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Re: Forti e batterie del golfo della Spezia
Scusate se mi sono lasciato prendere da un momento di sconforto, non era mia intenzione muovere critiche al lavoro ed alla curiosità* di nessuno.
Vivo in quella che senza dubbio alcuno era la più importante piazzaforte d'Italia, ogni via, ogni sasso, ogni nome è legato a fatti e personaggi legati indissolubilmente alla storia militare d'Italia.
Sommergibili, idrovolanti, siluri, palombari, radio trasmettitori ed una altra infinità* di invenzioni che hanno segnato il nostro secolo qui sono nate o vi si sono svilupate.
Anche per quanto riguarda le fortificazioni ed alla loro evoluzione La Spezia è un esempio forse unico.
Uno scacchiere studiato in maniera particolareggiatissima, dove nulla era affidato al caso, dall'orografia dei luoghi all'architettura delle opere al loro armamento.
Ciò nonostante tutto questo pare non essere mai esistito: i compagni di classe di mia figlia non sanno dell'esistenza dei forti sulle alture della città*!!!
Solo alcuni hanno affrontato l'argomento; chi trattandolo dall'aspetto architettonico e chi trattandolo da quello miltare (mamma mia).
Il verbo in merito a ciò è sempre stato arbitrariamente ed ingiustamente attribuito a taluni che, venuti in possesso di frammentarie notizie o peggio ancora per sentito dire si sono arroccati nelle loro convinzioni, non supportate da studi, materiale di archivio, ricerche sul campo.
Le artiglierie, la loro tipologia, le gittate e soprattutto le epoche di impiego non sono mai state neanche prese in considerazione, dimenticando la cosa più importante: i forti sono stati costruiti per i cannoni e solo conoscendo le artiglierie in uso si possono capire i vari manufatti ed il loro funzionamento.
Uno sterile elenco, una omissione del perchè era nata una specifica opera e perchè collocata in quel luogo e, soprattutto ceare una confusione sul tipo di armamento nelle varie epoche non rende neanche lontanamente onore ad un lavoro durato quasi due secoli.
Nonostante, come diceva Michele, quasi due anni di studi coaudivati da migliaia di progetti e disegni e da una raccolta bibliografica impressionante, da decine di rilievi e visite dei luoghi, si continuano a pubblicare testi inesatti, si continuano a confondere gli obici con i cannoni, piacciono le foto e si disdegna il testo.
Tutte queste persone sono state da noi contattate ma nessuno aveva niente da conoscere.
D'altronde questa è la nostra città*.
Nessuno me ne voglia, scusate ancora lo sfogo
Stefano
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