Resoconto raduno Ass.ne Decima Flottiglia Mas
L`OMAGGIO AI CADUTI
Proprio per non dimenticare il loro sacrificio, una folta delegazione di Veterani e di aderenti dell`Associazione Combattenti X Flottiglia MAS – fondata il 21 giugno 1952 dal Com.te M.O.V.M. Junio Valerio Borghese – con soci provenienti, oltre che dalla stessa Gorizia e dalla vicina Trieste, anche da Venezia, Bologna, Modena, Ferrara e da Roma ha reso, sabato 19 gennaio, omaggio alle loro Tombe presso il Cimitero di Gorizia.
Corone di alloro sono state deposte sulla stele che ricorda i Caduti di tutti i battaglioni impegnati a Tarnova; nella cripta che raccoglie le spoglie di alcuni marò identificati, al cippo eretto in memoria dei giovani della GNR – posti a guardia sul ponte di Piuma – e trucidati a Poggio Poggino.
Infine, una sosta davanti alla tomba monumentale che raccoglie le spoglie dei Caduti del 1° Battaglione Bersaglieri "Benito Mussolini".
E` seguito il rancio che ha visto – in un cameratesco afflato e nella piena e totale condivisione dei Valori posti dal Comandante Borghese a fondamento di tutti i reparti della DECIMA – accomunati i giovani a quei Valorosi Veterani che li hanno testimoniati, assieme ai loro Commilitoni che li hanno preceduti sulla via dell`Onore e del Sacrificio per l`Italia, in guerra ed in pace.
La successiva domenica, guidati dallo scrivente responsabile della Sezione di Trieste, si è svolto un pellegrinaggio alla Foiba di Basovizza ed all`Abisso Plutone.
E`, quest`ultima, una Foiba – nella quale, assieme ad altri, sono stati trovati i corpi di 13 agenti del carcere di Trieste e del loro comandante – e che, essendo tutt`ora a cielo aperto, rende vivo e crudelmente palpabile l`orrore di siffatti posti dove i titini hanno fatto sparire nelle viscere della terra decine di migliaia di persone.
Solo a Trieste, nei famigerati "quaranta giorni" di occupazione delle bande slavo-comuniste yugoslave, dal 1° maggio al 20 giugno 1945, sono scomparse quasi diecimila persone. L`operazione di "pulizia etnica" era propedeutica – a fronte di una richiesta yugoslava di un referendum per stabilire se la popolazione fosse favorevole – all`annessione di Trieste alla costituenda Repubblica Federativa di Yugoslavia.
Avevano il solo torto di essere Italiani, moltissimi non erano neppure fascisti e/o collaborazionisti delle truppe tedesche; fra essi vi erano finanzieri, carabinieri, sacerdoti e perfino alcuni partigiani italiani del CLN triestino. Di molti di essi non si sono, a tutt`oggi, neppure ritrovate le spoglie.
A seguire, i partecipanti si sono recati al Cimitero Militare di Trieste dove è stato reso commosso e solenne omaggio alle vicine tombe di due Eroi della X^ Flottiglia MAS: il Marò Spartaco Schergat e il Guardiamarina Paolo Genuzio, caduto nel marzo 1945.
Il primo – come palombaro operatore sui Mezzi d`Assalto Speciali – assieme al capitano GN (Genio navale) Antonio Marceglia, portò una carica esplosiva sotto la corazzata inglese Queen Elizabeth che affondò all'alba del 19 dicembre 1941. Per questa impresa fu insignito di Medaglia d`Oro al Valor Militare che aggiunse alle precedenti decorazioni: Medaglia di Bronzo al V.M. (Gibilterra, 1941); Croce di Guerra al V.M. (Gibilterra, 1941); Croce di Guerra al V.M. (Mediterraneo occidentale, settembre-novembre 1941).
Il secondo fu Comandante della 3^ Compagnia del Battaglione Sagittario, il cui comandante in 2a è stato Raimondo Vianello.
Il simbolico gesto – con cui si è concluso l`incontro – ha voluto, così, abbracciare idealmente tutta la X^ Flottiglia MAS: dalla sua nascita nel marzo 1941 (quando, appunto la 1^ Flottiglia MAS assunse il nome di Decima) al maggio 1945.
RIFERIMENTI STORICI
Posto inoltre, tratto dal libro "Sotto tre bandiere", del Gen. Farotti, un brano significativo che analizza dal pdv storico-militare i prodromi della battaglia di Tarnova, fuori dagli schemi delle ricostruzioni "sul tamburo":
I giorni non trascorrevano mai, ci sentivamo sempre più oppressi da quell`inazione; finalmente l`ordine di marcia per il "Barbarigo": andare a presidiare Tarnova, in una mattina di sole che ci ridiede il buonumore. Neve dappertutto, il paese era composto da poche case collocate su un tratto pianeggiante di modesta estensione, circondato da boschi e nella parte più aperta difeso, si fa per dire, da una serie di postazioni sopraelevate e coperte ma non inquadrate in un organico piano dei fuochi e malamente protette da un reticolato, molto basso e malandato. A mio giudizio, che riferii al Comandante di Battaglione, rappresentavano una vera trappola per coloro che avrebbero dovuto presidiarle, anziché un efficiente posizione di resistenza. Il compito assegnatoci era di perlustrare la zona circostante, a largo raggio, per controllare se le informazioni di un imminente attacco, pervenute al Comando tedesco, fossero attendibili. Nei giorni seguenti effettuammo puntate in tutte le direzioni con scarsi risultati: intercettammo, sì, qualche gruppo isolato in movimento che, purtroppo, venne annientato senza prendere qualche prigioniero da interrogare. Conclusione: arrivò l`otto gennaio, giorno previsto per l`attacco, senza che nulla accadesse. Le informazioni vennero ritenute infondate e l`apparato difensivo smontato. I reparti rientrarono a Gorizia ed il "Barbarigo", per maggiore sicurezza, effettuò una puntata ricognitiva su Chiapovano ma con esito ancora una volta negativo. A presidiare Tarnova restò il più debole dei nostri reparti, il Battaglione "Fulmine", con gli organici ridotti ad un paio di striminzite Compagnie Fucilieri, con pochissime armi automatiche di Reparto e senza mortai da 81. Non so da chi sia stato commesso questo grave errore di valutazione, certo è che fu pagato poi duramente, proprio dall`incolpevole "Fulmine". Se il dispositivo iniziale fosse rimasto in posto ancora qualche giorno (due Battaglioni ed una Batteria da 75/13) l`attacco slavo avrebbe trovato ad accoglierlo forze adeguate e con un armamento tale da stroncarlo in sul nascere e soprattutto, mantenendo il possesso della rotabile, si sarebbe potuto far affluire rinforzi ed impedito l`accerchiamento e l`annientamento della guarnigione. Brillante invece l`operazione condotta dal Comando partigiano che in brevissimo tempo riuscì a concentrare su Tarnova più di 2.000 uomini, con armi pesanti, senza far nulla trapelare ed a minare la rotabile di accesso, dominandola con centri di fuoco disposti perfino sul San Gabriele, pilastro incombente su Gorizia e chiave di volta della sua difesa. Inoltre, la notizia dell`attacco arrivò in ritardo, a causa della penuria e della scarsa efficienza dei mezzi di trasmissione in dotazione. La reazione del comando tedesco fu lenta ed impacciata; soltanto il giorno 19 il Comando della Xª ottenne il via libera per correre in soccorso del "Fulmine" o meglio di quello che restava del Battaglione.
Tratto da:
http://associazioneitalia.blogspot.com/ ... diere.html
PUBBLICATO DA QUELLI DELLA DECIMA MAS A 18.25 0 COMMENTI
ETICHETTE: ARTICOLO TRATTO DAL BLOG DELL'ASSOCIAZIONE ITALIA SU GENTILE CONCESSIONE DI ANDREA LOMBARDI
Prossimo raduno :. La Spezia.