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Re: C'erano anche loro.... 34 quartermaster war dog platoon
Vero, comunque qualcosa si trova. Nella storia ufficiale del QMC si elencano i seguenti problemi di impiego di queste unità in Italia:
a) la già menzionata paura del fuoco di artiglieria, che rese i cani dei primi due plotoni giunti in Italia quasi inutilizzabili in prima linea, richiedendo l'addestramento ulteriore che si diceva;
b) in terreno aperto, i cani erano troppo visibili e il nemico li scopriva prima che loro potessero avvertirne la presenza;
c) in terreno montuoso, la neve alta e soffice e i sentieri erti e scivolosi ostacolavano il lavoro dei cani (rammentiamo che siamo in dicembre-gennaio 1944-45);
d) analogamente, i cani erano poco efficaci sotto la pioggia incessante o nei pantani;
Con l'offensiva finale dell'aprile 1945, la velocità dell'avanzata e il grande volume di fuoco resero impossibile utilizzare i cani in prima linea, ed i plotoni cani di guerra furono adibiti a compiti di sentinella (i due plotoni "veterani" furono anche riportati sotto controllo del comando di armata aggregandoli alla 61st Military Police Company (Post, Camp, and Station).
In conclusione, i cani si rivelarono utili se impiegati su un fronte statico, con condizioni meteo abbastanza buone e senza neve o fango, o quando la neve era dura. In quei casi, il loro contributo fu molto apprezzato, nella guerra di pattuglie che caratterizzò buona parte del fronte italiano da novembre 1944 ad aprile 1945.
Ecco una testimonianza presa sempre dalla storia ufficiale del QMC:
Che I cani esploratori abbiano reso un servizio davvero utile nel teatro europeo oltre che nel Pacifico è illustrato da un'esperienza avuta dal 33rd Quartermaster War Dog Platoon quando serviva con la 6th South African Armoured Division della Quinta armata in Italia. Durante la notte del 20 dicembre 1944, una piccola pattuglia ricognizione guidata da uno dei cani del plotone e dalla sua guida, il Caporale Robert Bennett, lasciò un avamposto per investigare un villaggio situato circa un miglio in territorio nemico. Poche centinaia di metri in territorio nemico il cane si fermò improvvisamente. Non ancora sicuro dell'odore, avanzò qualche passo, poi si fermò di nuovo, questa volta con il peso tutto irto, il naso teso in avanti. Il capo pattuglia strisciò cautamente avanzando da solo e non più di 200 metri più avanti scoprì un largo gruppo di soldati tedeschi in agguato. Con questa informazione importante, la pattuglia ritornò all'avamposto dove chiese il fuoco dei mortai per spazzare via la posizione nemica.
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