Se ho postato nella sezione sbagliata prego i mod. di spostare il topic...
Immagino che parecchi degli iscritti Triestini al forum si ricordino di lui...
Io l'ho visto di persona una sola volta tanti, tanti anni fa...
Mi ricordo delle sue collezioni...
Specialmente quella "all'aperto" che era situata all'ex "campo carri" in zona Padriciano...
Abitando all'epoca non molto distante quasi ogni Domenica (avevo circa 15 anni) mi facevo una scarpinata su per la strada di Monte Spaccato per andare a vedere i mezzi esposti...
Diego de Henriquez
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Diego de Henriquez, nome poi italianizzato in Diego de Enriquez (Trieste, 20 febbraio 1909 – Trieste, 2 maggio 1974), fu uno studioso e collezionista triestino di cimeli soprattutto bellici.
Dal 1969 la città collaborò con il collezionista per la creazione del Civico Museo della Guerra per la Pace, che venne realizzato però dopo la sua morte. Il Museo è visitabile gratuitamente.
Gli inizi
Diego de Henriquez nacque a Trieste il 20 febbraio 1909 da una famiglia di ascendenza nobiliare spagnola e di tradizioni legate alla Marina Imperiale Asburgica. Sebbene nella sua gioventù visse in diverse province dell'Impero, gli studi lo portarono a far ritorno nella città natia (nel frattempo divenuta italiana nel 191, dove si diplomò nel 1928 presso l'Istituto Nautico. Nello stesso anno si sposò con Adele Fajon, da cui ebbe due figli: Adele Maria e Alfonso Federico.
Già da bambino, durante le passeggiate sul Carso, iniziò ad appassionarsi ai numerosi cimeli bellici che trovava, resti della Prima guerra mondiale. In seguito tale passione si arricchì del talento diaristico, peculiarità che lo accompagnerà tutta la vita, e che rasenterà in alcuni casi perfino l'ossessione: quando le celle della celeberrima Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio in Italia, vennero ritinteggiate per farne un monumento nazionale, Diego de Henriquez si recò di persona in ogni singola cella e copiò le scritte lasciate dai prigionieri. Queste scritte, raccolte in forma diaristica, compongono in realtà più di trecento quaderni.
La guerra
Nel 1941 venne richiamato alle armi, e poco dopo la sua nomina a caporale ebbe l'idea di proporre ai suoi superiori una collezione bellica, i quali acconsentirono prontamente e anzi, lo aiutarono in quel senso, assegnandogli tale compito. Egli poté così, grazie anche all'aiuto dell'Alto Comando, creare una collezione fino a quel tempo unica di armi, divise, materiale bellico e financo documentaristico.
La fine della guerra
Tale collezione sarebbe andata perduta, se dopo il 9 settembre egli non avesse collaborato con l'occupazione, allargando anzi la sua collezione con materiale tedesco. Durante la liberazione di Trieste da parte delle truppe alleate, egli giocò un ruolo fondamentale di interprete e negoziatore, recandosi di persona a trattare con l'ultimo gerarca nazista asserragliato nel Palazzo di Giustizia di Trieste con le sue truppe, e ne uscì vincitore: in una clausola della resa era infatti specificato che le armi tedesche venissero affidate al suo museo. (La leggenda afferma che, oltre le armi, de Henriquez si fosse fatto consegnare anche la giacca della divisa dell'ufficiale tedesco, visto che a lui non serviva più).
In seguito la città di Trieste finì sotto il comando delle truppe alleate, le quali guardarono con favore all'idea del museo. Quando, nel 1954, la città venne consegnata all'Italia, gran parte dei documenti raccolti dagli alleati e divenuti ormai vetusti finirono nella collezione.
La morte
Nel 1969 il Comune di Trieste e l'Assessorato alla Cultura decisero di promuovere la costituzione del museo civico, ma questo progetto si realizzò dopo la morte del suo ideatore: Diego de Henriquez morì in circostanze misteriose il 2 maggio 1974, durante un incendio notturno sviluppatosi in uno dei suoi depositi. Sebbene inizialmente si fosse pensato a un incidente, molte altre voci hanno instillato il dubbio del dolo, voci avallate anche da ex funzionari di polizia che all'epoca avevano indagato sul fatto. A rafforzare questa tesi, il fatto che alcuni documenti della collezione siano ancora secretati.
Fu certamente un uomo originale, di vasta erudizione e con spiccata curiosità , che conosceva inoltre numerose lingue che l'hanno aiutato nella sua opera di raccolta.
Il romanzo
Nel 2007 lo scrittore tedesco Veit Heinichen che da anni vive a Trieste, ha scritto un romanzo giallo prendendo spunto anche dalle vicende del collezionista. Il romanzo si chiama "Le lunghe ombre della morte".

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