Forte Casa Ratti (Arsiero)




Prima ancora di parlare del forte, che è bene precisare non esiste più, volevo ringraziare la mia guida Gino, senza della quale sarei ritornato con un "nulla di fatto" per la 3 volta.

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Il forte sorgeva a circa 350 m e assieme al forte di Punta Corbin (http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=3761) doveva controllare i movimenti della Val D'Astico.
Si trovò all' inizio escluso dalle operazioni militari.
Nel maggio del 1916 venne preso di mira dal 380 all' inizio dello Strafexpedition.
In quella occasione non riportò danni rilevanti.
Durante le operazioni per il posizionamento delle cariche esplosive, per non consegnare il forte al nemico, la retroguardia venne sorpresa da una pattuglia romena in avanscoperta.
La storia riporta che il tenente austriaco Albin Mlaker si assunse la paternità* della cattura e per questo decorato.
Oggi sappiamo che si tratta di un falso storico.
Il 25 giugno del 1916 durante il ripiegamento austriaco venne fatto saltare in aria.
Nella piantina il forte (in blu).
Si può ancora percorrere il corridoio rosso che porta alla polveriera e si può anche osservare la costruzione viola , anche questa fatta saltare ,chiamata "ospedaletto".

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Percorrendo al strada che porta al forte ci si imbatte subito con i resti della caserma. Notate il passo sicuro e deciso della mia guida.

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Parallela alla strada sulla sinistra è presente una lunga galleria usata come ricovero, e che presenta numerose aperture.

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Su quasi tutte queste , è presente una targa lasciata dalla fanteria Zappatori.

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Questa è la targa più bella. Gino mi dice che è venuta gente con gli strumenti necessari è ha fatto i calchi con il gesso.

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La galleria in salita , termina improvvisamente. Forse era nelle intenzioni arrivare fino al forte. Ci sono tracce di prove ulteriori di scavo.

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Un piccolo ponte permette di arrivare all'"ospedaletto" e passare il fossato.
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La struttura porta i segni della tremenda deflagrazione.
E' possibile raggiungere la struttura solo tramite la galleria segnata in verde.
I piani interni sono crollati. La galleria come si può intravedere sulla seconda foto sembra uscire proprio su uno dei piani alti.
La cosa sembra pericolosa, e siccome la prudenza non è mai troppa , ho preferito non avventurarmi su questa parte del forte.

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Ecco come appariva il forte , quando era in attività*.

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Questa è la postazione per mitragliatrici che sulla foto precedente si vede sulla sinistra.

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Continuiamo a percorrere il corridoio (in rosso) che ci porterà* alla polveriera

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Ecco la galleria interna.

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Come il solito , per chi è abituato a vedere le mie foto , le condizioni di luce sono queste e non quelle della foto precedente.

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Una volta entrati si sale per delle scale , e ci si ritrova in un piccolo ambiente.

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Oltre a questo incuriosisce questa struttura. Forse una postazione per mitragliatrici a scomparsa ?

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Riscendiamo le scale.

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Particolari lungo il corridoio. Scontato dire che bisogna prestare la massima attenzione nella visita del forte. La seconda foto è di uno sfiato presente sul soffitto.

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Ecco la polveriera , sopita nel buio più totale. Solita posa da 60 secondi aiutato dalla torcia.


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Mi giro e fotografo la galleria che mi ha portato qui.

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Particolare curioso. Questo muro , tracciato con una S con la mia torcia, presenta i segni di un passaggio murato. Qualcuno ha provato a picconare per vedere dove conduceva. Il tentativo di fare un foro al centro è andato a vuoto , lo spessore supera il 30/40 centimetri.
Allora hanno provato a spaccare a ridosso della volta. Anche questo tentativo non ha portato a nessun risultato.

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Foto della copertura del forte. Montava 3 pezzi da 149. Particolarità* era il tipo di cupola ibrida. Era più convessa delle 149 G ma inferiore alle cupole da 149 Armstrong.

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Ecco cosa si vede del forte (o non si vede).

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Pezzi del forte sono sparsi dappertutto.

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Siamo quasi dietro il forte . Stiamo in teoria osservando l' ingresso alla galleria in giallo.

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Gino mi dice: <andiamo> . Lo vedo scomparire nella vegetazione , la strada è fortemente in discesa . Meglio desistere......

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Proseguendo il giro ci ritroviamo all' ingresso della galleria segnata in verde.
Oltre alle notevoli pezzi franati questa corda impedisce l' ingresso. Si trattava di attrezzatura utilizzata in una cava vicina.

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Peccato perché alla fine della stessa avrei avuto la visuale di quello che rimaneva e avrei potuto fare una foto comparativa..

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Un doveroso saluto a Gino,la mia "guida personale" , fin troppo disponibile a sopportarmi e a resistere alle lunghe attese mentre facevo le foto negli interni.

L' appuntamento è ad ottobre per un aggiornamento.

Saluti[ciao2]