Sempre nel libro del cecchino anonimo si evince un particolare interessante. Mi riferisco alla distribuzione al fronte delle armi "speciali" 91 dotate di ottica.

Dal testo si capisce che una tale arma *NON* era in distribuzone presso le armerie del fronte però (ed è questa la novità*) sembra che esistesse una versione del 91 (cosiddetta del "Tiro a segno Nazionale") più leggera e curata delle normali armi 91, ma senza ottica.

Quando il protagonista del libro "rompe" il suo Vitali-Vetterli, ricalibrato 6.5 con ottica Carl Zaiss civile, e va a sostituirlo all'armeria del Trincerone di Sella Nevea, l'armaiolo, pur di avere quest'arma (anche se rotta) gli da in cambio un 91 "diverso".

Da mie conseguenti indagini ho scoperto un articolo (in inglese) qui:
http://imageevent.com/badgerdog/cgnm...noinfantryrifl

(cercate l'immagine 22)

http://imageevent.com/badgerdog/cgnm...=0&w=1&s=0&z=9
in cui si parla di carcano marchiati dal "Tiro a segno Nazionale" destinati ai tiratori scelti. E inoltre, udite udite, sembra che la produzione di questi fucili sia stata del 5% del totale dei prodotti: una cifra importante.

Quindi di fucili precisi ne esistevano molti in zona di guerra, probabilmente molti di più dei tiratori scelti necessari a manovrarli.
Quelli con ottica di precisione (che avevano anche un apposito sistema di montaggio dell'ottica) erano invece molto rari.

Il particolare punzone del tiro a segno Nazionale consiste in una coppia di fucili incrociati che sormantano un piccolo bersaglio circolare; magari avete a casa un'arma di questo tipo senza saperlo!

Ho scovato inoltre il nome di un "cecchino" italiano della prima guerra mondiale: il C.M. Crino Salvatore, cl. 1895 che combattè sul Carso e rientrò in Italia dalla prigionia nel 1919. Chissà* se portava il fregio dei tiratori scelti al braccio, come prescriveva il regolamento....