I "moderni" forti italiani dei primi del 900, adattarono l'installazione dei pezzi in pozzo, con cupole corazzate da 16-18cm, che consentiva di avere una maggiore capacità* d'intervento a giro d'orrizzonte.
Concepite con un profilo molto appiattito per resistere a tiri tesi effetuati da cannoni e non da mortai od obici a tiro curvo con potenziali distruttivi molto maggiori, come poi si verificò sugli altopiani.
L'ingegneria costruttiva di queste strutture, come ben si è visto con lo scoppio della guerra, posero in evidenza i molteplici limiti delle batterie.
Il termine "forte" può essere usato impropiamente, dato che si tratta di batterie fortificate o per meglio dire corazzate.
La concezione di realizzare la polveriera in posizione staccata dalla batteria, rimase una costante costruttiva anche nelle batterie campali e di montagna durante la guerra, ma bisogna considerare che le riservette poste tra un pezzo e pezzo nelle batteie corazzate, dovevano oltremodo contenere munizioni.
Ciao by Andrea.

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