Come suggerito da Frasche, posto il rinvenimento di una fotofonica, del quale avevo giā* parlato nella sezione "Fortificazioni Militari" : http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=4720
ā? un sistema di trasmissione tra due punti visibili che si basava sulla trasformazione della voce in variazioni di corrente elettrica, che davano origine a variazioni di intensitā* luminosa trasmesse da un proiettore ottico. Le variazioni di intensitā* del fascio luminoso venivano captate a distanza da una cellula fotoemittente al cesio, trasformate nuovamente in variazioni di corrente e quindi in vibrazioni sonore.
Ogni impianto poteva funzionare sia come ricevente che come trasmittente: parlando da un microfono, l` operatore si metteva in collegamento con l` opera gemellata e riceveva la risposta in cuffia.
La stazione da 180 mm, che veniva di norma installata nelle opere in caverna (38,7 kg peso), denominazione derivata dal diametro dei tubi dell` apparato ottico, aveva una portata da 1 a 10 km con luce diurna.
La stazione era solitamente ubicata nei malloppi di ingresso.
La parte ottica dell` impianto era sistemata su una mensola all` imboccatura di una coppia di tubi.
Il rendimento era comunque scarso: con nebbia, pioggia o neve non funzionavano correttamente e le stazioni dovevano essere perfettamente allineate l` una all` altra.
Questa di cui parlo adesso l'ho portata in spalle gių dall` opera 44 del Colle Frejus, non vi dico che fatica e il mal di schiena dei giorni a seguire, č comunque stato un bel colpo. Al Bramafam, infatti, abbiamo ricostruito un ambiente attorno a tale oggetto.
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