ho finito oggi lo stupendo libro "la guerra del fante" di Mario Quaglia , edito dalle "edizioni mundos " di milano il 31 maggio del 1932
é il diario di guerra di un tenente che dal primo giorno di guerra combatte per la nostra patria su vari fronti , dal carso, agli altopiani , al coni Zugna e poi in Libia .
é scritto in un italiano arcaico e parecchio forbito ...
in una dolina , a riposo per una ferita subita in via di guarigione , appena prima di tornare al reparto scrive sul suo diario:
Dal momento che mi trovavo lì mi saltò il ticchio di dare una capatina improvvisa nel laboratorio degli zappatori ch'era stato impiantato in una casetta di Cesuna e , come già prevedevo , mi cadde sott'occhio il solito fante impegnato in lavori non propiamente di servizio , che al mio giungere trasalì: era tutto occupato presso una piccola fucina nel forgiare una corona di forzamento d'un proietto d'artiglieria per ricavarne un braccialetto o un tagliacarte .
Feci le viste di nulla e lasciai correre .
Anche questo costituiva una piccola industria , una delle più tipiche e innoque del fante : non era ancora cessato il bombardamento e già qualcuno sgusciava dalla trincea in traccia dei bossoli ancora scottanti per asportarne le corone di rame e, dopo averle ridotte con lungo e paziente lavoro di lima e di punteruolo in adornamenti , farne grazioso omaggio alla fanciulla del suo cuore.
Talvolta , pesanti e gregge com'erano , le cedeva invece , dietro irrisorio compenso , agli automobilisti che ne facevano accanita ricerca , per farsi poi belli nelle retrovie e a casa loro col racconto dei drammatici episodi vissuti per la pericolosa conquista , sotto le micidiali raffiche del cannone nemico , di quei temibili gingilli .
Questo é uno dei pochi brani che ho riscontrato nella memorialistica combattente , che riporta episodi di trench art sul fronte italiano....