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Comunicazione a familiari di prigioniero.
Cose dell'altro mondo.... è la famiglia che deve esibire allo stato i documenti attestanti che il proprio familiare è prigioniero... non dovrebbe essere lo stato a comunicare che il loro caro e prigioniero o disperso?
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Re: Comunicazione a familiari di prigioniero.
Documento interessante.. comunque penso che poteva essere anche un modo per smascherare eventuali disertori
Re: Comunicazione a familiari di prigioniero.
Ciao,probabilmente non è la prima lettera visto che parla già* di pagamenti di assegni che possono essere interrotti, non ne avevo mai visti di questo genere,bello.
Re: Comunicazione a familiari di prigioniero.
L'Italia è sempre l'Italia non ci smentiamo mai. Mi piacerebbe sapere che documenti dovesse portare la signora a prova della prigionia del marito. Come se le autorità* non sapessero che la liberazione di un prigioniero di guerra era accompagnata da documenti che dovevano essere già* in loro possesso.
Mi sembra come quando chiedevano a mia zia ogni anno il "certificato di vedovanza" come veniva definito ai fini pensionistici. Come se mio zio potesse risorgere miracolosamente.
Sarebbe stato molto più semplice se avessero richiesto uno stato di famiglia da cui fosse risultato se si era risposata anche se non consideravano la possibilità* della convivenza.
La burocrazia è immortale.
Ciao
Andrea
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Re: Comunicazione a familiari di prigioniero.
Ciao, si, concordo, la burocrazia è immortale. E qualche volta può contribuire alla morte delle persone. Pensate lo stato d'animo dei destinatari della corrispondenza che sto per presentarvi.
In effetti sono un poco fuori tempo perchè si tratta di documenti della 1GM, però continuo questa discussione.
Dunque nei convulsi momenti successivi a Caporetto questo soldato fu catturato con tutta la compagnia a cui apparteneva. La curiosità* direi che è data dal fatto che solo il 31 dicembre il furiere della compagnia si accorge della mancanza di un dipendente! E se guardate invece la seconda carolina vedrete che il militare stesso, pur in prigionia in Austria, ha già* inviato almeno due cartoline che comunque si sono perse. Quindi tra il 24 ottobre 1917 ed il 4 febbraio successivo la famiglia è rimasta senza notizie. Non male come rapporti con i familiari.