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Pur avendo seguito con interesse e anche commozione la parata del 2 giugno, rimango sempre dell'opinione, che se ci deve essere una festa nazionale (e ci deve essere) essa deve celebrare il massimo evento nella storia di una nazione. La festa del 2 giugno non rappresenta, come ha lasciato intendere giustamente "Cris 1914", una festa di tutti gli italiani ma solo di una parte di essi cioè di quelli che condividono il sistema istituzionale ora esistente non a caso viene definita "Festa della Repubblica".Nel 25 aprile c'è molto poco da festeggiare: è stato cacciato (molto giustamente) un'invasore ma ne sono arrivati 4 o 5 ( erano di più?), vi è stata una resa militare senza condizione (una umiliazione) a cui si è aggiunta una guerra civile con molto e molto (per molto tempo misconosciuto) sangue versato. Una vera tristezza altro che festeggiamenti. Ecco del 25 aprile ne farei una giornata della memoria nel ricordo di tutti i morti causati dalla guerra un po' come fanno in Giappone per ricordare le stragi delle bombe atomiche, due rintocchi di campane e molta meditazione sulla stupidità* umana e preghiere per chi ha perso la vita.
Il 4 novembre, per me ,sarebbe la festività* nazionale più logica per noi italiani, festeggiare il compimento definitivo dell'Unità* d'Italia che è stata il vertice delle secolari aspirazioni nazionali troverebbe d'accordo (utopia?) tutte le fazioni...o no?
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