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Discussione: [DOSSIER] LA DIFESA ANTISBARCO ITALIANA

  1. #1
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    [DOSSIER] LA DIFESA ANTISBARCO ITALIANA

    Partiamo con una documentazione ufficiale dell'immediato dopoguerra

    STATUS DELLA DIFESA COSTIERA ALLA PRIMAVERA DEL 1943
    - Sicilia e Sardegna (dove erano previste possibili operazioni di sbarco in grande stile): modesta organizzazione della copertura costiera in corrispondenza delle zone considerate le più importanti (Marsala – Mazara; Castellamare – Palermo; Porto Empedocle; Menfi – Sciacca; Catania; Gela; Marina di Ragusa – Pozzallo – Pachino, senza contare la Piazza di Augusta e quella di Siracusa. Cagliari; Iglesiente – Oristano; la zona nord occidentale; Olbia).
    Sufficiente disponibilità di grandi unità di manovra, ma scarsa mobilità .

    - Liguria (possibili azioni di sbarco concomitanti ed un`azione in grande stile contro le coste meridionali francesi): modesta organizzazione della copertura costiera (limitata però in profondità ); scarsa disponibilità di riserve di copertura (specie in ordine alla naturale compartimentazione del retroterra).

    - Calabria (ove erano considerate possibili operazioni di sbarco in concorso a quelle contro la Sicilia): irrilevante organizzazione delle copertura costiera in corrispondenza delle zone portuale joniche (Crotone; Sibari; Catanzaro Marina); scarsa disponibilità di G.U. di manovra.

    - Puglie (previste operazioni di sbarco, ma a scopo di sabotaggio): irrilevante organizzazione della copertura costiera ai lati delle Piazze Militari marittime (Taranto e Brindisi; Otranto; Gallipoli e Bari).
    - Campania – Lazio – Toscana (possibili azioni di sbarco con forze poco considerevoli, tipo colpo di mano per atti di sabotaggio): irrilevante organizzazione della copertura costiera; qualche caposaldo di sbarramento a tergo della fascia di copertura costiera.

    - Abruzzo – Marche – Romagna – Veneto (ove erano previsti possibili sbarchi di piccoli nuclei ed elementi isolati per atti di sabotaggio): irrilevante organizzazione.
    (...)lo sbarco alleato in Sicilia dimostrò, fra l`altro, lo "slegamento", nella difesa a terra, fra le zone di copertura affidate all`esercito e quelle della marina(...).
    Un cordiale saluto!

  2. #2
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    Secondo "appunto"...o "punto" dolente

    LA PROGETTAZIONE DEI LAVORI DURANTE LA GUERRA
    Lo Stato Maggiore dettava nelle sue Circolari le linee generali da seguire: i singoli comandi d`Armata interpretavano le direttive, applicandone i concetti per il territorio di propria giurisdizione e trasmettendo i risultati ai corpi d`armata dipendenti. Questi indicavano alle divisioni incaricate di difendere un settore costiero natura e procedure per i lavori. Il Regolamento per i lavori del Genio militare compendiava due procedure di inoltro: la prima riguardava l`inoltro "di massima", la seconda quella dei progetti particolareggiati.
    Nel primo caso l`Ufficio Lavori del Corpo d`Armata trasmetteva copia dei capitolati al Comando di Corpo d`Armata (o Comando Difesa Territoriale) ed al relativo Ufficio del Genio (o Comando Genio Difesa Territoriale). Successivamente l`incartamento passava all`Armata competente. Esprimevano un loro parere il Comando d`Armata ed il dipendente Comando Genio. Seguiva l`inoltro allo Stato Maggiore, che a sua volta esprimeva il proprio parere interpellando l`Ufficio Operazioni ed il Comandante Superiore del Genio. Una volta assunta la decisione in merito, veniva informata la Direzione Generale del Genio.
    Sostanzialmente identica, dunque ugualmente complessa, era la procedura per l`inoltro dei progetti particolareggiati. Unica variante era costituita dal fatto che, nella fase iniziale, l`Ufficio Lavori di Corpo d`Armata interpellava prima il Comando del Genio, il quale richiedeva a sua volta un parere al Comando di Corpo d`Armata (o Difesa Territoriale).
    I lavori difensivi vennero affidati ora ad una serie di imprese "di fiducia" mediante prassi burocratica, ora agli stessi reparti militari. La legislazione, mai mutata al fine di soddisfare le esigenze belliche, costringeva i comandi interessati a lunghe procedure ed attese: il tutto sempre di concerto con i poteri civili locali e nazionali.

    ALTRO CHE LA TODT!![ciao2]
    Un cordiale saluto!

  3. #3
    Moderatore L'avatar di Italien
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    Hai proprio deciso di partire alla grande!!!
    Ciao.
    LA MIA PAGINA "FORTIFICATA" SU FACEBOOK©: http://www.facebook.com/pages/Italien/323925510817

    Nel mezzo del cammin di questa vita, mostrassi alfin la truce metà oscura...
    ché la pazienza mia era finita, e lo baston calassi su ogne testa dura.


    Fatti non fummo, a viver come inermi... bensì pello inimico, far divorar dai vermi.


  4. #4
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    Speriamo in una bella discussione![]
    Ho parlato di difesa "antisbarco" per riferirmi essenzialmente ai sistemi fortificati messi in opera guerra durante, e non al complesso "fortificazioni+batterie", argomento che sarebbe molto più complesso.
    Come sappiamo, per risolvere il problema l'Italia partì praticamente da zero nel 1940.
    Dal punto di vista dottrinale non eravamo rimasti indietro, poiché sapevamo bene che ogni Km di costa poteva portarci pericoli, e che ogni litorale sabbioso poteva considerarsi approdo per ingenti forze avverse.
    Erigere una "maginot costiera" era impossibile, e credo lo fosse per quasi tutti gli stati coevi. Così, come si evince dalla circolari e da diversi studi, la nostra difesa fu proporzionata a parare colpi di mano "tipo Dieppe" e tentativi di commandos. Oltre la fascia costiera (es. elementi paracadutati)agivano i NAP, i battaglioni "difesa impianti" (solitamente btg. "T.M.")e naturalmente i Carabinieri.

    Insomma, nel '43 eravamo giunti ad imbastire un buon sistema di controllo del territorio, di vigilanza e di primo allarme...
    Infatti il nostro sistema costiero "di prima linea" (nuclei fissi, posti di osservazione costiera)era fondamentalmente costituito da opere campali o semipermanenti, supportati da "nuclei mobili".
    Siccome vi era una periodica rotazione, oltre ai costieri potevano prendere posizione sulle spiagge anche elementi di altre forze armate (es. la GDF), come si evince da documentazione d'archivio.

    Solo in Sicilia e Sardegna vi erano sistemi fortificati arretrati (posti di blocco, sbarramenti stradali, archi di contenimento in Sardegna, ecc) armati, presidiati e in buona efficienza, sui quali resistere nell'attesa dei gruppi tattici e delle unità di manovra.
    Intelligentemente (almeno secondo me) il poco che si rese disponibile non fu sparpagliato sulla costa, ma fu concentrato in taluni settori e punti nodali.
    Si fece in pratica l'esatto contrario della dottrina tedesca, ma questa era la pratica che noi ci potevamo permettere.
    La cosa che non bisogna credere è che i costieri siano stati anni a "guardare il mare" poiché basta leggere i diari storici per rendersi conto della continua attività addestrativa, e delle frequenti esercitazioni condotte da fanti ed artiglieri.
    A titolo di esempio, tra il 1942 e l'estate 1943 in Sardegna furono costruite oltre 1.000 postazioni in cemento, il che può dare un primo riscontro circa l'impegno profuso dai nostri padri e nonni. Maggiori difficoltà si incontrarono nell'assegnazione di mine e pezzi sfusi per la lotta anticarro.
    Questo va tenuto presente, anche nell'accostarsi ad eventi quali furono i tragici giorni del luglio 1943 in Sicilia.

    Ovvio, numerosi gli esempi anche in questo forum!
    Escludendo la Liguria, perché ormai ha raggiunto dimensioni di una bibbia []

    toscana
    http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=1380

    elba
    http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=205

    salerno
    http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=1013

    puglia
    http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=2911

    anche se son tedeschi, un "topic capolavoro"
    http://www.milistory.net/forumtopic.asp?TOPIC_ID=2881
    Un cordiale saluto!

  5. #5
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    Sei partito alla grandissima Ciofatax!!!Complimenti!
    Grazie per gli interessantissimi dati che ci hai fornito!!!
    Ciao e...buon lavoro,amigo!!![ciao2]
    A/F 505 PIR 82ND AIRBORNE DIVISION "ALL AMERICAN"
    H-MINUS
    ALL THE WAY!

    www.progetto900.com

  6. #6
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    complimenti ottimo lavoro

  7. #7
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    Bravo ciofatax ottimo lavoro.[ciao2]
    luciano

  8. #8
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    Di passaggio, aggiungo una noterella sull'approntamento.
    L'impulso SERIO alla progettazione dei lavori difensivi costieri fu dato a seguito della ORMAI FAMOSISSIMA Circolare 3 C.S.M.
    Si partì, insomma, con il 1942...anche se le postazioni costiere erano già* state tutte definite.
    I lavori più importanti furono condotti da "imprese di fiducia" che però, in alcuni settori, lucrarono sui materiali (come accadde anche sul Vallo).
    I problemi principali riguardarono
    - il cemento (ma in misura relativa)
    - i lubrificanti e le gomme per i mezzi di trasporto
    - la mancanza di idonei macchinari da cantiere (impasti a mano, trasporti con carrette animali, ecc)
    - la manodopera civile.
    LA PRECEDENZA fu data agli sbarramenti stradali, ai posti di blocco costieri e ai lavori degli archi di contenimento. Teoricamente anche ai "fronte a terra", che però furono cominciati con gravi ritardi.
    Sulla costa, solo dal maggio 1942 si determinarono le postazioni da trasformare alla prova del piccolo calibro... cioè in pratica, le piazzole campali da trasformare in bunker.

    GUERRA D'ARRESTO
    Le mine non bastavano mai, così impiegammo tutto quello che ci capitava (prede belliche) e che ci passavano i Tedeschi.

    LOTTA ANTICARRO
    per armare le opere si fece ampio ricorso ai "pezzi sfusi". Così, per esempio, nelle casematte usammo anche i 65/17, oltre ai 47/32.
    Ad esempio, in Sardegna fu ampiamente impiegato l'ottimo pezzo francese da 47/50 APX, che non sempre andava bene per le postazioni esistenti, di norma progettate per il 47/32.
    Nelle piazzole scoperte si usarò veramente di tutto: soprattutto i 75/27 (06 e 11), i 100/22 e numerosi pezzi di preda bellica, girati dai Tedeschi.
    Ogni pezzo aveva in dotazione circa 1 UNFOC (E ANCHE MENO), il che dimostra che questi sbarramenti non erano certo pensati per FERMARE il nemico, ma SOLO per ritardarlo.

    E' per questo che, leggendo nei dettagli della campagna di Sicilia, sono estremamente fiero (e commosso) di coloro che si fecero ammazzare in quelle bare di cemento per onorare il giuramento: bruciati dai lanciafiamme, falciati in disperati contrattacchi alla baionetta, pugnalati alle spalle, fatti a pezzi dai cannoni. Troppo spesso rimasti in 4 gatti, perché altri se l'erano svignata...e dimenticati dallo stato, perché caduti "scomodi".

    ADORNO Luigi
    Sottotenente - 146° rgt. fanteria costiero.
    Comandante di posto di blocco costiero, benché circondato per varie ore da preponderanti nuclei di paracadutisti ed attaccato dopo da colonne nemiche, fedele alla consegna di resistere sino all`ultimo, combatté strenuamente senza lasciarsi sgomentare dalle gravi perdite subite dal suo plotone, infliggendone assai gravi al nemico, finché, più volte colpito mortalmente, cadde al grido di « Viva l`Italia », immolando la sua giovane vita. â?? Sicilia, luglio 1943.
    Un cordiale saluto!

  9. #9
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    SOMMARUGA Erminio
    Tenente colonnello cpl. art., 287° reggimento costiero.
    Esaurite le munizioni di artiglieria del gruppo ai suoi ordini, prese il comando di un importante caposaldo costiero attorno al quale si addensava il nemico, cui rivolse il fuoco delle poche mitragliere disponibili.
    Circondato da presso,
    mentre i pochi uomini rimasti attorno a lui aderivano alla resa,
    con nel cuore l`amarezza della ineluttabilità di un avverso fato decise di continuare da solo l`impari lotta e morire sul posto.
    Allontanati energicamente alcuni civili che andavano incontro al nemico con drappi bianchi, in segno di resa, si slanciò sulla mitragliatrice rimasta per spegnervi con la fiamma della sua grande anima l`ultima cartuccia,
    indi al nemico scoprì il petto gridando:
    « eccovi un bel bersaglio! »,
    volle che i battiti del suo nobile cuore fossero spenti dalla mitraglia.
    In un tristissimo momento della storia italiana affermava col cosciente sacrificio supremo il sentimento del dovere e la capacità di valore dell`ufficiale italiano, esempio di virtù adamantine per i viventi e per i posteri. â?? Marsala, 23-24 luglio 1943.
    Un cordiale saluto!

  10. #10
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    A proposito vi allego questo verbale:
    RIUNIONE DEL 7 LUGLIO 1943 PRESSO LA SEDE TATTICA DEL COMANDO V^
    ARMATA
    IL PUNTO SULLA ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA IN TOSCANA
    - Caracciolo (Comandante V^ Armata)
    - Sogno (II CdA)
    - Chiappi (DIFTER Firenze)
    - Jannielli (Genio V^ Armata)
    - Gritti (XV Brigata Costiera)
    - Ricca (Difter Firenze)
    - Rimediotti (Genio DIFTER Firenze)
    - Menzio (capo Ufficio Operazioni V^ Armata)
    - Sichera (DIFTER Firenze)
    - Pellegrini (Uff. Op. V^ Armata)

    IN SINTESI:
    "Si è lavorato molto, i lavori in questi ultimi mesi hanno fatto notevoli progressi. Però sono stati
    iniziati contemporaneamente troppi lavori, così vi è molto in attuazione e pochissimo finito. Meglio
    poco, ma portato a termine.
    La riunione darà* modo di individuare le zone dove concentrare uomini e mezzi e il programma
    definitivo di esecuzione dei lavori.
    Le unità* costiere – conferma Caracciolo – hanno il compito di avvistamento e prima resistenza;
    hanno, quindi, funzione vera e propria di "avamposti" e dovrebbero bastare per opporsi a incursioni
    "commandos", compito possibile quando saranno riportati a numero gli organici, ora notevolmente
    depauperati.
    Azioni del nemico (Circolare 2000):
    - commandos;
    - con modeste forze (qualche btg.) per sabotaggi, distruzioni, seguite da reimbarco;
    - azioni in grande stile, tendenti all`invasione.
    - Alle azioni "1" si opporranno i costieri, appoggiandosi alle fortificazioni costruite o da costruire.
    - Alle azioni "2" si opporranno nuclei mobili;
    - Alle azioni "3" occorre disporre di G.U. motocorazzate.
    - In Toscana si avrà*:
    - - divisioni costiere;
    - divisioni di fanteria "normali" per: guarnire i capisaldi arretrati e tenere alla mano il resto delle
    forze per contrattaccare.
    - Divisioni motocorazzate (per ora 3, in seguito 4) per la manovra.
    LA FORTIFICAZIONE deve rispondere ai concetti operativi. Segue un esame:
    - opere sulle spiagge. Sono molte e gran parte di esse non soddisfa come forma, costruzione,
    ubicazione. Siamo lontani dal "tipo tobruk" previsto dalla Circolare 2000. C`è penuria di materiali,
    per questo Caracciolo ha dato ordine di prelevarli dalle riserve "intangibili" di talune unità* costiere.
    - Vi è sciupìo di filo spinato nella falsa credenza che ne basti un po` per trasformare un posto di
    blocco in un caposaldo.
    - Tenere presente che costruire troppo potrebbe significare non avere forze sufficienti per il
    presidio. I lavori siano in stretta relazione alle forze disponibili.
    - Dove fare lo sforzo maggiore: spiaggia o linea arretrata? Lo S.M.R.E. non è stato esplicito.
    Interpellato da Caracciolo, Roatta ha detot che la spiaggia è "linea d`arresto, di combattimento per
    l`artiglieria" mentre la linea di resistenza è quella delle opere di sbarramento. Sulle spiagge
    l`artiglieria deve mnettere fuori combattimento il maggior numero di natanti nemici. Pertanto
    "dovremo proteggere le artiglierie con masse coprenti frontali, con orecchioni alla Vauban per agire
    d`infilata". Siccome i materiali prescritti dalla Circolare 3200 non sono ancora giunti, opere campali
    costruite bene possono servire ugualmente". Valga l`esempio di Sebastopoli, che ha resistito 6 mesi

    continua.....

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