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ritrovamenti di oggi
questo è quanto trovato oggi....sempre nei pressi della linea gotica
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http://www.milistory.net/Public/data...316_1marzo.jpg
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come si può notare oltre i soliti rottami di scatolette (non mancano mai), ho trovato anche un telefono Nok... che come tutti sappiamo era in dotazione alle SS[^] dal 44 al 45 ....
....poi finalmente qualche oggetto inerente alla materia
Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...010_moneta.jpg
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Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...49_moneta1.jpg
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ed in fine una medaglietta purtroppo quasi illeggibile
Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...0_medaglia.jpg
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dal vivo è meglio che in foto e raffigura una persona con un arco teso e sotto la scritta avanti
Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data..._medaglia1.jpg
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sul retro appena visibile sotto la data c'è una scritta "quando il rogo arse"
nella speranza che qualcuno mi possa aiutare ad identificare questa medaglia, ringrazio anticipatamente.
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Beh dai,qualcosina è pur saltata fuori.Curiosa la medaglietta,peccato sia molto rovinata.Il cellulare è davvero strano però...chissà* che ci faceva la!
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la linea gotica ormai è diventato un luogo turistico, si fanno spesso commemorazioni, gli escursionisti ed i ricercatori con MD non mancano mai percui non mi stupisco per il ritrovamento di un cell. e ovvio che non era sepolto ma in superfice. la medaglietta e veramente un peccato spero comunque che qualche esperto riesca a capire ugualmente di cosa si tratta c'è anche una data in numeri romani che riporto come la leggo XV - IV
MCMXIX
Ciao
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Bei ritrovamenti, il cellulare apparterrà* sicuramente a un ricercatore con MD. Io poco tempo fà* ho trovato un bel coltello, probabilmente appartenuto a un cacciatore o a un escursionista. [ciao2]
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Bel ritrovamento la medaglietta!
Dovrebbe essere stata coniata per commemorare il rogo dell'"Avanti!", il giornale del partito socialista, la cui sede di Milano fù data alle fiamme proprio il 15 aprile 1919.
Un saluto,
Arturo [:)]
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Tutto molto originale.. il cellulare poi non ne parliamo.. [:D]
Ciao Viper 4
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Veramente tutto molto interessante!!! Complimenti!
Per il telefonino in dotazione alle SS prova ad accenderlo e vedere se trovi qualche numero importante in rubrica tipo: Hitler casa o Moglie di Reschsfuhrer...
Naturalmente sto scherzando... [;)] [ciao2]
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Ti posto uno stralcio di documento storico su quella che è una data famosa, nella storia politica d'Italia...
Il 15 aprile 1919 rimarrà* memorabile nella storia d'Italia. Era preannunciata una formidabile offensiva bolscevica per sbaragliare le nostre forze esigue e impadronirsi insurrezionalmente di Milano. Avevamo deciso, il 14 sera, con Mussolini, nella stanza direzionale del "Popolo d`Italia", di non fare alcuna controdimostrazione. Nondimeno, Arditi, Futuristi e Fascisti apparvero in piazza del Duomo e in Galleria verso le due pomeridiane a piccoli gruppi, pronti e armati di rivoltella. Intanto si svolgeva all'Arena un comizio di trentamila sovversivi decisi all'insurrezione. L'Autorità*, con relativa polizia e truppe, era assente o quasi. Con Ferruccio Vecchi e il poeta futurista Pinna, tenente di artiglieria, entrai nella pasticceria della Galleria, subito seguito da altri Futuristi, Arditi e Fascisti ansiosi di agire. Ero calmissimo, freddo, ma convinto che occorreva affrontare la lotta a ogni costo. I gruppi si riunirono, si formò un piccolo corteo. Questo si ingrossò. Lo diressi, con Ferruccio Vecchi, verso il Politecnico. Appena fummo giunti al portone di questo istituto, si rovesciò fuori una massa di studenti, tutti ufficiali (circa 300), che, arringati e incolonnati, marciarono, evitando i cordoni di fanteria, per il Naviglio, corso Venezia, via Agnello, piazza della Scala. Il numero e il furore bellicoso della colonna aumentarono. Il cordone di fanti che chiudeva la Galleria fu travolto. Camminavo in testa, con Vecchi, Pinna, Cesare Rossi. Ero sicuro ormai dell'urto inevitabile e decisivo; volevo aumentare la potenza della colonna e perciò invitavo brutalmente i passanti a seguirci. Questi applaudivano e io li chiamavo con tale irruenza, che alcuni, intimoriti dai miei occhi feroci, scapparono a gambe levate. La colonna avvolse il monumento di Vittorio Emanuele, lo coperse, lo impolpò di corpi agitati e di braccia gesticolanti. Alcuni discorsi inutili, rivolti alla facciata del Duomo, mentre tutte le facce erano rivolte all'imboccatura di piazza Mercanti e relativo cordone di carabinieri e fanteria. Dalla groppa di un leone del monumento, sorvegliavo. Giunge un Ardito trafelato. Sentiamo la cantilena di Bandiera rossa che si avvicina. Appare la testa della colonna bolscevica.
Come una grande alzata di frutta si rovescia sulla tavola, così il monumento di Vittorio Emanuele si svuota, e ci slanciamo tutti a passo di corsa verso il cordone di carabinieri dietro al quale s'avanza con passo ritmato la colonna nemica, preceduta dagli anarchici, fiori rossi all'occhiello, tre donne in camicetta rossa, due ragazzi con nelle mani alzate il ritratto di Lenin. Un randello vola al disopra dei carabinieri e mi cade ai piedi. à? il segnale. Un colpo di rivoltella, due, tre, venti, trenta, sassi, randelli volanti e randellate precise. A noi, a noi, Arditi! Il cordone dei carabinieri si divide, scompare. Noi avanziamo, randellando e revolverando. Due corpi cadono; un mio amico è ferito alla mano, vicino a me. Noi, tutti in piedi, spariamo. Poi, di slancio, a passo di corsa, contro i nemici.
Si sbandano; molti, presi dal terrore, si appiattiscono a terra tra gradinata e gradinata della loggia di destra. Cazzotto un giovane socialista che cade e al quale urlo, afferrandolo pel collo: «Grida almeno viva Serrati! e non viva Lenin! imbecille!». Il mio avversario stupitissimo non capì, forse non capirà* mai, questa mia lezione di politica europea inculcata coi pugni.
La nostra colonna vittoriosamente insegue i nemici, sbandandoli, ed essi rispondono a revolverate dai portoni e dal monumento a Parini. Le revolverate, che ormai hanno un crepitare continuo di fucileria, fanno echeggiare via Dante. Ci fermiamo davanti al Teatro Eden, vittoriosi.
La battaglia è durata un'ora.
Ricomponiamo la nostra colonna, che, mezz'ora dopo, travolgendo altri cordoni di truppe, giunge in via San Damiano, assalta e incendia la redazione dell'Avanti!, ne defenestra i mobili, ma non vi trova il direttore Serrati, come sempre assente e lontano dalla lotta. Fra i primi entrati nelle sale dell'Avanti!, il Futurista Pinna ebbe la mano ferita da una revolverata. Molti altri feriti, ma la colonna, ormai padrona di Milano riconquistata, ritorna in piazza del Duomo, ritmando la sua marcia col grido: l'"Avanti!" non è più! e portando in testa l'insegna di legno del giornale incendiato, che fu donata a Mussolini, nella redazione del Popolo d'Italia.
L'indomani, sui muri di Milano, appariva il seguente manifesto:
«Italiani!
«Nella giornata del 15 aprile avevamo assolutamente deciso, con Mussolini, di non fare alcuna controdimostrazione, poiché prevedevamo il conflitto e abbiamo orrore di versare sangue italiano. La nostra controdimostrazione si formò spontanea per invincibile volontà* popolare.
«Fummo costretti a reagire contro la provocazione premeditata degli imboscati che si rimpinzano ancora d'oro tedesco, sfruttando l'ingenuità* delle masse a solo vantaggio della Germania.
«Non intendiamo, col nostro intervento, né di rinsaldare, né di scusare tutto ciò che è fradicio, corrotto e morituro in Italia.
«Col nostro intervento, intendiamo di affermare il diritto assoluto dei quattro milioni di combattenti vittoriosi, che soli devono dirigere e dirigeranno a ogni costo la nuova Italia.
«Non provocheremo, ma se saremo provocati aggiungeremo qualche mese ai nostri quattro anni di guerra, per annientare la baldanzosa delinquenza di quei gloriosi imboscati e prezzolati che non hanno il diritto di fare la rivoluzione.
«Risponderemo senza carabinieri, né questurini, né pompieri, e senza il concorso delle truppe, le quali assisteranno allo spettacolo persuadendosi sempre più che gli scioperi dell'Avanti! sono la sola causa dei ritardi della smobilitazione».
FERRUCCIO VECCHI
dell'Associazione degli Arditi
e dei Fasci di Combattimento
FILIPPO TOMMASO MARINETTI
dei Fasci politici Futuristi
e dei Fasci di Combattimento
Milano, 16 aprile 1919
Michele Bianchi, segretario del Fascio milanese, telegrafava l'annunzio vittorioso a Mario Carli, così: «Tentativo bolscevico definitivamente fallito, Milano italiana addimostratasi altezza situazione».
Giungeva, il 16 aprile, a Milano, il generale Caviglia, mi chiamava all'Hà´tel Continental, dove, con Ferruccio Vecchi, gli esposi la situazione.
Il vincitore di Vittorio Veneto, con la sua pronta intuizione, mi dichiarò: â?? La vostra battaglia di ieri in piazza Mercanti fu, secondo me, decisiva.
Infatti Milano mutò completamente da quel giorno. La tracotanza bolscevica non era morta, ma colpita mortalmente. Osò a Bologna, non a Milano. L'insurrezione famosa del Palazzo comunale fu vinta per la seconda volta da Fascisti, Futuristi, e Arditi. Vi si distinse, con Arpinati e Nino Zanetti, il futurista Leone Castelli, uno dei fondatori del Fascio Fiumano e del giornale L`assalto di Bologna.
L'Emilia e la Romagna furono travolte dal Fascismo, mentre si svolgeva l'impresa dannunziana di Fiume, che non ebbe, come doveva, il suo naturale prolungamento nella marcia su Roma.
Da Roma Futurista alla Testa di Ferro, il nostro gruppo Futurista-Ardito-Fascista non diede mai tregua agli anti-italiani.
Era questo il modo di fare politica nell'europa del primo dopoguerra, da destra e da sinistra....
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Complimenti Klaus e grazie per aver postato un evento di cui ignoravo l'esistenza ,da una semplice medaglietta corrosa dal tempo ....ad una lezione di storia.
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Ho solo postato un vecchio documento...
Interessante perchè mostra uno spaccato della società* dell'epoca, durissima...
Mio bisnonno, all'epoca già* morto (nel 1917), sebbene piccolo industriale, era un socialista liberale, in Roma...
Penso che fu una fortuna che se ne fosse andato, seppure giovane, prima dei veri scontri...
Il rinvenimento è un pezzo di storia, raro ed interessante, appartenuto forse ad un fascista della primissima ora o ad un figlio di veterano fascista...
Se solo potesse parlare...