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Discussione: [VERONA] Bunker che non c'è più

  1. #1
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    [VERONA] Bunker che non c'è più

    Nei primi mesi del 2006 passando con l`auto nell`immediate vicinanze del centro della città* ho notato diverse persone intende a guardare mi sono fermato e ho visto quel che vedrete nelle foto. Tre demolitori e a volte 4 hanno impiegato più di un mese a demolirlo. Nei giorni successivi sono passato più volte cercando anche di corrompere con qualche bottiglione di vino i manovratori dei demolitori per poter fare delle foto ravvicinate (erano rimasti solo i muri), niente da fare troppa polizia e vigili. Ho fatto amicizia con alcuni vecchietti del luogo incontrati in un bar lì vicino e offrendo qualche bicchiere (no acqua) li ho fatti "cantare". Mi hanno detto che lì c`era un centro radio- telefonico tedesco e che il tutto si trovava a 4 metri di profondità* e che spesso vedevano uscire alcune telefoniste vestite in nero con la bustina sopra le cuffie ,vedevano ss che presidiavano il bunker. Appena i tedeschi si sono ritirati vuoi per loro stessi vuoi per aiutare i padri a guadagnare qualcosa, sono entrati e hanno asportato tutto quello che si poteva portar via , telescriventi, radio, telefoni, una quantità* enorme di cavi, alluminio ferro e altro materiale militare.Qualche anno dopo è stato murato e seppellito del tutto dal comune e tutto intorno hanno costruito abitazioni. Il giornale locale ha pubblicato un articolo il 5/3/06 precisando che si trattava della centrale radio-telefonica più grande e importante in italia e di lì passavano tutte le comunicazioni da e per berlino, che si trattava di un bunker in cemento armato di 8 locali, un rettangolo di 31 x 16 metri con una soletta di 2 metri di cemento con sotto qualche tonnellata di putrelle doppio T, con muri interni di 60cm. Vi posto per prima e spero si veda bene la pagina del giornale e alcune foto da me fatte arrampicato su un sgabello che mi portavo in auto perchè il tutto era recintato.


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    Queste alcune putrelle e tondino

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    lo spessore della volta + di 2 metri

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    guardate quanto tondino

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    luciano

  2. #2
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    e via un altro pezzo di storia

  3. #3
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    oktoberfest1971 è tutto vero quello che dici però vederlo alla luce e distrutto....si danilo un'altro pezzo che se ne và*.[ciao2]
    luciano

  4. #4
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    Ti capisco veramente credimi.[ciao2]
    luciano

  5. #5
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    Peccato, si sarebbe potuto sfruttarlo meglio... ma in questo paese tutto va così.
    Una cosa simile deve essere avvenuta a Genova qualche anno fa: in una piazza del centro cittadino, durante i lavori per la costruzione di un autosilo sotterraneo, è saltata fuori una grossa struttura interrata in cemento armato (ci misero parecchio a demolirla). Mi pare di ricordare (da articoli sui quotidiani locali) che poi risultò essere il centro di comando (in caso di attacco aereo) del distretto militare della città*... altri brandelli di storia che vanno perduti.
    LA MIA PAGINA "FORTIFICATA" SU FACEBOOK©: http://www.facebook.com/pages/Italien/323925510817

    Nel mezzo del cammin di questa vita, mostrassi alfin la truce metà oscura...
    ché la pazienza mia era finita, e lo baston calassi su ogne testa dura.


    Fatti non fummo, a viver come inermi... bensì pello inimico, far divorar dai vermi.


  6. #6
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    Alcuni anni fà* in una nota via del centro della mia città* facendo degli scavi per la posa degla fognatura e altro hanno trovato una strada romana,vi erano solo dei sassi. Hanno speso tanto di quel tempo per decidere cosa fare. Quella via divide a metà* la città* ed è una via molto trafficata di autobus, auto, persone ecc.Per fortuna hanno ricoperto tutto. Invece per le cose non solo militari del periodo hanno una fregola da matti di distruggere è come vollessero cancellare tutto quello che è avvenuto in italia negli ultimi 80 anni è stata la nostra storia bella o brutta che fosse.[ciao2]
    luciano

  7. #7
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    le foto che avevo scattato io dei resti dello stesso bunker (quelle di Cocis sono anteriori però e più interessanti):

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  8. #8
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    il testo dell'articolo di giornale che annunciava la distruzione dell'opera e ne dava qualche cenno storico:

    Borgonuovo. Tra il 1943 e il `45 la struttura contava 79 centraliniste, di qui passavano tutte le comunicazioni con Berlino
    Cade l`ultimo bunker del Führer
    Demolito l`edificio blindato che ospitò il centro telefonico dell`esercito nazista


    Se avete mal di denti non sostate tra via Gela e via Enna a Borgonuovo. Nello spiazzo dell`Agec liberato dalle «case di passaggio» del dopoguerra (così transitorie che le hanno abbattute «solo» sessant`anni dopo), tre fragorosissimi demolitori sono al lavoro da 15 giorni (e ne avranno per altrettanti), per cancellare a colpi ritmati ed estenuanti coi loro stocchi di acciaio temperato da mezzo quintale l`uno, quella che era, dal 1943 al `45, la centrale radio-telefonica più grande ed importante in Italia dell`esercito nazista: 79 solo le centraliniste.
    à? un sinistro bunker in cemento armato di otto locali, un rettangolo di 31 metri per 16 con muri da 60 cm, coperto da una soletta (con solettone, caldana e una calotta spartiacque) a filo del suolo dello spessore di due metri, irta di erose putrelle a doppio «T» e di ferri abbondantissimi ma non collegati come la moderna carpenteria insegna.
    Il bunker viene distrutto per lasciare il posto a nuovi edifici di edilizia economico-popolare, eliminando così, d`un colpo: una testimonianza di ingegneria militare tedesca in Italia, un documento dell`occupazione nazista, un brano della storia veronese che, durante la repubblica di Salò, ha visto la nostra città capitale effettiva.
    Di qui passava tutto il traffico radio-telefonico con Berlino, ogni azione dell`esercito tedesco in Italia è rimbalzata in queste mura, compresa la sera del 23 marzo 1944 dell`attentato di via Rasella, l`ordine di Hitler: «Rappresaglia!» (335 ammazzati alle Fosse Ardeatine il giorno dopo). Il Führer si darà la morte in un sito come questo il 30 aprile del 1945.
    I vani sotterranei sono completamente spogli, trasudano umidità , dal soffitto pendono stalattiti di calcite, i pavimenti sono coperti da un metro di reflui fognari cristallizzati e solidificati che il Comune vi aveva convogliato. Tutto è stato depredato, domina un cemento nerastro, l`accesso da uno scivolo interrato ad est (già murato dall`Agsm) è diviso da una bocca di lupo, le stanze hanno bocche di aerazione, l`altro accesso a nord è stato eliminato dai tre mezzi della ditta di escavazione Sergio Benini, che hanno rotto due stocchi demolitori, tanto è duro il materiale da sgretolare.
    Non è difficile immaginarsi all`opera le file delle 79 ausiliarie in tailleur nero (che qulacuno al villaggio «Dall`Oca» ancora ricorda) con la bustina sopra le cuffie di bachelite, il fragore delle mastodontiche telescriventi, i fruscii e i fischi delle radio, il gracchiare dei telefoni più la selva dei cavi dal soffitto, la stanza dei decrittatori dei messaggi in codice, i solerti interpreti collaborazionisti italiani, la sorveglianza armata severissima delle SS (col «bocà l» in testa, come ci dice un anziano testimone), i sottufficiali scattanti fra le varie stanze, gli ufficiali col «Gott mit uns» («Dio con noi»), sulla fibbia del cinturone, la sala impenetrabile degli uomini dagli impermeabili di pelle nera, i criminali cacciatori di ebrei della Sipo. Le case d`attorno erano state requisite: le abitavano loro.
    Protetto da un materasso di quattro metri di terra, invisibile agli aerei, mai bombardato, il perno delle comunicazioni tedesche in Italia è stato efficiente fino all`ultimo, il 23 aprile del `45, quando, distrutte le apparecchiature, tutti fuggirono.
    Bartolo Fracaroli

    - Il futuro. Il piano inserito in un progetto di riqualificazione da 40 milioni di euro
    Il vecchio sotterraneo del terzo Reich lascerà il posto a un palazzo dell`Agec

    «Il ferro del cemento armato era al collasso, il soprintendente ai monumenti Boschi autorizzò la demolizione», spiegano nella sede dell`Agec l`ingegner Tiziano Pompele e il geometra Romano Foroni che per l`Azienda dirigono la complessa macchina urbanistica che sta riqualificando buona parte della vecchia area degradata di Borgonuovo.
    E spiegano: «L`Agec con la Regione, l`Ater, l`Agsm ed alcuni privati sta qui realizzando un vastissimo intervento (il terzo nel Veneto), già finanziato dalla Regione per 10 milioni e dal Comune per 7. à? prevista una spesa di oltre 40 milioni di euro che, dopo lo sgombero di 99 famiglie dalle nove case di passaggio, vedrà altrettanti nuovi edifici su quattro piani calati nel verde pubblico, una nuova pista ciclabile, la ristrutturazione della scuola materna e di quella media, la demolizione e ricostruzione del cinema teatro e delle opere parrocchiali per una totale riqualificazione del quartiere, dall`urbanizzazione all`illuminazione. Sul bunker sorgerà in parte un palazzo».
    Una grande catasta di elementi portanti e di ferri d`armatura è già stata accumulata: ricorda un po` il monumento alla Resistenza di Cuneo dello scultore Mastroianni con linee di forza, vuoti e pieni, dita ossute, lance, spade, longheroni protesi verso il cielo.
    Il sotterraneo era ben noto a chi abita intorno, si sapeva che spesso qualcuno, braccato per traffici di droga, vi si era nascosto. Non c`è traccia invece dell`antenna radio, né di un supposto tunnel collegamento con la centrale idroelettrica del Chievo. Una leggenda metropolitana. Come quella che voleva il sito deposito di fiale d`eroina con la svastica che causò la morte di una mezza dozzina di drogati veronesi in una settimana.
    Il fragore dei martelloni delle macchine escavatrici continua: «Mai fatto un lavoro così», dicono i ruspisti.
    La Società cooperativa San Michele, su progetto dell`architetto Rocco Boccato, è impaziente di cominciare i lavori. Anche i residenti, e si capisce.
    B.F.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Festungsartillerie

    il soprintendente ai monumenti Boschi autorizzò la demolizione», spiegano nella sede dell`Agec
    Domanda sconsolata: quanto tempo ci vorrà* prima che le opere militari della 2 g.m. vengano considerate degne di rispetto e conservazione? Basterà* un secolo a partire da ora?

  10. #10
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    Mi verrebbe da dire che siamo i soliti Italiani,ma non voglio accendere polemiche inutili e quindi mi limito a dire che è davvero un peccato distruggere una cosa del genere.
    A/F 505 PIR 82ND AIRBORNE DIVISION "ALL AMERICAN"
    H-MINUS
    ALL THE WAY!

    www.progetto900.com

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