quarta ed ultima parte
Il generale Guzzoni
[justify:18zo5442].....malgrado il generale Guzzoni già* nella mattina del 10 avesse richiamato dall`ovest il "Gruppo Enns" e truppe italiane inviandole a Canicattì, ordinando inoltre a tutte le altre truppe di contrattaccare: al gruppo "Shamalz della 15ª divisione e alla divisione "Napoli" di agire verso Siracusa, alle divisioni "Livorno" e "Goering" di puntare su Gela, al Gruppo Fullriede" e alle truppe italiane riunite a Canicattì di fronteggiare le forze sbarcate a Licata, ma che data l`ampiezza del fronte (210km.) era come tentare di turare con una decina di tappi, trenta falle apertesi nello scafo di una barca.
Comunque è chiara la superiorità* aerea degli alleati e se aerei italiani e tedeschi riescono a colpire alcune navi, nugoli di aerei attaccano a volo radente le colonne italo-tedesche in movimento, attardandole e causando perdite e peggio faranno nei giorni seguenti, attaccando lungo le strade tutto ciò che si muove, anche il motociclista isolato.
Nel retroterra di Licata e di Siracusa si impegnano combattimenti, e dall`alba dell`11 luglio le divisioni "Livorno" e "Goering" avanzano affiancate, verso la spiaggia di Gela.
Fino alle ore 11 procedono mettendo a dura prova le fanterie della 1^ divisione fanteria americana nella zona di Niscemi, ma giunti a circa 2.000 metri dalla spiaggia, furono colpiti dal fuoco degli incrociatori Boise e Savannah e di 6 cacciatorpediniere che le costringono ad arrestarsi e a ritirarsi sotto un diluvio di fuoco distruttore.
La giornata dell`11 che ha messo a dura prova le forze americane a Gela, si conclude con una tragedia : 144 Dakota volano in formazione a 250 metri di quota, per lanciare nel retroterra di Gela 2.000 paracadutisti della 82ª divisione, ma le artiglierie contraeree delle navi alleate aprono il fuoco per errore abbattendone 23 e facendo disperdere gli altri, per cui soltanto 400 paracadutisti atterrano nella zona prefissata.
Nella notte dall`11 al 12 luglio, il generale Guzzoni prende la decisione che varrà* a prolungare fino al 17 agosto la resistenza nell`isola.
Constatato che le forze disponibili sono assolutamente insufficienti per ostacolare l`avanzata nemica sull`ampio fronte, è indispensabile raggrupparle, ritirandosi su una linea che si di estensione tanto ridotta da consentire di difenderla.[/justify:18zo5442]
Britannici controllano un treno antiaereo italiano distrutto
[justify:18zo5442]Dispone pertanto che tutte le truppe mobili, comprese quelle nell`ovest della Sicilia, si ritirino sulla linea Santo Stefano di Calastra – Nicosia – Leonforte – Piana di Catania.
Il maresciallo Kesselring, giunto il 12 a Enna, approva la decisione presa.
La riuscita di questa manovra presuppone una rapida ritirata, senza lasciarsi agganciare dalle avanguardie nemiche, in modo da giungere sulla linea di difesa senza aver subito ulteriori perdite.
Purtroppo interviene Hitler facendo ordinare ai comandanti tedeschi di non arretrare di un passo se non costretti dal nemico, il che causa perdite alla 15^ divisione che si ritira lentamente premuta da una divisione americana.[/justify:18zo5442]
Un panzergrenadier in Sicilia
[justify:18zo5442]La divisione Goering si porta più velocemente a schierarsi nella piana di Catania dove insieme ai reparti costieri italiani della "Difesa Porto Catania" impone all`8ª armata un arresto che si prolungherà* fino al 4 di agosto.
Anche la divisione Livorno e ciò che ne rimane della Napoli si schierano nella piana di Catania.
Frattanto la 207ª divisione costiera, rinforzata dal 10° bersaglieri, oppone intorno ad Agrigento tenace resistenza fino al 17 luglio e la divisione Napoli resiste fino al 13 luglio, fra Palazzolo Acreide e Solarino[/justify:18zo5442]
Nostro anticarro
[justify:18zo5442]Il generale Guzzoni in pieno accordo con Kesselring, considera essenziale impedire a Montgomery di giungere rapidamente a Messina.
Gli anglo-americani vogliono superare al più presto la resistenza nella piana di Catania.
Da ambo le parti si ricorre all`impiego di paracadutisti.[/justify:18zo5442]
Al comando tattico della 1^ divisione paracadutisti in Sicilia Kesselring a sinistra ascolta il rapporto del generale Heidrich
[justify:18zo5442]Alla sera del 13 luglio un reggimento della 1ª divisione paracadutisti tedesca è aviolanciato nella piana di Catania e subito dopo giungono a terra paracadutisti della 1ª brigata inglese in misura ridotta avendo alcuni aerei perso l`orientamento e altri lanciati a casaccio.
Il ponte Primosole era il loro obiettivo.
Contemporaneamente un commando inglese sbarca sulla costa presso Agnone, accolto da un intenso fuoco, soltanto con difficoltà* e subendo perdite riescono a penetrare nel retroterra.
Al ponte di Primosole si impegna una lotta durissima che durerà* più giorni alla quale partecipano tedeschi, 372° battaglione costiero e il II battaglione arditi italiani.
Dal 17 luglio, superata la resistenza di Agrigento, le divisioni americane 3ª, 82ª e 2ª corazzata, riuniti in un corpo provvisorio avanzano a ventaglio nella Sicilia Occidentale che il Comando ha rinunziato a difendere per trasferire le divisioni Assetta e Aosta sulla linea di difesa ad oltranza fra Santo Stefano e Nicosia.[/justify:18zo5442]
Cartina
Gli americani possono così giungere il 22 luglio a Palermo
Il generale Molinero porta al generale Keyes la capitolazione di Palermo
Americani entrano a Palermo
[justify:18zo5442]A causa della lentezza della ritirata imposta da Hitler alla 15ª divisione il 21 luglio la linea di difesa non è stata ancora completata fra la costa settentrionale e Leonforte.
Ma nella piana di Catania l`8^ armata inglese sospende l`offensiva, perciò il Comando FF.AA. Sicilia è fiducioso di poter organizzare tempestivamente una linea di difesa.
I tedeschi sembrano d`accordo, tanto che un reggimento della 29ª divisione corazzata giunge dalla Calabria.
Ancora il 25 luglio il generale Hube, comandante delle truppe tedesche in Sicilia dà* assicurazione al generale Guzzoni che le sue truppe difenderanno con quelle italiane la linea di resistenza.
Grande è perciò la sorpresa, quando la sera del 27 il Comando FF.AA. Sicilia, viene a sapere che la 15ª divisione si ritira da Nicosia senza attendere l`attacco della 1^ divisione americana, lasciando la divisione Aosta sola su quelle posizioni.
Le spiegazioni del comando tedesco non soddisfano ed è chiaro nei giorni successivi che i tedeschi stanno iniziando lo sgombero dell`isola.
Si verrà* a sapere poi che Hitler ha ordinato di rinunziare a difendere la Sicilia e di resistere il tempo necessario per portare in Calabria le divisioni tedesche al completo.
Di fronte al fatto nuovo il generale Guzzoni è costretto a ordinare che le divisioni Assietta e Aosta seguano il movimento dei tedeschi, poiché non potrebbero da sole fronteggiare la 7ª armata americana.
Il 1° agosto l`8ª armata britannica rinforzata dalla 78ª divisione riprende l`offensiva nella piana di Catania e da allora si svolge la manovra di ritirata che si concluderà* il 17 agosto con il totale sgombero dell`isola.[/justify:18zo5442]
Entrano a Catania
[justify:18zo5442]Durante la ritirata, oltre a brevi combattimenti di retroguardia si svolge dal 1° a 7 agosto la battaglia di Troina, che gli americani considerano la più dura di tutta la campagna e durante la quale la divisione Aosta combatte valorosamente.[/justify:18zo5442]
Un abitante di Troina si fa incontro ad una pattuglia americana
Artiglieria americana nei dintorni di Enna
[justify:18zo5442]Contemporaneamente la divisione Assetta si fa onore lungo la strada costiera settentrionale.
Le divisioni tedesche si trasferiscono al completo sul continente con 39.569 uomini, 9.605 veicoli, 47 carri armati, 94 cannoni.
Le truppe italiane passano in continente per ultimi con 62.000 uomini, 227 veicoli e 41 cannoni.
Gli altri veicoli e cannoni diventano bottino dei tedeschi per un ignobile inganno teso dal colonnello von Bonin capo di stato maggiore di Hube, che li fa imbarcare su motozattere tedesche per potersene impadronire.
Il 17 agosto gli americani entrano in Messina dopo 38 giorni dallo sbarco[/justify:18zo5442]
Messina
[justify:18zo5442]Alexander aveva previsto di occupare tutto l`isola in 10- 15 giorni e Montgomery si era ripromesso di giungere a Catania in 5- 6 giorni e vi è giunto il 4 agosto, dopo 26 giorni.
La durata della lotta susciterà* poi recriminazioni in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e perciò si può ben affermare che la Sicilia fu difesa come era possibile difenderla data l`enorme disparità* di forze.
Lo comprovano anche le perdite subite dagli invasori: 5.187 morti, 9.018 feriti, 3.348 dispersi.
Nei cimiteri dell`isola sono sepolte 4.278 salme di italiani e 4.325 di tedeschi[/justify:18zo5442]