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La battaglia di Waterloo si svolse il 18 giugno 1815 fra le truppe napoleoniche e gli eserciti di parte degli Stati aderenti alla settima coalizione (Regno Unito, Austria, Russia, Prussia, Paesi Bassi, Svezia, Regno di Sardegna e alcuni stati tedeschi). Fu l'ultima battaglia di Napoleone Bonaparte e segnò la sua definitiva sconfitta. à? stata una delle più cruente battaglie del XIX secolo. La battaglia in realtà* ebbe luogo nel territorio del villaggio belga di Mont Saint-Jean, situato a 5 chilometri dalla cittadina di Waterloo, nella quale si trovava soltanto il quartier generale del Duca di Wellington.

Il combattimento durò complessivamente circa otto ore, nelle quali morirono oltre 48.000 soldati. Napoleone voleva attaccare le forze alleate alle sette del mattino, bombardandole con l'artiglieria ma, dato che era piovuto a dirotto tutta la notte e il giorno precedente, non riusci a muovere i cannoni prima di mezzogiorno. Gli scontri avvennero in un territorio di circa 40 km² vicino alla cittadina belga di Waterloo, dove il Duca di Wellington aveva appunto stabilito il suo quartier generale. Napoleone era sicuro di vincere, anche se non poteva contare più sul suo geniale collaboratore, il Maresciallo Berthier morto il 1 giugno 1815, e sul Maresciallo Davout, eroe della battaglia di Auerstedt, che aveva inviato a Parigi quale ministro della guerra e comandante della piazza per affrontare lì un eventuale attacco della formidabile armata alleata ed evitare la possibile caduta della città*. Lo storico militare britannico John Keegan ha osservato che a Waterloo (come del resto in tutti gli scontri coevi) si potevano verificare sette tipi di contatto ostile: combattimento singolo, cavalleria contro cavalleria, cavalleria contro artiglieria, cavalleria contro fanteria, fanteria contro fanteria (nel senso di combattimento corpo a corpo), scambio di proiettili tra fanterie, artiglieria contro artiglieria. Curiosamente, questo ultimo tipo di combattimento fu â?? per così dire â?? unidirezionale, poiché Wellington aveva ordinato alle sue batterie di non impegnarsi in "duelli" con le unità* omologhe avversarie.

Sin dai primi attacchi però gli inglesi si rivelarono un avversario impossibile da battere, e ben presto colonne prussiane apparvero in lontananza sulla destra dei francesi. La strategia di Napoleone era stata infatti quella di dividere i suoi avversari e affrontarli separatamente. L'imperatore francese infatti, prima di arrivare a Waterloo, aveva tentato in tutti i modi di evitare che la superstite armata di Blücher si congiungesse con gli inglesi e i loro alleati sul campo di Waterloo e per questo aveva dispiegato le truppe del Maresciallo Grouchy perché lo intercettasse e lo impegnasse tenendolo lontano dal teatro d'azione principale.

Ma sin dalle prime ore del pomeriggio i francesi dovettero invece combattere anche con le colonne prussiane che arrivavano una dopo l'altra dalla destra, esaurendo le riserve francesi che altrimenti avrebbero potuto essere rovesciate su Wellington. Blücher era infatti riuscito a precedere, in una corsa verso Waterloo, il suo antagonista francese Grouchy, la cui responsabilità* in proposito, nonostante gli ordini non chiari di Napoleone, è riconosciuta da tutti gli storici. L'ultimo attacco francese, disperato, fu sferrato dalla "Vecchia Guardia" contro quanto rimaneva delle forze di Wellington, ma fallì. Nello stesso momento i francesi non poterono più contenere l'esercito prussiano sulla destra e la rotta divenne generale.

La battaglia non si concluse con l'immediato arrivo dei prussiani, ma fu invece una battaglia di attrito con i francesi che cercavano disperatamente di spezzare la linea alleata prima che la pressione dei prussiani sulla destra diventasse insostenibile.

Wellington conosceva bene il terreno da una sua precedente permanenza in Belgio per un viaggio di piacere l'anno precedente e ne sfruttò al meglio le caratteristiche . D'altra parte, gli errori commessi da Napoleone nella giornata furono molti e decisivi, mentre alleati e prussiani si batterono al meglio. Ciononostante, il risultato fu a lungo in bilico e la vittoria finale fu probabilmente decisa da un pizzico di fortuna in più a favore degli alleati.

Napoleone venne così definitivamente sconfitto.

In seguito a questa battaglia Napoleone fu esiliato a Sant'Elena, dove morì sei anni dopo, il 5 maggio 1821.

Ancora oggi nei pressi di Waterloo è ricordata la grande battaglia ed esiste un museo dedicato all'epico scontro, così come sono state rese luoghi di visita anche alcune delle fattorie nelle quali gli eserciti stabilirono i loro quartieri generali.