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L'amico Nowotny ci metteva al corrente del suo ritrovamento, e chiedeva qualche consiglio. Personalmente ne ero rimasto ottimamente impressionato; lui ha poi deciso di propormi questo pezzo che ora fa parte della mia raccolta.

Innanzi tutto vorrei ringraziare Manuel per la precisione e la correttezza, poi dire a lui e a tutti che non mi capita spesso di rimanere sorpreso, con gli elmetti, ma in questo caso devo ammettere che vedere un elmetto con oltre novanta anni di vita sulle spalle in queste condizioni è veramente sorprendente.

L'ho guardato e riguardato, osservato in tutti i minimi particolari, non per volermi convincere, come a volte si fa, della sua autenticità*, ma all'opposto cercavo un qualche indizio della falsità* o quanto meno della manomissione, ma niente da fare.

Questo elmetto presenta una vernice a dir poco spettacolosa in quanto a freschezza, timbri a inchiostro di una nitidezza estrema, cioè la tipica ancora e le due C che indicano il costruttore cioè la Compagnie Coloniale e la taglia C2, ovvero 61; a tal riguardo ricordo che le taglie degli Adrian Mod.15 erano tre, e cioè A, B, C, ognuna delle quali aveva tre sottotaglie, 1, 2, 3, che coprivano tutte le misure dalla 54 alla 62 (esempio A1 = 54, B2=58, C3=62); la pelle della cuffia porta tracce di "vissuto" ma è ancora in condizioni ottimali; il feltro interno della cuffia in condizioni pari al nuovo, ed è oltre tutto di proveninenza della divisa "Reseda", cioè la divisa kaki-verdastra studiata per l'esercito francese nel 1911 e destinata a sostituire le sgargianti divise ottocentesche ancora in uso; era una divisa che fu giudicata eccellente, in quanto a funzionalità* e capacità* mimetiche, ma non fu adottata perché con essa i soldati francesi assumevano un aspetto esteriore incredibilmente simile a quello dei "potenziali" (poi, di lì a poco, reali) nemici d'oltre-Reno.
Come risaputo le bande in stoffa utilizzare nelle cuffie degli elmetti Adrian erano ricavate anche dalle divise dismesse, se ne trovano di azzurre, di rosse come i pantaloni degli zuavi e, appunto, più raramente della Reseda, come in questo caso.

La cuffia è di primo tipo, di produzione francese, il tipo tutto un pezzo, e non il successivo con le patte cucite; il soggolo è ottimo e rigorosamente a norma, unica pecca il rivetto di fissaggio che con l'andar del tempo si è ossidato e da una parte l'anellino in ottone si è dissolto; da notare le due saldature di rinforzo degli anelli reggisoggolo, eseguite evidentemente a stagno e entrambe dissaldate, proprio per la tensione a cui questi elementi erano sottoposti e all'inadeguatezza del materiale di saldatura. Degne di nota, ancora, le lamelle ondulare perimetrali in condizioni impeccabili.

L'elmetto non presenta le asole per il fregio ed è quindi un elmetto destinato all'esercito italiano; dato che conserva il colore blu horizon e la cuffia e il soggolo francesi, dovrebbe essere uno di quelli di primissima fornitura, anche se di non primissima produzione, in quanto presenta già* i rivetti di rinforzo all'attaccatura delle falde frontale e nucale.

Il fatto che si sia conservato in così eccezionali condizioni e che abbia mantenuto il colore blu horizon, mi fa pensare ad un elmo da Ufficiale (questa colorazione era un vezzo un po' snob dei nostri Ufficiali) forse destinato a compiti non troppo gravosi, il quale dopo la guerra ha custodito gelosamente questo suo cimelio, e così è stato fatto fino ai giorni nostri.

A tale scopo sinceramente mi piacerebbe sapere dall'amico Manuel se sa qualcosa di più sull'origine di questo pezzo.

In conclusione un elmetto veramente text-book, un pezzo direi museale.