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Ho già* avuto modo anch'io di apprezzare l'ottimo lavoro di Celtico, ne condivido metodologia e filosofia e anch'io in diverse occasioni ho eseguito operazioni del genere.
Ma il discorso che vorrei fare è un altro, anche questo discorso già* fatto altrove ma sempre poco considerato, non capisco perché.
Ed è questo: da dove viene la convinzione che le verniciature alla nitro sono sicuramente postbelliche?
Io mi diletto un po' in restauro di veicoli d'epoca e per esempio so perchè lo dicono le locandine pubblicitarie dell'epoca, come titolo di vanto e qualità*, che la Balilla era verniciata con vernice alla nitrocellulosa, così come la primissima Volkwagen voluta da Hitler.
Basta fare una piccola ricerca in internet e si può scoprire che la nitrocellulosa fu isolata o sintetizzata a metà* dell'800 (mi sembra 1846) da un chimico svizzero.
Di più, una delle più grosse Ditte del settore, la tedesca Spies & Hecker, tutt'oggi esistente e facente parte di una delle maggiori multinazionali del settore, comincio con successo a produrre vernici alla nitro nel 1912, per uso automobilistico; la grande guerra rallentò ovviamennte l'industria dell'auto civile, con ciò la Spies & Hecker crebbe grandemente durante gli anni del conflitto, grazie ai contratti militari (perché no vernice per elmetti?).
Continuò a crescre e prosperare durante gli anni 20 e 30 tanto da divenire una grossa industria con sede a Colonia e filiali un po' in tutta la Germania e paesi tedescofili.
Superò perfino la guerra, nonostante i bombardamenti che la misero in ginocchio, ma era ancora operante a Colonia all'8 maggio del 45, se pur ridotta ad un organico di otto dipendenti, e comunque risultavano ancora attive numerosi sedi decentrate; e produceva vernici alla nitro, e aveva numerosi contratti con le forze armate.
Parlo di questa Ditta perché è l'unica per ora sulla quale mi sono levato lo sfizio di fare una ricerca, ma sicuramente non sarà* l'unica.
Inoltre va tenuto presente che, parlando di elmetti, nessuno ci garantirà* mai che specialmente per le riverniciature, sia in arsenale che da campo, in particolar modo per i mimetici, non sia stato usato di tutto, dal minio antiruggine, alle vernici per panchine e persiane, alle vernici murali o per legno, specie nei convulsi anni della seconda metà* della guerra.
Io penso, confortato in questa idea dal'opinione di diversi carrozzieri, anche anziani e/o specializzati in restauro, che per quel che riguarda gli elmetti (o comunque qualunque altro oggetto metallico verniciato in maniera simile), la verniciatura di fabbrica appare più resistente e coriacea all'azione dei solventi soprattutto perché si tratta di verniciature essiccate al forno, e non tanto per via della loro composizione.
Si potrebbe disquisire sulla qualità* delle varie vernici, secondo il periodo o il produttore, sulla presenza o meno di determinati elementi chimici nella composizione dello smalto, ma ritengo che si scivolerebbe nel discorso delle famose e costosissime analisi da laboratorio, giustificabili per un affresco di Raffaello, ma decisamente spropositato per quel che riguarda il nostro settore.
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