Da non crederci, sono passati molti anni da allora ed in questo periodo di tempo non ho mai cercato notizie in merito, mai saputo niente di più di quello che ci raccontarono al ritorno in caserma...

http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_ ... gosto_1982


In quella occasione morì il Caporale addetto al magazzino della Compagnia presso la quale stavo svolgendo il CAR. Mi dissero che quando si accorse dell'agguato cercò di inserire il pacchetto di munizioni nel suo Garand ma il gesto non passò inosservato e venne raggiunto da una raffica di pistola mitragliatrice.
Da quel giorno molte cose cambiarono nella vita militare ed in quella della Caserma Cascino in particolare...
Le guardie armate montavano con il colpo in canna e la sicura inserita. Tutte le volte che portavo il cambio in giro per le varie postazioni dovevo passare prima dal posto di caricamento per far eseguire l'operazione ai soldati, processo inverso al turno smontante...

Una nota scritta da me nello spazio bianco di un libro che mi portavo dietro durante i turni di piantone notturno in Compagnia:

“Salerno 29 agosto 1982
Stanotte finalmente la tensione è esplosa.
Il mio turno di piantone iniziava alle 03 e 40, ma sono stato svegliato bruscamente alle 02. Con me erano presenti nell’atrio della Compagnia tutti gli altri piantoni indifferentemente dai turni assegnati. Dopo qualche naturale risentimento da parte nostra data l'ora tarda il Sergente di Giornata ci spiega la situazione: poco prima la fureria aveva ricevuto una telefonata con la quale il Comandante responsabile alla difesa della Caserma ordinava di raddoppiare gli uomini a causa di una telefonata minatoria che aveva scatenato l’allarme.
Dato che adesso in Compagnia siamo rimasti in pochi qualcuno ha dovuto fare quattro ore di servizio, io no, visto che sono comandato di servizio anche oggi. In più questa mattina hanno riunito quattro caporali e, completamente armati, hanno iniziato il loro addestramento per rispondere ad un eventuale attacco, sarà dura per questi ragazzi!”


Un brano tratto da una lettera inviata a casa, ero stato trasferito alla Scuola Specializzati Trasmissioni di S.Giorgio a Cremano (NA) come quadro permanente. Qui feci il corso da graduato:

“S. Giorgio a Cremano, 13-11-1982
Ho ricevuto la tua lettera giovedì, appena smontato di guardia.
Una guardia tremenda, questa, stavo sulla branda ancora tutto vestito; erano le una del pomeriggio ed avevo mangiato da poco, velocemente perché la mensa chiudeva.
Una guardia dura, come ti ho detto; la prima dei nuovi arrivati, inesperti ed intimoriti dalle novità.
Sette allarmi; sette, improvvisi ed inutili; un capoposto febbricitante ed un cambio ogni due ore. In tutto avrò riposato un'ora, forse qualcosa di più.
Voglio descriverti cos’è un allarme; prendilo come un esercizio di scrittura, un flash di vita militare di cui forse nessuno ha mai parlato ma che tutti qui conosciamo.
Durante questo turno si dorme pochissimo e la stanchezza pesa su gli occhi ; quando sei disteso sulla branda polverosa del Corpo di Guardia la tentazione è troppo grande, non senti più l'odore dolciastro del sudore, il peso dell'elmetto sul fianco, i piedi doloranti negli stivali coperti di grasso e di polvere.......
La sirena è violenta, acuta, persistente.... chiusa con noi nel Corpo di Guardia. Ti rovesci giù dalla branda ed afferri il fucile che hai appeso poco prima; quei brevi attimi convulsi con l'ululato nelle orecchie bastano per farti riacquistare la lucidità.
Sbrandi due uomini, un'occhiata al pannello degli allarmi e li scaraventi fuori e poi corri, corri, Dio se corri! Con il cinturone che ti stringe il fianco ogni passo che fai, l'elmetto che picchia con violenza sull'anca quando ti sfugge dalla mano, l'aria che ti soffia nei polmoni e ti fischia fra i denti stretti, le gambe che si appesantiscono sempre di più man mano che la notte avanza e gli allarmi si susseguono.
Poi la rabbia, repressa dalla rassegnazione e dalla stanchezza, ancora una volta non c'era nulla di speciale; la notte gioca dei brutti scherzi alle sentinelle.”

Davvero, sono passati quasi trenta anni e solo oggi mi è tornato alla mente questo episodio scoprendo che su Wikipedia ci sono molte più notizie di quelle che conoscevo io. Non sapevo che fossero morte così tante persone ne che avessero loro eretto un monumento...

Chiudo questa memoria con un altro testo estratto dalla lettera che mandai nel '98 al mensile MAX che ricercava testimonianze di vita militare, mi pare adatto a terminare il mio post:

"Questi sono frammenti sciolti di un anno particolare ed intenso, vissuto in un periodo difficile del nostro Paese dovuto ai frequenti attacchi da parte di gruppi terroristici ai danni di colonne ed installazioni militari. Durante uno di questi tristi momenti il magazziniere della compagnia presso la quale svolgevo il C.A.R. a Salerno venne ucciso nel tentativo di reagire all’assalto…. e noi dovevamo difendere dall’esterno anche quella parte d’Italia che ci uccideva da dentro.
Le esperienze da raccontare sarebbero molteplici ma nel mio caso riguardano in maggioranza i momenti di aiuto ed amicizia passati con i compagni di leva, ricordi nostalgici di comunione vera per affrontare problemi comuni.
Alla fine rimane anche l’orgoglio per l’opera svolta: dovevamo farlo, tanto valeva farlo bene! Nel mio caso mi fu presentata più volte la prospettiva di trasformare la Leva in Ferma Permanente da parte dei miei superiori. Rifiutai ringraziando, avevo un posto in fabbrica che mi aspettava a casa, mi congedai con i gradi da Sergente e la stima di chi mi aveva avuto sotto il suo comando.
Traete da questa lettera le parti che vi possono interessare con l’unica limitazione a non snaturare il senso della stessa che rimane sostanzialmente positivo .
Con i migliori saluti"



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