La storia di una formazione piccola ma agguerritissima formata negli ultmi mesi della guerra
Nord Italia inverno 1945, le formazioni partigiane oramai ben inserite nel territorio dell`alto appennino emiliano conquistano sempre più aree e si consolidano su posizioni "sicure", da qui possono operare contro il nemico.
Il comando alleato che già da tempo invia aiuti e missioni di collegamento decide di intensificare e concretizzare maggiormente la collaborazione con tali formazioni, per questo incarica uno dei suoi migliori comandanti sul campo di organizzare un`unità mista.
Così nasce la formazione, dal e per il miglioramento dei rapporti tra il comando unico partigiano del CLNai (Comitato Liberazione Nazionale alta Italia) e la missione militare Inglese, il 4 marzo 1945 un commando di 7 uomini del n°3 Sqadron 2nd Special Air Service (SAS) con l`incarico di formare e addestrare un battaglione d`assalto autonomo.
Il comando della formazione e affidato al maggiore Roy Farran e al partigiano Annibale Alpi (Barbanera),il comando a sede a Tapignola (RE) nell`alto appennino Emiliano, il battaglione oltre alla componente Inglese arricchita da altri 40 paracadutisti comandati dal capitano Stuart, comprende una compagnia di ex prigionieri russa comandata dall`ex sergente artigliere Victor Pigorov (Modena) e da una compagnia di partigiani italiani, selezionati fra le fila della 26° e 145° Garibaldi comandata da Remo Torlai (Tito), in poco tempo il battaglione raggiunge la considerevole forza di trecento effettivi motivati addestrati e pesantemente equipaggiati.
Già dal 8 marzo il battaglione viene rifornita via aerea di un cannone da 75mm, 2 cannoni da 47mm, 4 cannoni anticarro da 37mm, 5 mitragliere Browning 12,7mm, 21 mortai misti da 60mm e 81mm, 5 mitragliere da 20mm, diversi bazooka,170 armi automatiche, 5 jeep armate e più di trecento casse di munizioni equipaggiamenti e materiali da demolizione, il tutto in un unico lancio da più di 300 paracaduti, il più importante eseguito in Italia.
Questa formazione una volta addestrata adeguatamente diede un grande contributo alla guerra di liberazione negli ultimi mesi del conflitto, la sua azione più famosa e l`attacco al comando cartografico Tedesco di Botteghe con l`intenzione di catturare o eliminare Kesserling segnalato in loco.
L`attacco a Botteghe operazione TOMBOLA
L`obbiettivo più importante situato sul territorio Reggiano era senza dubbio il comando tedesco situato nella località di Botteghe di Albinea, precisamente si trattava della V° sezione del comando generale Tedesco in Italia sede dell`ufficio cartografico, nodo telefonico diretto a Berlino e alloggio per ufficiali della Wehrmacht in zona tra cui Kesserling.
La missione inglese intendeva richiedere il bombardamento aereo della zona, mentre il comando unico convinto dell`alto numero di vittime che avrebbe causato fra la popolazione e per l`alta probabilità di errore si oppose fortemente, così si optò per l`utilizzo di parte del Battaglione Alleato.
Vennero scelti i 40 Garibaldini migliori della 26° e 145°, altri 60 uomini del battaglione Russo, uomini della formazione partigiana Gufo Nero e i SAS inglesi per un totale di circa 120.
L`azione prese inizio il 25 marzo col concentramento delle forze nella zona di Valestra, per l`occasione il gruppo era provvisto di armi automatiche silenziate (Sten III S, M3A1 S) armi automatiche di squadra e Bazooka, la marcia di avvicinamento prese il via la sera stessa e si concluse la mattina seguente percorrendo circa 40Km, il gruppo prese posizione in località cassa del Lupo tenendosi al riparo per tutta la giornata riposandosi e preparandosi per l`azione.
Con l`arrivo della notte si riprese la marcia e al`1.30 del giorno 27 , la formazione era sull`obbiettivo.
L`attacco andava eseguito simultaneamente su tre obbiettivi differenti posti in zone poco distanti tra loro, obb. principali villa Rossi e villa Calvi, parte dei russi con armamento pesante prendono posizione sulle strade per coprire l`azione e bloccare eventuali rinforzi, alcuni uomini con armi silenziate e coltelli eliminano le sentinelle, l`azione e fulminea, una volta in posizione le porte vengono fatte saltare con l`ausilio dei Bazooka, a villa Rossi l`irruzione procede con l`occupazione immediata del I° piano, al II°p. la resistenza tedesca e forte ma viene zittita dal fuoco esterno di mitragliatori e Bazooka.
A villa Calvi l`azione e rapidissima penetrati al piano terra i SAS coadiuvati dai membri del Gufo Nero mantengono posizione all`interno e all`esterno presidiando le scale e le finestre, impedendo ogni reazione Tedesca riuscendo così agevolmente a distruggere tutte le attrezzature e incendiare i locali, i Russi nel frattempo attaccarono villa Viani per bloccare i tedeschi ivi aquartierati, che vengono inchiodando sulla posizione per tutto il tempo dell`azione dal pesante fuoco delle mitragliatrici.
L`azione totale compresa l`evaquazione dei feriti e la smobilitazione dei posti di blocco dura circa 50 minuti, con un totale successo, salvo la mancata l`eliminazione di Kesserling non in loco, l`azione costo la vita a 3 inglesi del (2 nd SAS) a un partigiano e 8 feriti fra cui il cap. Lees (comandante dei SAS) tutti portati in salvo, da parte tedesca i dati sono molto contrastanti, la stampa d`epoca non riporta nulla mentre i verbali del comando inglese e gli informatori stimano tra i 30 e 40 morti e una cinquantina di feriti, col comando completamente distrutto e non più ripristinato per tutto il periodo bellico.
Questa e considerata l`azione congiunta di commandos e partigiani più importante sul territorio Italiano.
L`operata del Battaglione Alleato non si limita all`assalto alle ville ma continua sino alla smobilitazione post liberazione con decine di azioni di sabotaggio e di combattimento,si distingue nell`eroica difesa della Repubblica di Montefiorino durante la quale le posizioni tenute dal battaglione tennero con successo a ben tre assalti frontali obbligando gli assalitori a cambiare più volte le direttrici d`attacco dando così il tempo a tutti i reparti di riposizionarsi e resistere su posizioni più favorevoli.
Inoltre si rese indispensabile per la conquista e il presidio di alcuni importanti passi appenninici tra Emilia e Toscana e dei ponti posizionati nelle valli sottostanti, all`ordine di insurrezione generale il reparto si reca in pianura per tagliare la ritirata alle truppe tedesche in transito sulle strade pedemontane, costringendo così le colonne in fuga a direzionarsi verso il fiume Po` dove nel solo tratto Reggiano vengono fatti più di 10.000 prigionieri.
Il reparto nei giorni tra il 23 e 25 aprile entra prima delle truppe alleate in Modena, Reggio Emilia, Parma rastrellando en ingaggiando scontri con sbandati e sacche di resistenza isolate, in questo periodo il reparto funge da supporto e guida per le truppe USA, Polacche, Brasiliane e Inglesi che avanzano nella pianura Padana.