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Nel 1940 la situazione degli inglesi era piuttosto buia, ma anche allora Churchill tentava qualsiasi cosa pur di instillare nei suoi compatrioti la volontà di resistere alla probabile invasione tedesca. Persino ricorrendo ad anziani "fenomeni da baraccone" arruolati nella Home Guard...
Agahta Christie in questo interessante brano tratto dalla sua autobiografia La mia vita ricorda le condizioni della Home Guard all’ inizio della 2^ guerra mondiale. Il Max citato nel testo è il secondo marito della scrittrice, che per la sua conoscenza dell’Islam e della lingua araba in seguito fu inviato in Libia per sostenere i ribelli senussiti alleati della Gran Bretagna.
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Max si unì alla Home Guard, che a quell’epoca aveva delle caratteristiche da operetta. I fucili scarseggiavano: penso ce ne fosse uno ogni otto uomini. Max usciva con loro in perlustrazione ogni notte, alcuni degli uomini si davano alla pazza gioia e molte mogli guardavano con un certo sospetto le uscite notturne dei mariti, motivate dalla necessità di salvaguardare il paese. Effettivamente, a mano a mano che i mesi passavano e che nulla accadeva, tali riunioni avevano effettivamente finito per trasformarsi in occasioni di baldoria. Alla fine, Max decise di trasferirsi a Londra. Anche lui, come gli altri, chiedeva di essere mandato oltre Manica, che gli venisse affidato un lavoro, ma la risposta solita era: « Al momento non si può far nulla » - « Non c’ era bisogno di nessuno ».
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