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Discussione: 65° Anniversario dell'affondamento della Regia Nave ROMA

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    Re: 65° Anniversario dell'affondamento della Regia Nave ROMA

    Bella segnalazione Gigi.
    Nel rendere onore ai caduti della corazzata Roma vorrei aggiungere qualcosa.
    Nelle prime ore del 9 settembre la squadra navale al comando dell`ammiraglio Carlo Bergamini, che aveva alzato la sua insegna sulla corazzata Roma di 47.000 tonnellate, salpò da La Spezia alle 3 del mattino in seguito ad un cifrato di Supermarina, nel quale fra l`altro si diceva ""Per ordine del Re eseguire lealmente clausole armistizio, con questa leale esecuzione la marina renderà* altissimo servizio al paese""
    L`equipaggio della Roma si componeva di 85 ufficiali e di 1.825 tra sottufficiali e marinaiIn linea di fila insieme alle altre prese rotta per la Maddalena alla velocità* di 24 nodi.
    Alle 9.45 fu avvistato un ricognitore tedesco.
    A mezzogiorno le unità* ricevettero in chiaro il messaggio del capo di stato maggiore della Regia Marina ammiraglio Raffaele de Courten, in cui egli richiedeva a tutti di prepararsi a grandi sacrifici morali, lasciando capire la prossima resa alla marina di sua Maestà* britannica.
    Quando ormai essa era in vista di Capo Testa, fu intercettato alle 14.45 un radiogramma di Supermarina che avvertiva il Vivaldi e il Da Noli, provenienti da levante e anch`essi diretti a La Maddalena, che questa base era stata occupata all`alba dai tedeschi.
    L`ammiraglio Bergamini ordinò allora l`inversione di rotta simultanea con il Legionario capo fila.
    Alle nostre unità* mancava la protezione aerea, che il comando aviazione Sardegna non riuscì a mettere a disposizione.
    Con il DETE il radiotelemetro del Legionario, alle 15.15, furono avvistati a quota 5.000-6.000 metri vari aerei tedesch, contro i quali fu subito aperto il fuoco.
    Dalle 15.36 alle 17.13 le squadriglie tedesche in tre gruppi, il primo di sette, il secondo di cinque e il terzo di tre velivoli, eseguirono vari attacchi.
    Almeno due bombardieri erano dotati di bombe "PC 1400" del peso di 1.500kg. di cui 350 di esplosivo e del calibro di 500mm., che potevano subire correzioni di traettoria di ampiezza limitata mediante radiocomandi.
    Lo sgancio di queste bombe avvenne alla quota di 4.000-5.000 metri.
    Alle 15.45 la corazzata Roma fu colpita al centro a dritta da una di queste bombe arma segreta usata per la prima volta contro di noi.
    La bomba attraversò la nave e scoppiò sotto lo scafo, danneggiando le due eliche delle macchine di poppa.
    Una seconda bomba "PC 1400" la colpì alle 15.50, pare che essa si sia infilata nel fumaiolo prodiero esplodendo nel locale macchina di prua e trasmettendo la deflagrazione al deposito munizioni della torre 2 dei cannoni di grosso calibro (381mm.).
    Tutto il torrione corazzato , che si trovava sopra la Santa Barbara e che conteneva la plancia ammiraglio e quella del comando saltò perciò in aria abbattendosi verso prua e a dritta.
    Si verificarono due enormi fiammate giallastre che si sollevarono fino ad un migliaio di metri di quota.
    Dopo aver sbandato di 12 gradi sulla dritta la Roma si stabilizzò per qualche minuto in questa posizione, poi ruotando ancora si capovolse.
    I ponti superiori cedettero e lo scafo si spezzo in due tronconi, per breve tempo la poppa rimase verticale con le eliche fuori dell`acqua mentre la prua sprofondò più lentamente.
    La corazzata affondò con 1.523 ufficiali e marinai del suo equipaggio, i superstiti furono raccolti dallìAttilio Regolo e da tre cacciatorpediniere e portati a Porto Mahon nelle Baleari.
    Fra gli ufficiali caduti vi era anche l`ammiraglio Carlo Bergamini, l`uomo che aveva saputo accettare con dolorosa consapevolezza gli ordini di Supermarina e la resa al nemico.
    La colonna rostrata di bronzo ricorda oggi i caduti della corazzata Roma sullo scoglio detto "La Paura" ribattezzato scoglio Roma dinanzi a Palau.

    La ROMA
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    luciano

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