosa.
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Presente stampata in rilievo la marcatura CTR 15 del Chemisch-Technische Reichsanstalt .
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Direi che è tutto ... per ora.
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Alla prossima.
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