Ci sono due itinerari possibili per visitare tali opere: il primo è scendendo dal Malamot in direzione Pattacroce, il secondo il contrario come ho fatto io, dalla Pattacroce si risale il rilievo sino all' opera n° 10 e poi si prosegue sulla cresta lungo il sentiero che porta alla caserma difensiva del Malamot in circa due ore.
Percorrendo questo itinerario dopo il centro 10 caposaldo Pattacroce quota 2600 m, ci spingiamo oltre fino a raggiungere i 2700 m s.l.m. dove è ubicato il vasto centro in caverna N° 9. Posto sotto un traliccio dell' alta tensione, infatti c'è un ronzio elettrico che ci accompagna lungo parte del percorso. Il centro era armato con cinque mitragliatrici e presidiato da trenta uomini, non è stato ultimato per quanto riguarda i rivestimenti in calcestruzzo di alcune aree interne. Costruito nel 1932-1935, aveva lo scopo di battere le pendici della Valle del Piccolo Moncenisio. L' ingresso principale è per ora inagibile perchè colmo di neve, l' unico accesso è l' uscita di emergenza del malloppo occidentale n°1. Da qui si diparte un corridoio in roccia molto lungo che porta ad una diramazione a T: a destra il cunicolo è bloccato dal ghiaccio che ostruisce fino alla volta (come allo Chaberton) e quindi gli altri malloppi occidentali non saranno mai visitabili; a sinistra si prosegue sino a raggiungere il ricovero interno con ancora il basamento dell' impianto di ventilazione, l' ingresso principale e il pozzo della torretta metallica. Esternamente ci sono varie trincee e tubi di sfogo dell' impianto di areazione. La cupola in acciaio è dotata di quattro conchiglie rotanti ed è immersa in un paesaggio mozzafiato. Proseguendo in direzione Malamot troviamo i resti di una precedente fortificazione di fine '800 e al di sotto un ingresso per un ricovero occasionale non portato a compimento.
Proseguendo il sentiero o la cresta in direzione Malamot, troviamo le cannoniere del centro 8, altra opera dotata di torretta in acciaio e armata con quattro mitragliatrici. Qui ci sono vari ingressi. L' opera è del 1932-1935, era presidiata da trenta uomini, ed è posta più o meno a 2800 m di quota. Dal malloppo occidentale è possibile entrare strisciando nel cunicolo di emergenza, ma lo sconsiglio. Percorrendo il rilievo, troviamo un altro malloppo ben mimetizzato di una casamatta metallica e poi sulla cima la cupola con al di sotto l' ingresso. Il malloppo meridionale è anche dotato di ingresso quindi a voi la scelta. Anche questa cupola è dotata di quattro conchiglie per il brandeggio delle armi ed è marcata Fiat 1932. L' interno è un pò pericoloso a causa del ghiaccio persistente, ma non ci sono pericoli di altro genere.
Proprio di fronte a quest' ultima opera visitata, sul colle ove era posizionata l' ottocentesca batteria del Malamot, armata con 12 pezzi da 149 G, c'è un altro centro ampio ma più che altro lungo, il N° 7. E' posto sotto un altro traliccio dell' alta tensione e ha un grande sviluppo in lunghezza. Tra il malloppo settentrionale e l' ingresso c'è un corridoio lungo quasi 200 metri, dal quale poi si dipartono gli accessi ad un' altra postazione e al ricovero. Il blocco visitato, in questo periodo era stracolmo di neve e ho avuto difficolta a passare con il livello che mi arrivava alle spalle in alcuni punti (mi sono bagnato un pò). L' opera è sempre del 1932-1935 ed è armata con tre mitragliatrici ed era presidiata da 23 uomini.L' accesso ad un malloppo è impossibile perchè occluso dal ghiaccio.
CENTRO 9

Rispondi citando






