L'altro giorno un mio amico, che presto si iscriverà* al forum,mi detto che un suo vicino di casa è niente popò di meno che un reduce della battaglia di El Alamein.
Mi ha promesso che me lo farà* conoscere, anche perché è molto loquace nel raccontare...
Inizio con un piccolo aneddoto che dà* molto da riflettere:
il nostro soldato (non conosco ancora il nome) era un puntatore d'artiglieria, fatto poi prigioniero, ma qui, quando avrò più notizie di prima persona , le posterò, racconta che insieme alla sua squadra, effettuava fuoco di controbatteria contro gli inglesi, alcuni suoi colpi dovrebbero aver centrato i bersagli, perché a suo dire, diverse postazioni nemiche avrebbero smesso di sparare.
Dopo aver sparato 97 colpi, girandosi verso la riservetta per prenderne altri, scoprì che non ce ne erano più, questa è la sua frase, in dialetto umbro: " ..e mò che jè tiramo .... che quì non ce stonno manco li sassi?" questa è la frase della riflessione, come è possibile mandare in postazione una batteria con colpi limitati?
i nostri soldati, cosa dovevano fare, una parata militare o una guerra? questo purtroppo è lo scenario che accompagnerà* il soldato italiani in tutti i fronti. Considerando la disponibilità* che avevano, di mezzi e materiali, hanno fatto dei miracoli per resistere tre anni di guerra e per non essere schiacciati subito! Vabbè c'era l'alleato tedesco, ma lui era motorizzato, i nostri no!
La famosa frase "mancò la fortuna non il valore" io la modificherei con "mancò la fortuna e tutto il resto ... non il valore".
Seguiranno altre storie appena possibile..