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Discussione: [DOCUMENTI] fortificazione permanente (6a parte)

  1. #1
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    [DOCUMENTI] fortificazione permanente (6a parte)

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    [DOCUMENTI] Fortificazione permanente (5a parte)

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    [DOCUMENTI] Fortificazione permanente (3a parte)

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    [DOCUMENTI] Fortificazione permanente (2a parte)

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    [DOCUMENTI] Fortificazione permanente (1a parte)



    iniziamo con un po' di tavole ....siamo rimasti un po' indietro, ma è il lavoro più palloso da fare..anche se poi èil piùinteressante


    TAV IX

    Immagine:

    107,14*KB


    TAV X

    Immagine:

    117,39*KB

    TAV XI



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    Michele

  2. #2
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    Ottima integrazione!Un plauso a Campo Trincerato!

  3. #3
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    allego tav XI e tav XII e par 301 - 309
    TAV XI

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    TAV XII



    Immagine:

    120,43 KB

    (D)
    Cofani di controscarpa e di scarpa


    301. Il fiancheggiamento di spalla dei fossi, come si è accennato al § 203 e seguenti, può essere eseguito da costruzioni ricavate nella controscarpa e disposte ai salienti, in corrispondenza ai prolungamenti dei tratti di fosso da fiancheggiare. Tali salienti, nelle opere di fortificazione contemporanea, risultano od all'incontro di due fronti (alla capitale delle opere staccate, o lungo una cinta continua), od all'incontro di un fronte con un fianco (angolo di spalla), o di un fianco colla gola, nelle opere staccate a tracciato trapezio; e siccome gli organi per fiancheggiamento di questo genere debbono essere lunghi, all'incirca, quanto è largo il fosso, così per la loro forma e posizione sono chiamati cofani di controscarpa ).
    Secondo l'importanza dei fossi da fiancheggiare, i cofani di spalla sono costituiti o da casamatte per fanteria, o da casamatte per artiglieria, o da casamatte miste.
    302. Dove si stabiliscono i cofani, le controscarpe non sono arrotondate, ma si fanno incontrare ad angolo. Se questo è eguale o poco superiore a 900 (Fig. 181, Tav. XVII) il muro di controscarpa segue la direzione che ha nelle facce, ed in esso sono aperte le feritoie e le cannoni ere. Ma col crescere di quell`angolo le feritoie, o le cannoniere, debbono farsi sempre più oblique, per cui al di là di certi limiti di ampiezza (circa 110°) e di obliquità , alla disposizione semplice prima indicata è necessario di sostituirne altra, la quale consiste nel ripiegare la controscarpa di ogni faccia in direzione perpendicolare alla contigua e per tutta la larghezza del fosso di questa (Fig. 182). Le estremità h ed i di questi risvolti (che costituiscono appunto i cofani gh ed ik) vengono collegate fra di loro dalle spezzate hei, i cui lati he ed ei si fanno rispettivamente in prolungamento delle controscarpe delle facce opposte al saliente; ed in questi tratti si aprono spesso delle feritoie per fiancheggiare i prospetti dei cofani anzidetti.
    Eguale provvedimento può essere preso quando il saliente è ad angolo molto acuto (minore di 700; Fig. 183) per disporre anche in tale caso i cofani ab, bc, perpendicolarmente agli assi dei fossi da infilare.
    303. Colla disposizione rappresentata dalle figure schematiche 182 e 183, si ha il cordone della controscarpa spostato in fuori tanto più quanto più cresce l'angolo ottuso oltre i 1100, o diminuisce l'angolo acuto sotto i 700, dando luogo ad un inconveniente comune ai due casi, quello cioè di indicare da lungi all'avversario la presenza e la qualità dell'organo fiancheggiante; e, di più, creando un secondo inconveniente per il caso dell'angolo ottuso, che è quello di diminuire l'azione defilante della controscarpa verso la scarpa per tutto il tratto k'bg'. Si porta rimedio a ciò gettando sopra alle aree del fosso corrispondente allo spostamento in parola (cioè sulle aree ghe, eik per il primo caso e sulle aree dab e bce pel secondo caso) delle volte oblique, sopra alle quali può correre la controscarpa nella direzione primitiva (gek Fig. 182 e dbe Fig. 183), e ricavando sotto a queste volte i cofani per fiancheggiamento. E siccome esse dovrebbero essere di corda molto tesa (essendo i fossi larghi non mai meno di 8 metri e non potendo farsi le volte in parola a tutto sesto, che sporgerebbero fuori dal cordone di controscarpa) così si intercalano uno
    o due piedritti, e si ritira un poco il fianco, per dare appoggio all'arco più ristretto; come indica la figura schematica 182 bis. Tale figura indica ancora due disposizioni, leggermente diverse, dei cofani ricavati sotto alle volte; e cioè: essi possono avere la loro parete frontale sulla stessa retta, come c e d; oppure avere le pareti frontali a scaglioni come a e b
    L'una e l'altra di queste disposizioni fanno assomigliare i cofani di spalla così costruiti alle casamatte con scudo murario, e presentano il vantaggio (oltre quello relativo al cordone di controscarpa) che difendono bene il fronte delle casamatte dall'infilata e dallo scoppio di proiettili che cadono nel fosso, e sono molto seguite nelle costruzioni odierne.
    304. I locali di controscarpa debbono, come le caponiere, avere le soglie delle feritoie o delle cannoni ere a m. 0,50#61624;1,00 sul fondo del fosso che fiancheggiano (§ 292), e quindi il pavimento più basso di esso fondo; perciò si ricavano davanti ai cofani i fossi diamanti, raccordati al fosso principale con scarpa (e cancellata) o con muro (§ 296).
    305. Esempi di cofani di controscarpa. Sono dati dalle Figure 185-188 della Tav. XVII, e precisamente:
    Fig. 185. Cofano di spalla,fra fronte principale e fianco, ad angolo ottuso, con spostamento in fuori della controscarpa; ivi è supposto di fiancheggiare il fosso del fronte (principale) con artiglieria leggera, unita a fanteria, ed il fosso del fianco (meno importante) con fucileria (feritoie verticali ed orizzontali).
    Fig. 186. Cofano di spalla, fra fronte e fianco, ad angolo ottuso, con costituzione di casamatte a scudo murario. Anche in questo caso è supposto il fosso del fronte battuto da artiglieria e quello del fianco da sola fucileria.
    Fig. 187. Cofano di controscarpa applicato ad un saliente ottuso, con spostamento in fuori della controscarpa. L'applicazione è supposta fatta al saliente in capitale di un'opera staccata, od al saliente incontro di due fronti di una cinta; in ogni modo, generalmente, i due fossi che vanno al saliente hanno la stessa importanza ed il loro fiancheggiamento è ammesso (in figura) fatto da identiche casamatte per artiglieria.
    Fig. 188. Cofano di controscarpa applicato a saliente molto acuto. Le condizioni d'importanza dei due rami di fosso sono identiche a quelle del caso precedente e quindi il fiancheggiamento è eseguito da cofani colla stessa intensità . Nell'esempio è stato ritirato a scaglioni il muro frontale dei cofani, che sono coperti all'esterno da volte cementizie, costituendo così un organo di difesa molto resistente e che potrebbe essere applicato anche in opere di fortificazione attuale.
    306. Per giungere ai locali di controscarpa si stabilisce quasi sempre un sottopassaggio al fosso, ordinariamente alla prova, affinché costituisca comunicazione sicura, o durevole, nelle contingenze dell'assedio.
    Le Figg. 185 sez. DE, 187 sez. CD, 189 e 190, Tav. XVII offrono diversi esempi di sottopassaggi.
    Il sottopassaggio coperto più semplice è quello costituito da un androne con volta cementizia, o di mattoni, alla prova, come mostra appunto la Fig. 187 sez. CD. Il pavimento è stato tenuto ad 1 m. circa sotto il livello del fosso, per avere dal terreno del fosso protezione alla base dei piedritti, mentre nel tempo stesso nella parte emergente dei piedritti sono ricavati degli sfiatatoi che danno luce ed aria all'androne. Quando si volesse protezione maggiore alla costruzione muraria, si potrebbe affondare di più nel terreno, elevando da una parte e dall'altra il fondo del fosso a spalto, od a lunga scarpata, col che si rinunzia all'aerazione ed illuminazione; oppure si potrebbero ricavare due fossi diamanti lungo l'androne, come mostra schematicamente il profilo R S della Fig. 44, Tav. IV.
    Il sottopassaggio adottato più comunemente è quello rappresentato dalle altre Figg. (185, 189 e 190) citate. Dall'opera, o dalla cinta, si scende con androne inclinato e con scale a livello del sottopassaggio, e da questo si sale poi mediante altre scale, ai locali di controscarpa. I piedritti si fanno, in genere, di muro comune; la volta si fa spesso di calcestruzzo (Fig. 189) e si ricopre, o si rinforza, con lastroni di granito (Fig. 190), per poter ottenere protezione robusta contro al tiro arcuato, senza dover portare molto in basso il pavimento del sottopassaggio rispetto al fondo del fosso, col che si accrescerebbe evidentemente la lunghezza delle scale o la pendenza degli androni di discesa dall`opera e di salita ai cofani.
    E` opportuno talvolta di far corrispondere il sottopassaggio in parola al muro che sostiene il fosso principale verso il fosso diamante; e cosi si ha economia di costruzione muraria e si ha la possibilità di ricavare in questo pie dritto, verso il fosso diamante, qualche feritoia di illuminazione e di ventilazione. Con tale criterio è tracciato il sottopassaggio rappresentato in sezione nella Fig. 190.
    307. E da escludere l'idea di non congiungere i cofani di controscarpa con l'interno della cinta, o dell'opera, per mezzo di un sottopassaggio nel fosso, ed accontentarsi di stabilire la comunicazione passando per il fosso, allo scoperto. Con tale disposizione l'accesso agli organi di fiancheggiamento dovrebbe essere aperto nella controscarpa a livello del fosso, e quindi cadrebbe facilmente in mano all'avversario che vi fosse disceso; e questo fatto, che isolerebbe completamente gli uomini che sono nel cofano dal rimanente del presidio che trovasi nell'interno della cinta o dell'opera, non potrebbe che malamente influire sul loro morale a danno della difesa, proprio allora quando l'azione pel fiancheggiamento deve essere più calma e più energica.
    Potrà adottarsi, per ragione economica, questo provvedimento per piccoli cofani che abbiano, più che altro, ufficio di sorveglianza sui fossi, fiancheggiati in altro modo, o per cofani posti alla gola, ove la comunicazione con l'interno dell'opera, anche se fatta allo scoperto, può essere più agevole e sicura.
    308. Disposizioni simili a quelle indicate per le caponiere e per i cofani di controscarpa, circa all'ordinamento ed all'armamento, si debbono prendere per gli organi di fiancheggiamento ricavati nei ripiegamenti del tracciato (cofani di scarpa), siano questi ripiegamenti fatti lungo dei fronti principali o siano ricavati alla gola (Fig. 184, Tav. XVII).
    Queste disposizioni hanno, sulle precedentemente accennate, il vantaggio che l'azione fiancheggiante nei fossi può essere esercitata ancora (in sussidio a quella esercitata dalle casamatte) dal ramparo principale. La Fig. 191 della Tav. XVIII presenta l'esempio di un cofano di scarpa della specie di quelli largamente usati nelle fortificazioni austriache e tedesche per il fiancheggiamento delle teste delle loro grandi caponiere.

    (E)
    Gallerie o cofani-gradoni nei fossi.


    309. Si può chiamare galleria, o cofano-gradone, un organo per fiancheggiamento consistente in una galleria trasversale ad un fosso, predisposta al fine di fiancheggiare un tratto di fosso che trovasi ad un livello inferiore rispetto ad altro tratto di livello superiore. Tale galleria deve essere situata nel passaggio, o gradone fra una e l'altra differenza di livello, e da ciò il nome.
    Questi organi per fiancheggiamento risultano in diretta e facile comunicazione con l'opera (dalla scarpa, alla quale si attaccano), non richiedono allargamenti alla controscarpa e possono ancora servire come comunicazione coperta fra l'interno dell'opera e gallerie di controscarpa per fiancheggiamento, o di contromina, o cofani. Vogliono però, come condizione, una differenza di livello fra due tratti di fosso e perciò hanno applicazione soltanto nella fortificazione dei terreni orograficamente accidentati (fortificazione di montagna).
    La Fig. 192, Tav. XVIII mostra come avendo un lungo fosso a pendenza uniforme (per esempio: su un fronte di una cinta) si possa ridurre a tratti orizzontali, aventi m. 3#61624;6 di differenza di livello fra un tratto e l'altro, e si possano applicare nei gradoni delle gallerie A che fiancheggiano i tratti attigui più bassi.
    La Fig. 193 dà l'esempio di una galleria-gradone S fiancheggiante il fosso F', che si incontra ad angolo col fosso F, ed avente (F') quota minore di m. 5. La stessa galleria S serve di passaggio al cofano G di contro scarpa per fiancheggiare il fosso F.
    Nella Fig. 193 bis è presentata una variante alla pianta della disposizione precedente, nel senso che il fiancheggiamento del fosso F' è esercitato da due casamatte S', avanzate rispetto all'androne S di accesso al cofano G. Così l'azione delle casamatte non è disturbata dal passaggio dei difensori che si rechino o vengano dal cofano.
    Michele

  4. #4
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    SEZIONE VI.
    LOCALI ALLA PROVA NELLE OPERE.

    310.
    Generalità*. Nel 1° periodo storico di fortificazione contemporanea, ove tutti gli elementi di azione di difesa e di rifornimento erano riuniti nelle opere chiuse o sui fronti delle cinte fortificate, si è sentito indispensabile l'impiego di abbondanti locali alla prova, per mettere gli svariati elementi attivi e passivi al sicuro dai micidiali tiri a mitraglia (granate a multipli frammenti, shrapnels, ecc.), e dagli accresciuti ed efficaci tiri di fucileria e di mitragliere.
    311. I locali alla prova si sogliono classificare in tre classi, secondo gli usi ai quali sono destinati, cioè:
    a) Ricoveri, ossia locali necessari per l'alloggio del presidio, guardia delle opere, comando, uffici e simili.
    b) Magazzini per materiale, escluse le materie esplosive, e laboratori, di riparazione o di manutenzione.
    c) Locali per munizionamenti, ossia magazzini dove essi vengono conservati, ed ambienti dove vengono confezionati cartocci, e caricati proiettili.
    312. Diverse sono le condizioni che richiedono, in generale, i locali nelle opere di fortificazione, a seconda della classe alla quale appartengono.
    I Ricoveri debbono avere almeno una parete non coperta da terra, affinché possano ricevere luce ed aria direttamente dall'esterno, essendo necessario che essi siano abitabili e salubri.
    I laboratori è bene che si trovino nelle condizioni accennate per i ricoveri; i magazzini invece non è indispensabile che siano largamente arieggiati ed illuminati, come pure si possono limitare i provvedimenti di protezione, cioè si possono collocare locali di tale fatta nelle parti meno sicure dei fronti o delle opere. E per alcuni materiali basta costruire delle semplici tettoie.
    In quanto poi ai locali per munizionamenti, per i quali la sicurezza non solo contro i tiri avversari, ma anche quella relativa a cause interne, è condizione di primaria importanza, debbono essere completamente circondati da terra, o da masse di protezione equivalenti, e per essi si rendono spesso necessari dei mezzi artificiali per la illuminazione e delle disposizioni speciali per la ventilazione e per preservarli dall'umidità*.
    313. Ubicazione dei locali. Nelle piazze forti chiuse da cinte continue, i grandi magazzini per materiali, i laboratori di maestranza, gli arsenali, ecc., si ponevano nell'interno dello spazio chiuso, sottratti il più possibile alle offese avversarie e si facevano non alla prova; non è quindi il caso di considerarli in questo Corso.
    I ricoveri per truppe di servizio ai pezzi o di guardia, i ricoveri per artiglieria di riserva, i depositi, le riservette per munizionamenti e simili, trovavano luogo ordinariamente dietro e sulla cinta, e per questi locali si facevano valere le stesse norme che si applicavano per i forti staccati, di cui si dirà* in appresso.
    314. Nei forti staccati i locali alla prova erano ordinariamente così situati:
    1) Sotto ai rampari, alto e basso, dei fronti principali non soggetti a tiri di rovescio (A Fig. 194, Tav. XVIII), ed allora avevano scoperto il muro che formava scarpa interna del terrapieno, nel quale muro erano aperte finestre e porte, che vi davano luce ed accesso dal piazzale interno.
    2) Sotto ai fronti laterali o fianchi (B Fig. 194), nel qual caso ordinariamente i muri erano avvolti da terra da tutte le parti, perchè essi fronti avevano la scarpa esterna e la interna del ramparo esposte ai tiri diretti o di rovescio, normali od obliqui alla loro direzione.
    3) Sotto al parapetto e scarpa dei fronti di gola (C) non soggetti ai tiri di rovescio, ed allora avevano scoperto il muro che costituiva la scarpa del fosso, nel quale erano aperte delle feritoie o degli sfiatatoi, od anche delle finestre.
    4) Sotto agli spalti dei fronti di gola (D), avendo allora scoperto il muro che costituiva la controscarpa del fosso, nel quale erano aperte delle finestre e talvolta anche delle porte, che davano nel fosso di gola.
    5) Sotto ai paradorsi ed ai traversoni (E), avendo allora scoperti i muri dalla parte dove non erano esposti ai tiri, o per la loro postazione o perchè riparati da altre masse.

    (A)
    Ricoveri.

    315.
    Sotto il nome generico di ricoveri si comprendono ordinariamente i locali seguenti:
    a) Corpi di guardia e locali di punizione.
    b) Ufficio telegrafico o telefonico.
    c) Ufficio del comandante dell'opera e dei vari capi di servizio (dell'artiglieria, del genio, di sanità*, di commissariato, per grandi opere) ed alloggi degli ufficiali (oltre le stanze da letto, cucina, mensa, ripostigli, latrine).
    d) Alloggi per la truppa, cioè dormitori, ed accessori, come:furerie, cucine, relativi ripostigli viveri e legna, latrine.
    e) Infermeria per le prime medicazioni .
    f) Scuderie ed accessori, come magazzini foraggio e selleria.
    316. Non è qui il caso di esporre i criteri che regolarono nel primo periodo dell'epoca contemporanea la costituzione dei presidi, pei fronti delle cinte o per le opere, criteri che attualmente hanno subito delle modificazioni, e che verranno svolti nell' Appendice riguardante le "Norme per lo studio di un'opera complessa di fortificazione" (APPENDICE I).
    Gli ambienti destinati ad uso di dormitori si fecero quasi sempre, e si fanno anche ora, larghi m. 2,50#61624;3,00 per uomini su una fila, e larghi m. 5#61624;6 per uomini su due file. La lunghezza o profondità* non si fa mai maggiore di m. 12, perché altrimenti è difficile avere ventilazione naturale verso la parte più interna dei locali.
    Per gli uffici, alloggi degli ufficiali, cucine, scuderie, ripostigli, si debbo applicare le regole dell'accasermamento ordinario, tenendo la più scrupolosa economia di ambienti e di superfici, in considerazione delle condizioni speciali di ubicazione degli ambienti stessi.
    317. In quanto ai provvedimenti per riparare i ricoveri dal. l'umidità* delle terre o dalle acque di infiltrazione, per procurare ad essi illuminazione o ventilazione naturale, o con mezzi artificiali, per ripararli in tempo di assedio da schegge o da proiettili per mezzo di blindamenti applicabili alle porte od alle finestre, od altrimenti, si farà* oggetto di apposito capitolo nel seguito di questo scritto.
    318. Nel ripartire i locali destinati ai vari servizi su un fronte od in un'opera si avranno, anche attualmente, per quanto sarà* possibile, le seguenti avvertenze:
    I locali per il comando e per gli uffici saranno in una posizione centrale, perchè riesca più agevole la sorveglianza e la trasmissione degli ordini; quindi nei fronti di cinte esistenti si vedono o sul mezzo di essi, o fuori e dietro, ma attigui ai fronti, in apposite costruzioni casamattate alla prova; e nelle opere si trovano, o presso all'ingresso sulla metà* del fronte di gola, od in qualche traversone di defilamento nel centro dell'opera, o sulla capitale.
    I locali per i dormitori, furono disposti, nelle opere costrutte in questi ultimi anni, o sotto al fronte principale o sotto al fronte di gola.
    L'infermeria sarà* sempre nella posizione più salubre e, per quanto possibile, lontana dai luoghi di maggior rumore e movimento, isolata dagli altri locali e con ventilazione propria.
    Le cucine debbono essere situate in luogo di facile accesso, lontane dai locali nei quali si maneggiano o sono conservate materie esplosive, ed avere le canne da camino così disposte, che il fumo non arrivi sui rampari ad incomodare i difensori. Sono perciò poste o presso l'ingresso delle opere, o nell'interno sotto al fronte principale presso gli angoli di spalla, od in traversoni centrali, od ancora alla gola sotto al ramparo o sotto allo spalto.
    Le latrine, ripartite nei vari fronti e fra i vari gruppi di ricoveri, saranno isolate dagli altri locali, ma con accesso facile e coperto, e dovranno avere disposizioni per attivarvi efficace aerazione propria; le fogne (da impiegarsi solamente quando non si abbia la opportunità* di una corrente d'acqua che porti le materie lontano dalle opere) dovranno, possibilmente, essere ricavate nei fossi. Se però ciò non è possibile, si collocheranno nei cortili e piazzali interni, avvertendo che siano coperte da doppio chiusino, con interposta terra.
    Le scuderie debbono essere prossime all'ingresso e con accesso facile e possibilmente illuminato naturalmente, perchè molte volte i quadrupedi si rifiutano di entrare o di percorrere di giorno androni illuminati artificialmente.

    (B)
    Magazzini per Materiali e laboratori.

    319.
    I magazzini per materiali comprendono:
    1) I materiali di artiglieria, cioè: pezzi, affusti e sotto-affusti per ricambio di quelli sui rampari; pezzi leggeri per le sortite col relativo carreggio; materiali minuti d'armamento, come otturatori, alzi, scovoli, secchie; attrezzi per manodopera di forza, come martinelli, paranchi, taglie, funi, paletti, curri, cunei; materiali per paioli di legno; attrezzi per il trasporto delle munizioni; utensili da lavorazione e materie prime indispensabili per le riparazioni dei materiali tutti; materie necessarie per la conservazione del materiale, come oli, grassi, ecc.; bardature ed altri fornimenti per quadrupedi da sella, da basto e da traino.
    2) I materiali del genio, costituenti la dotazione per questo servizio, cioè: materie prime per lavorazione, come legnami di varia forma e squadratura, ferro in sbarre laminate, in verghe, in fili ed in lamine, metalli diversi, attrezzi, utensili, strumenti e macchine per eseguire lavori nelle varie arti; utensili per i lavori di terra; sacchi da terra vuoti; funi e funicelle; materiale telegrafico con tutto l'occorrente per lo stendimento delle linee; attrezzi ed utensili per l'esecuzione di lavori da mina; lanterne e torce a vento; strumenti per rilevare terreni; ed oggetti da disegno e cancelleria.
    3) I materiali e generi di sussistenza, cioè: viveri a secco, come galletta, scatole di carne od altri nutrimenti in conserva, vino, liquori, caffè, zucchero, sale, foraggi; legna da ardere od altri combustibili, olio per illuminazione, candele.
    4) Il materiale sanitario, ossia la dotazione in letti, in strumenti ed oggetti di medicazione, in barelle ed altri mezzi di trasporto, in medicinali, ecc.
    I laboratori sono per falegnami, fabbri e simili; e sono spesso comuni all'artiglieria ed al genio. Quando un fronte, od un forte, è dotato di un parco aerostatico, può avere ancora un laboratorio per riparazioni di materiale aerostatico.
    320. Le dotazioni di materiali di vario genere per fronti o per opere vengono stabilite dall'autorità* superiore secondo l'importanza relativa della piazza o la situazione della piazza rispetto al teatro della guerra probabile, e le circostanze speciali di luogo delle singole opere, di collegamento fra di esse o di isolamento. La conoscenza di queste circostanze, non che quella degli spazi occupati dai singoli materiali e del modo di collocamento e di conservazione relativi, sono indispensabili per determinare la capacità* complessiva, le forme e le dimensioni dei locali che sono destinati a contenerle.
    Altro elemento del quale devesi tener conto nella determinazione ed assegnamento di locali per materiali (specialmente di artiglieria e del genio, che sono sempre quelli in maggior quantità* nelle opere) è che molti di essi debbono essere conservati sopra od entro appositi scaffali, o casse regolamentari, che hanno delle dimensioni determinate, ed alle quali perciò debbono essere adattate quelle dei locali in studio od in progetto .
    321. In quanto alla forma ed ubicazione dei locali, ai provvedimenti per l'asciuttezza, aerazione ed illuminazione, è da ripetere quello che fu detto per i ricoveri; solamente che molti materiali si possono allogare in androni, gallerie, tettoie non alla prova, ed anche possono venire accatastati all'aperto. Perciò, in opere esistenti, si vedono spesso i materiali che sono meno danneggiabili dall'umidità* riposti in gallerie di controscarpa, in gallerie di scarpa, in magazzini ricavati sotto allo spalto di gola, e simili.
    Michele

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    da 322 a 329


    (C)
    Locali per il servizio del munizionamento


    322. Generalità*. Sotto il nome di munizioni si comprendono: le polveri, i proiettili e le munizioni diverse, come spolette, inneschi e cannelli fulminanti, artifici da guerra e cartucce per fanteria e mitragliere. Si ebbero inoltre (anche nel periodo storico in esame) dotazioni di esplosivi diversi dalla polvere e più potenti di essa (dinamiti, gelatine esplosive, ecc.) per servire alle distruzioni da effettuarsi dalle truppe del genio.
    323. In generale, l'ordinamento dei locali per munizioni deve essere subordinato alle esigenze della difesa, procurando che nel servizio del munizionamento, che comprende la preparazione delle cariche, il caricamento dei proiettili ed il loro trasporto in batteria, siano conciliati nel miglior modo: l'ordine, la sicurezza e la celerità*.
    A queste esigenze si è cercato di soddisfare in modo diverso nello periodo della fortificazione contemporanea e nel periodo attuale; e qui verranno ora esposte per sommi capi le norme seguite nel primo dei periodi sopradetti, applicabili ancora attualmente per forti isolati, sbarramenti, batterie costiere, forti di mare.
    324. In relazione alla classificazione dei munizionamenti fatta qui sopra, i locali relativi si possono così suddividere:
    Locali per polveri Magazzini da polveri.
    Laboratori di confezionamento cartocci o cariche
    Depositi. e riservette per cartocci confezionati.
    Locali per munizioni diverse (distinti fra di loro secondo la qualità* delle munizioni).
    Locali per proiettili Depositi di proiettili scarichi.
    Laboratori di caricamento proiettili.
    Depositi e riservette per proiettili carichi.

    325. La quantità* di polvere necessaria in una piazza, e che ne costituisce la dotazione, si determina (anche ora) tenendo conto dei seguenti due elementi:
    1) Munizionamento stabilito per ogni singola bocca da fuoco, in relazione alla sua importanza; il quale munizionamento varia fra 200 a 600 colpi (ed eccezionalmente 800 per quelle stabilite sui rampari od in casamatte aventi azione principale sul terreno esterno, ed è di 50 a 100 colpi per quelle dei fianchi, della gola e degli organi fiancheggianti.
    2) Una riserva; di quantità* e di qualità* variabili e dipendenti da molte circostanze, essendo essa destinata a sopperire ai consumi straordinari, come alle perdite per deperimento o per esplosioni fortuite; alla effettuazione di mine, interruzioni stradali, ecc.
    Nel calcolare la quantità* della polvere occorrente per ogni pezzo si somma alla carica di sparo quella di scoppio, o carica interna dei proiettili.
    La quantità* totale di polvere, esclusa la riserva, dicesi di prima dotazione ).
    326. Tutta questa polvere veniva nelle grandi piazze forti contemporanee (lo periodo) ripartita nei tre seguenti generi di locali:
    1) Magazzini da polvere grandi depositi.
    2) » » di rifornimento.
    3) » » di consumo giornaliero.
    Nelle piccole piazze forti, nei forti isolati e nelle opere staccate delle grandi piazze forti si avevano solo magazzini delle ultime due specie.
    327. I magazzini da polvere grandi depositi si facevano nell'interno delle cinte continue, oppure fra la linea delle opere staccate e la cinta, ed erano destinati a contenere le polveri di riserva, ed in tempo di pace potevano contenere anche una parte di quella di prima dotazione, che però ai primi sentori di guerra si trasportava nei magazzini di rifornimento dei fronti o delle opere. Ognuno dei magazzini grandi depositi non doveva contenere più di 100 tonnellate di polvere, affinché in caso di scoppio non fossero troppo gravi le perdite ed i danni prodotti.
    I magazzini da polvere di rifornimento erano situati in numero di 1-3 per ogni fronte di cinta continua, o per ogni opera staccata od isolata. Ognuno di essi non doveva contenere più di 80-100 tonnellate di polvere.
    I magazzini di consumo giornaliero dovevano contenere le polveri occorrenti per una giornata di fuoco di massima attività*, che si valutava, per fortificazioni terrestri, in ragione di 80 a 100 colpi per ognuna delle bocche da fuoco servite dal magazzino in parola, e che poteva giungere fino alla metà* del totale munizionamento per le opere marittime. D'ordinario questi magazzini erano per capacità* e per ubicazione, su di un fronte od in un'opera, dipendenti dal numero e dalla grandezza dei laboratori di confezionamento dei cartocci e di caricamento dei proiettili, e di cui si dirà* in appresso.
    328. Non è qui il luogo di scendere in particolari di costruzione dei magazzini da polvere, giacché questi particolari, per quanto si potranno applicare alle costruzioni odierne, faranno argomento di un capitolo a parte. E` bene però di accennare che per ogni magazzino da polvere si dovevano avere le seguenti disposizioni:
    1) Essere preceduto da un vestibolo di almeno mq 20 di superficie.
    2) Essere circondato da altri ambienti, oppure da corridoi, o da intercapedini, mediante cui i muri che lo limitavano non fossero a contatto colla terra.
    3) Si dovevano prendere per le cappe delle volte, per i muri perimetrali, per il sottosuolo di fondazione, ecc., tutte le precauzioni suggerite dall'arte delle costruzioni contro le infiltrazioni di acque sotterranee e la diffusione di umidità*.
    4) Dovevano essere aperte, nelle pareti, delle finestre e degli sfiatatoi, e nelle masse murali e terrose dei condotti di ventilazione per assicurare il cambiamento d'aria ed impedire il deposito di umidità* atmosferica.
    5) Il pavimento del locale delle polveri, e di tutti quelli in cui queste si manipolavano, doveva essere di tavole, ordinariamente su travicelli, portati da pilastrini o da piedritti di muratura. Tanto per il pavimento, come per gli assiti e gli infissi si escludevano le chiodature di ferro, sostituendovi chiodi di rame o pioli di legno forte; ed ancora, bandelle, gangheri, serrature, chiavi di rame o di bronzo. Il pavimento di legno si faceva sempre elevato sul suolo esterno per meglio garantirlo dall'umidità*.
    329. Le polveri erano e sono contenute ordinariamente in casse da imballo regolamentari, le quali hanno lati di metri 0,35 X 0,35 X 0,86, contengono kg. 50 di polvere a grana fina o kg. 60 di polvere a grana grossa e progressiva. Sono sempre stati in uso ancora dei barili da polvere di svariate forme e dimensioni ); ma attualmente il solo barile regolamentare da polveri è quello di zinco, o barile Ritter, che ha la stessa capacità* delle casse e le seguenti dimensioni: altezza m. 0,682, diametro esterno m. 0,380 circa.
    Le casse di polvere nei magazzini si dispongono collo spigolo maggiore normale alla lunghezza del locale, in file a contatto, ed in più strati (da 5 fino ad sovrapposti, formando così delle cataste, che possono essere semplici o doppie. Le cataste esterne debbono essere tenute distanti almeno m. 0,15 dalle pareti del locale se sono cataste semplici, ed almeno m. 0,60 se sono doppie affinché, in quest'ultimo caso, si possa passare nell'intervallo per visitare le casse e per leggere le etichette applicate alla loro testata. Nella Fig. 195 A, B, C, D, E (Tav. XVIII), sono indicate diverse disposizioni di cataste e la larghezza minima corrispondente fra le pareti libere del locale. Non si pongono mai più di 4 cataste per non dover fare magazzini troppo larghi.
    I barili di zinco pieni vengono conservati nei magazzini,sempre con l'asse maggiore verticale, disposti a piramide. Gli strati non dovranno mai essere in numero maggiore di 4, e lo strato inferiore dovrà* sempre essere su tavolato, o su tavole, sollevati, sia l'uno che le altre, in modo che l'aria possa circolare al disotto. Talvolta i barili si accatastano in appositi scaffali di legno e ferro o di legno, che hanno dimensioni opportune, come appare dalla Fig. 196, Tav. XVIII.
    Michele

  6. #6
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    Re: [DOCUMENTI] fortificazione permanente (6a parte)

    chiaramente no... sono circa 1600 pagine tra primo e secondo volume e circa 600 disegninei due volumi di atlante.
    visto lo scarso successo del post mi sono fermato (oramai circa un anno fa)...
    non penso sinceramente di ricominciareanche perché sto scrivendo - insieme ad altri - un libricino sulle fortificazioni e non ho sinceramente tempo di continuare, mi spiace per il tuo interessamento!!!!
    considera però che il testo è del 1896..... bunker in cls non ce ne erano tanti e sul libro non sono citati.... prova sul "rocchi": se non ricordo male lì qlc c'è!!!!
    Michele

  7. #7
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    Re: [DOCUMENTI] fortificazione permanente (6a parte)

    È senza dubbio un lavore encomiabile e di valore!!

    Bravissimo
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    Le Fortificazioni Militari su www.fortificazioni.net

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