Dopo un giornata difficile (al momento sembra essere andare tutto bene...per chi era al corrente), torno a casa, accendo la televisione e guardando il TG1, apprendo così della notizia della possibile chiusura del 1° Reggimento Nizza Cavalleria.
Questo nome da sempre mi suona nelle orecchie, è il reggimento dov'è nato mio padre e in cui ha vissuto per diversi anni. E' il reggimento a cui sono votato collezionisticamente...

I soliti tagli di bilancio (giusti o non giusti, non spetta a me dirlo), tagli che potrebbero colpire in ordine: Nizza Cavalleria, Piemonte Cavalleria e 3° Bersaglieri...

Tristezza...

Vi lascio all'articolo apparso ieri su LA STAMPA.

Da LA STAMPA

20/5/2008 (7:52) - IL CASO
<font color="blue">Nizza Cavalleria, suona l'ora dell'ultima carica</font id="blue">

Tagli al bilancio: il mitico reggimento vicino alla chiusura
di RENATO RIZZO


Il reggimento Dragoni di Piemonte nacque nel 1690

TORINO
Nella caserma del Nizza Cavalleria, appesa in una stanza storica, c`è una grande pergamena incorniciata in oro e decorata con una serie di ovali che recano scritto, all`interno, un nome: quello degli ufficiali che, via via, hanno guidato il reggimento. Oggi l`elenco sembra un incongruo squillo di ottimismo: dopo la casella numero 90, occupata dall`attuale comandante, il colonnello Luigi Greco, ne restano altre 23 vuote. E, probabilmente, nessuno le riempirà* più. Il quadro rischia di diventare l`epitaffio del più antico reggimento dell`esercito italiano, quello che si fregia del numero d`ordine «1°Â». Nizza Cavalleria, l`ultima carica potrebbe infrangersi contro l`invincibile forza delle cifre. Ragioni del cuore, ragioni di bilancio: nell`operazione di riordino e ristrutturazione delle Forze Armate sarebbe troppo costoso rivitalizzare un «ramo secco», anche se onusto di storia. Tagliare, allora: magari per ospitare in questo edificio un altro corpo o, chissà*, per venderlo. E, così, se i sussurri diventati grida saranno confermati, lo stendardo del reggimento finirà* in un armadio dell`Altare della Patria: uno dei venerabili drappi che simboleggiano solo ricordi.

Nato nel 1690 dall`antico reggimento Dragoni del Piemonte, l`anno dopo partecipa alla guerra contro la Francia «coprendosi d`onore». Ma la gloria non cancella il pragmatismo economico di Casa Savoia: nel 1699, «per motivi finanziari», gli sono tolti i cavalli e i soldati sono obbligati a servire a piedi. Li rimettono in sella tre anni dopo.

La storia avanza al ritmo delle cariche e delle medaglie. A Borgo Vercelli, nel maggio del 1859, uno degli episodi che tesse la leggenda: il capitano Brunetta di Usseaux di fronte a un nemico più numeroso e meglio armato spedisce all`assalto - o al macello, dipende dai punti di vista - i suoi ordinando in piemontese: «A fa gnente. Courage, fieui». E i «fieui», obbedienti, vanno a impalarsi contro le lance nemiche. Coraggio della retorica? O retorica del coraggio sollecitato per nascondere - in questa come in altre italiche battaglie - carenze di equipaggiamento e sfasature nella catena di comando?

Si entra nella Prima Guerra Mondiale spronando i cavalli al galoppo, per scenderne, però, un`altra volta con l`amarezza di cavalleggeri trasformati in fanti. Ma capaci, comunque, il 16 maggio 1916, di meritarsi una medaglia nel sanguinoso scontro alle Officine dell`Adria in Friuli. La Seconda Guerra Mondiale vede il reggimento impegnato in Francia, Albania, Africa settentrionale dove continua a combattere anche dopo El Alamein. L`8 settembre del 1943, tra gli ufficiali al comando c`è anche il tenente Edgardo Sogno. Lo vediamo, nel racconto della figlia Laura, scontrarsi con il suo colonnello che lo rimprovera d`essersi messo in borghese: «Non mi sono vestito così per disertare. Se mi ordina di indossare la divisa per combattere i tedeschi, obbedisco. Ma se me lo impone solo per arrendermi a loro, non se ne parla». Nasce da quella ribellione il comandante «Franchi» dei partigiani monarchici. Un altro ufficiale del Nizza, Pompeo Colajanni, sceglie la via della montagna diventando capo d`una formazione «garibaldina». Dopo il conflitto entrerà* in parlamento per il Pci. In questo frenetico caos della storia, ecco anche il sottotenente Gianni Agnelli: seguendo le orme del nonno, il senatore Giovanni, ha scelto la Cavalleria e ha combattuto in Africa e in Russia. Ora raggiunge l`Italia per ricongiungersi con le forze che hanno rifiutato la repubblica di Salò. Un rapporto stretto tra Pinerolo, il suo «Nizza» e la famiglia Agnelli che vede anche un giovane Umberto ufficiale del reggimento dal 1952 al 1954. E il legame continua: lo scorso anno, al forte di Fenestrelle, è stato attribuito a John Elkann il riconoscimento «Dragone ad honorem» dedicato all`Avvocato.



Copricapo di Nizza Cavalleria
http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=48

Saluti
Corrado