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Discussione: I ragazzi di BIR EL GOBI

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  1. #5
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    Re: I ragazzi di BIR EL GOBI

    A quanto già* ottimamente raccontato non ho molto da aggiungere.
    [attachment=7:3c6s65j0]caserma a misurata.jpg[/attachment:3c6s65j0]
    Bollettino di guerra n° 553, emanato dal Quartiere Generale delle Forze Amate in data 7 dicembre 1941, citava: "I combattimenti in Marmarica sono continuati sul fronte di Tobruk e sul terreno a sud della piazza, fra El Adem e Bir el Gobi, dove reiterati forti attacchi sferrati dall'avversario sono stati validamente contenuti e respinti dalle forze dell'Asse: in tali azioni anche reparti di Giovani Fascisti hanno lottato con esemplare tenacia e valore.Sul fronte di Sollum situazione immutata............
    [attachment=6:3c6s65j0]meglio.jpg[/attachment:3c6s65j0]
    Una piccola parte del lungo racconto di uno dei Ragazzi di Bir el Gobi.

    ..............i carri armati le autoblinde, i Carriers carichi di fanterie avevano ripreso a sferragliare attorno a noi.
    La colonna giostrava davanti alle nostre postazioni tenendosi al di là* della gittata dei 47/32 e dopo aver compiuto un paio di giri in direzione nord-ovest, i Mahrattas andavano a raggiungere i capisaldi tenute dalle nostre compagnie.
    Rimanevano schierati davanti al settore della II Compagnia, sei carri armati e una dozzina di autoblinde, nonché i Carriers e gli autocarri su cui avevano preso posto gli scozzesi del 2° Cameron.
    I carri erano tre Valentie, due Matilda e un Crusader.
    A un ordine convenuto assunsero la formazione di combattimento e si diressero verso il caposaldo.
    Mentre la formazione rotolava minacciosa nella nostra direzione, tutti noi tesi come corde di violino, attendevamo l`ordine di aprire il fuoco.
    "Alzo 400 metri" ordinò il capitano Tarantelli.
    Da lontano giunse la voce stizzosa del colonnello Tanucci " Scegliete il vostro bersaglio! Mirate giusto, non sprecate munizioni! "
    Attraverso il turbine di sabbia vedevamo i capi equipaggio dei carri e delle autoblinde scomparire uno dopo l`altro sotto i massicci sportelli delle torrette.
    I carri continuavano ad avanzare, e dietro i mezzi blindati in ordine sparso caracollavano le camionette, molti autocarri pesanti e i Carriers stipati di Camerons .
    Il sottotenente Ferrari da dietro i binocoli scandiva "Seicento" "Cinquecento metri.....quattrocen-to-cin-quan-ta, "non sparate ancora lasciateli avvicinare!"
    Noi guardavamo in silenzio, i carri presero a brandeggiare i loro cannoni e mitragliatrici alla ricerca delle nostre postazioni, ora anche gli scozzesi erano saltati a terra e piegati in avanti tallonavano i Carriers.
    "Quattrocento metri....Fuoco! i primi colpi dei nostri cannoncini partirono ed in quello stesso istante anche il nemico prese a sparare.
    Un Valentine si diresse verso la nostra postazione, Carlassi lo inquadrò nel reticolo del telemetro e ordino di sparare, il nostro pezzo vomitò rapidamente quattro perforanti, che andarono a schiantarsi contro la piastra frontale del carro, che ad ogni colpo sussultava, ma continuava la sua lenta ma inesorabile marcia.
    Allibiti vedevamo i nostri proietti schizzare via.
    Il Valentine si arrestò a un centinaio di metri, prese la mira e sparò ma il colpo passò sopra le nostre teste.
    Il cannoncino del carro continuò a sparare ancora a vuoto mentre la sua Besa 7,92 crepitava incessantemente.
    Un nostro cacciatore sbucò dalla sua tana brandendo una Passaglia, ma una raffica lo abbattè al suolo, un secondo cacciatore corse a raccattare la grossa pera e la lanciò ma senza risultato fu colpito ad un braccio, riuscì comunque a rituffarsi nella sua buca , qualcuno di noi ebbe l`animo di applaudire.
    Intanto il due libbre del carro aveva ripreso a sparare.
    Il nostro "elefantino" nel frattempo era ammutito, "Che ti prende?" urlò il sottotenente al puntatore.
    Carlassi tremava come una foglia, colto da convulsioni sobbalzava sul predellino, le sue mani rattrappite non riuscivano ad afferrare il volano, era in preda alla paura.
    Il sottotenente non perse tempo, gli passò una mano dietro alla nuca e lo costrinse a schiacciare l`occhio contro il telemetro.
    "Mira! Mira!" gli gridava all`orecchio, sempre artigliandogli la nuca.
    Noi allibiti non fiatavamo.
    "Fuoco" singhiozzò finalmente Carlassi.
    Elia fece partire il colpo; centrato! Il Valentie subì un brusco scossone e s`inclinò da un lato.
    "Fuoco! Fuoco! " strepidava adesso Carlassi con la voce rotta dal pianto.
    Il carro fu colpito alla ruota motrice del cingolo destro ed era in difficoltà*, il suo cannoncino taceva e le mitragliatrici balbettavano.
    Intanto era comparso un altro Valentie in aiuto al primo.
    "Attenzione a quest`altro " avvertì il sottotenente.
    Carlassi non del tutto ripreso dalla crisi di fifa, mirò al secondo carro, "Fuoco! " tentò di gridare, ma la voce gli si smorzò in gola, Elia aveva inteso ugualmente e fece partire il colpo.
    Il secondo Valentie si arrestò, il proiettile era andato ad incastrarsi fra le prime due ruote del carrello e la sospensione a molle.
    I cingoli stridevano girando a vuoto.
    "L`hai preso! L`hai preso!" urlavamo in coro applaudendo al puntatore.
    "Fuoco! Fuoco! Fuoco!" berciava ora a voce spiegata Carlassi sembrava impazzito, non si capiva se per la gioia o per il terrore.
    Il cannoncino di questo Valentie esplose due colpi che andarono a finire chissà* dove.
    Il motore ruggì un paio di volte e poi tacque.
    Dalle feritoie si sprigionò una densa voluta di fumo.
    Il portello della torretta si aprì, un uomo saltò fuori ma prima ancora che saltasse per terra venne falciato.
    Chi venne dopo di lui sospinse il suo corpo sul cofano e cercò scampo scivolando di lato, ma fece la stessa fine.
    Il terzo uomo indugiava all`interno dello scafo, ma ormai il carro era in preda al fuoco.
    Dalla torretta era sbucata una torcia umana urlante.
    Cadde al suolo e si dimenò nella sabbia fino all`esaurirsi delle forze.
    Se un soffio di pietà* alitava in noi non avemmo il tempo di esprimerlo, poiché un`autoblinda si stava già* avventando sulla nostra postazione facendo crepitare la mitragliatrice all`impazzata.
    Ci accorgemmo dopo, quando il fumo del carro che bruciava si diradò che il primo Valentine era stato recuperato dagli inglesi.
    [attachment=5:3c6s65j0]anticarro.jpg[/attachment:3c6s65j0]
    [attachment=4:3c6s65j0]il comandante Ernesto Tarantelli.jpg[/attachment:3c6s65j0]
    [attachment=3:3c6s65j0]un momento di tregua in una postazione sventrata dalle bombe.jpg[/attachment:3c6s65j0]
    [attachment=2:3c6s65j0]Il tenente Mario Niccoli.jpg[/attachment:3c6s65j0]
    [attachment=1:3c6s65j0]Il tenente medico Vablais.jpg[/attachment:3c6s65j0]
    [attachment=0:3c6s65j0]Il maggiore Fulvio Balisti ferito viene soccorso dai barellieri.jpg[/attachment:3c6s65j0]
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    luciano

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